Sezze, checché ne dica il sindaco Di Raimo, è piena di cumuli di rifiuti e per chi non avesse l’opportunità di attraversarla basterebbe entrare nei gruppi Facebook “Sei di Sezze se…” e “Basta bruciare plastica a Sezze…” (si legga Sezze terra di roghi e discariche…) e scorrere le fotografie per rendersene conto. Al 31 dicembre 2017 si era al 23,35% di differenziata, dietro persino alla 5 volte più popolosa Latina e davanti solo, e le statistiche si vedono guardando ai bordi delle strade o passeggiando tra le sterpaglie in pianura.
IL PROGETTO PMF
La realtà è che anche l’Amministrazione e la Servizi Pubblici Locali (SPL), l’azienda al 100% di capitale municipale, se ne sono rese ben conto almeno da un paio d’anni. Altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui alla fine del 2017 l’allora amministratore delegato Bernardino Quattrociocchi diede incarico alla Project Management & Finance (PMF) di realizzare un progetto tecnico-finanziario mirato alla riorganizzazione ed efficientamento del servizio di igiene urbana ed incremento della raccolta.
PORTA A PORTA SPINTO O ISOLE ECOLOGICHE?
Il risultato del lavoro della PMF furono due proposte differenti e opposte: da un lato la raccolta differenziata porta a porta “spinta” (o al 100%), ovverosia su tutto il territorio comunale senza esclusione delle case sparse in campagna; dall’altro la raccolta ingegnerizzata, consistente in un porta a porta circoscritto al centro storico e nella distribuzione di isole ecologiche su più porzioni del territorio, c.d. “ecopunti” (Colli/Suso e Sezze Scalo vengono menzionate esplicitamente).
LA GIUNTA PER IL PORTA A PORTA AVANZATO
Alla luce dei recenti finanziamenti provenienti dalla Provincia (300mila in un primo tempo e 500mila lo scorso agosto) la Giunta attraverso l’assessore all’ambiente Giancarlo Siddera ha illustrato il 4 ottobre in Consiglio l’intenzione di perseguire il primo modello, vale a dire quello del porta a porta spinto. Un modello cosiddetto “labour intensive”, vale a dire tutto sorretto dal lavoro degli operatori ecologici chiamati a muoversi e a raccogliere i rifiuti con automezzi di dimensioni variabili.
LA DIFESA DEI LAVORATORI CON IL PORTA A PORTA
Quarantasei dipendenti a 30 ore settimanali, esattamente gli attuali tra assunti e precari, e possibilmente tutti da assumere a tempo indeterminato. Il rinnovo e l’incremento del numero degli automezzi avverrebbe nell’ambito del finanziamento ottenuto alla Provincia, come ha evidenziato Siddera, e oltretutto avanzerebbero delle risorse finanziarie da investire nell’attivazione di alcuni servizi avanzati.
LE COMPOSTIERE DI SIDDERA
Nello specifico Siddera vorrebbe avviare il modello del compostaggio di prossimità della frazione organica solida, che permetterebbe di trasformare l’ “umido” in compost/ammendante (fertilizzante per il suolo) direttamente all’interno del perimetro di Sezze. Compostaggi sia di comunità (a Suso, a Sezze Scalo, Crocevecchia e possibilmente ulteriori), dove i residenti muniti, di apposito tesserino registrato all’anagrafe, potrebbero conferire i propri scarti alimentari, che domestico. In quest’ultimo caso coloro che dovessero posizionare all’interno del proprio terreno o giardino le compostiere domestiche ne trarrebbero indubbi vantaggi dalla tassa sui rifiuti.
TUTTE LE CRITICITÀ DEL MODELLO SIDDERA
Se da un lato il modello accolto e perseguito dalla Giunta Di Raimo implicherebbe la conservazione di tutta l’attuale forza lavoro con investimenti iniziali contenuti e, presumibilmente, coperti interamente dai fondi provinciali, dall’altro le grandi criticità risiederebbero almeno in tre punti:
- alti costi di gestione annuali (2,3 mln di euro),
- rinuncia definitiva alla tariffa puntuale (pago quanto conferisco),
- grandi difficoltà nel raggiungere la soglia del 65% di differenziata entro la fine del 2020, obiettivo fissato dal progetto della PMF che permetterebbe a tutti i sezzesi evidenti sgravi in bolletta.
BERNASCONI E DI PALMA UNITI SUL MODELLO DI RACCOLTA DEI RIFIUTI
Di questi evidenti criticità si sono ben dimostrati consapevoli in Consiglio gli esponenti dell’opposizione Giovanni Bernasconi e Serafino Di Palma, fautori questi ultimi del modello ingegnerizzato (o delle isole ecologiche). Certo nel perseguimento della soluzione più tecnologicamente avanzata gli investimenti iniziali non mancherebbero, 1,5 mln di euro secondo il parere di Bernasconi contro i 2,5 mln dichiarati da Di Raimo, ma impegni del genere verrebbero ripagati in 3/5 anni. Il costo di gestione annuo previsto per il modello delle isole ecologiche richiederebbe non più di 1,7 mln di euro, ben 500/600 mila euro annui in meno rispetto al porta a porta avanzato. Su questo punto il sindaco è stato molto esplicito: Sezze attualmente non ha né 1,5 mln né 2,5 mln di euro da investire sulla raccolta.
LA TARIFFA PUNTUALE GRAZIE ALLE ISOLE ECOLOGICHE
Il modello sostenuto dalle opposizioni permetterebbe inoltre di perseguire il principio della tariffa puntuale. Finalmente i setini pagherebbero in proporzione a ciò che consumano e conferiscono. Le isole ecologiche sarebbero riservate ai soli residenti tenuti a esibire (o a inserire in apposita fessura) il tesserino comunale. Il conseguimento della soglia del 65% forse non avverrebbe entro il 2020, ma non sarebbe troppo lontano da venire.
SE LA GIUNTA STA SU VENERE, LE OPPOSIZIONI ANCORA NON SONO ATTERRATE SU MARTE
Un’unica criticità importante presenta questa seconda proposta: dei 24 lavoratori interinali solo due verrebbero assunti a tempo indeterminato, mentre gli altri sarebbero costretti a cercarsi una nuova occupazione. Di questo i membri dell’opposizione sono pienamente informati, ma si astengono dal dichiararlo pubblicamente per timore di perdere consensi. Ma se si vuole la rivoluzione in campo ambientale è necessario stare su Marte (il dio della guerra), non su Venere (la dea dell’amore) dove si sono rifugiate Giunta e maggioranza.
SUI RIFIUTI MAGGIORANZA CHE APRE ALLE MINORANZE E MEMBRI DELL’OPPOSIZIONE CHE GUARDANO….(MISMATCHING)
Di questo ne è ben al corrente anche il consigliere di maggioranza Mauro Calvano (Sezze Bene Futura), che per lealtà istituzionale rimane in maggioranza, ma predilige su questo tema di gran lunga l’impostazione della minoranza. A proposito… Rita Palombi ed Eleonora Contento di Sezze Bene Comune da che parte stanno? Sarebbe davvero singolare se fossero contrarie all’installazione delle isole ecologiche.