Il Prefetto di Roma Matteo Piantedosi ha istituito, per le prossime 12 settimane, due Commissioni nominate ieri 18 febbraio, che indagheranno su appalti assegnati negli anni scorsi fino a oggi dai Comuni di Anzio e Nettuno
Le due task force non possono che essere in previsione di un futuribile scioglimento che potrà essere disposto dal Capo dello Stato su proposta del Ministero dell’Interno sottoposta e apporvata dal Consiglio dei ministri. La decisione è stata presa, ovviamente, dopo la maxi operazione disposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma ed eseguita dai Carabinieri capitolini con l’ausilio, tra gli altri, anche dei colleghi di Latina.
La vasta operazione, come noto, ha portato a oltre 60 arresti, più di 70 indagati e la menzione, nelle carte dell’inchiesta, di molti politici di Nettuno e Anzio, compresi i Sindaci Alessandro Coppola e Candido De Angelis. Gli inquirenti, infatti, hanno fatto emergere una realtà inquietante: ad Anzio e Nettuno, infatti, esiste un locale di ndrangheta, una vera e propria ‘ndrina autonominatasi “La Provincia”, riconosciuta come società maggiore dalla cosiddetta “Mamma”, ossia dall’insieme delle cosche calabre. Imbarazzanti e gravi i rapporti di molti consiglieri comunali con boss e sottoposti delle due associazioni mafiose emerse, i cui reggenti sono stati individuati in Giacomo Madaffari e Bruno Gallace.
Le Commissioni nominate da Piantedosi sono composte ognuna da tre funzionari della Prefettura e delle Forze dell’Ordine e il loro mandato potrà essere rinnovato solo una volta per altri tre mesi. Al termine della loro attività i risultati delle indagini saranno esaminati dal Prefetto stesso in un arco massimo di 45 giorni.
Nel mirino della Commissione, tutti gli appalti e le autorizzazioni che potrebbero essere finiti nelle mani o nelle mire della ‘ndrina. Alla lettura delle carte, ad ogni modo, il destino delle amministrazioni delle due città appare compromesso.
