L’avvocato iscritto al Foro di Latina Francesco Stilo, coinvolto nella maxi indagine anti-ndrangheta Rinascita Scott, resta in carcere così come ha deciso il Tribunale del Riesame di Catanzaro
Una notizia passata sotto traccia qui a Latina e non solo (a dire il vero tutti gli organi d’informazione nazionali non hanno dato granché risalto alla più grande operazione anti-‘ndrangheta della storia), probabilmente perché il fatto riguarda qualcosa di lontano, la Calabria, eppure così vicino considerato che l’avvocato Stilo è iscritto all’Ordine degli avvocati di Latina, che dopo l’arresto di dicembre lo ha sospeso.
Il 13 gennaio, infatti, il Tribunale della Libertà di Catanzaro ha sì derubricato per lui il reato di associazione mafiosa in concorso esterno ma ha confermato il carcere per il legale, difeso dai colleghi Piero Chiodo e Paola Stilo.
Le accuse nei suoi riguardi rimangono gravissime perché, secondo l’indagine coordinata dal Procuratore capo e responsabile della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri, Francesco Stilo sarebbe in rapporti con la cosa di Zungri guidata dal boss Peppone Accorinti, nell’inchiesta complessiva che ha riguardato la potente ‘ndrina dei Mancuso di Limbadi.
Il 21 dicembre, l’avvocato Stilo rispose alle domande del giudice delle indagini preliminari di Catanzaro, in un interrogatorio di garanzia che durò più di due ore e in cui il legale domiciliato a Priverno ma operante per lo più tra Lamezia Terme e Vibo Valentia negò le accuse a suo carico: dalla partecipazione mafiosa al reato di rivelazione del segreto istruttorio fino alla truffa assicurativa: proprio per quest’ultima accusa, dalle carte dell’indagine è emerso un rapporto sistematico tra Stilo e Danilo Tripodi, un assistente giudiziario del Tribunale di Vibo che avrebbe velocizzato una causa contro una compagnia assicurativa di Tropea. Tripodi avrebbe suggerito i tecnici di ufficio da nominare per la controversia nella gestione della causa in cui attore era proprio Stilo, sollecitando tutti i protagonisti del processo: consulente d’ufficio e giudice istruttore.
Ad ogni modo, Stilo si sarebbe riservato anche di denunciare per calunnia i due collaboratori di giustizia, “che hanno fatto il suo nome e riferito circostanze inesistenti”. Leggi qui l’approfondimento di Latina Tu.