“Nella solennità di questo appuntamento annuale che ci vede raccolti intorno al ricordo dell’avvio della vita amministrativa e di governo della nostra città che oggi compie 92 anni, mi rivolgo a voi e ai rappresentanti dello Stato e delle istituzioni, della chiesa, della scuola, della sanità, del mondo dell’associazionismo e del volontariato, della politica, delle forze dell’ordine, e a quanti concorrono quotidianamente col proprio impegno civile al compito di sostenere il percorso di democrazia e di progresso che ci vede oggi nella posizione di seconda città del Lazio dopo Roma.
Mi rivolgo all’intera comunità di questa città e della provincia nel cui territorio siamo ospiti e all’interno del quale Latina esprime il ruolo di capoluogo, per manifestare la mia personale emozione per essere oggi, 18 dicembre 2024, l’ultimo in ordine di tempo degli eredi e dei custodi del patrimonio di civiltà che la città di Latina esprime fin dall’atto della sua nascita.
Qui, in questa piazza, al cospetto di questo monumento dedicato all’opera e al sacrificio dei pionieri bonificatori che seppero avere ragione della stagnante presenza della palude e dare corso al cammino sempre in salita che ci ha portato fin qui, ad essere una città contemporanea e con le carte in regola per affrontare le sfide che la modernità e l’Europa impongono all’intero Paese, in questa piazza, dicevo, con me, a celebrare e condividere questo momento, ci sono il presidente dell’amministrazione provinciale Gerardo Stefanelli e il Comandante della Guardia di Finanza di Latina, il colonnello Giovanni Marchetti, che festeggiano entrambi i 90 anni della istituzione della provincia di Latina e dell’insediamento del corpo della Guardia di Finanza nel nostro territorio.
Il 18 dicembre 1934, quando la città di Latina aveva soltanto due anni di vita, nacquero la Provincia e la prima Tenenza della Guardia di Finanza a Latina, e la città venne elevata al rango di capoluogo, tasselli fondamentali per il processo di crescita, di sviluppo, di democratizzazione e di fusione tra le diverse componenti socio culturali del nostro territorio.
Il fatto di trovarci qui insieme a celebrare questa giornata, non è soltanto un caso, un’occasione o una questione di opportunità: è il segno forte, e lasciatemi dire, bello, di una ritrovata consapevolezza sul ruolo di ciascuno dei protagonisti della vita politica, istituzionale, sociale e culturale del territorio.
La consapevolezza della necessità di pensare e di agire nel segno della condivisione degli scopi che sono alla base dell’impegno di ognuno di noi, nessuno escluso. Scopi che si riassumono in meno di una manciata di parole: servizio, democrazia, civiltà, progresso.
Condividere non vuol dire semplicemente festeggiare insieme; condividere vuol dire fare ciascuno la propria parte per raggiungere obiettivi comuni irrinunciabili, che vanno dalla cura della comunità attraverso l’erogazione dei servizi, al mantenimento della sicurezza e della legalità, all’attenzione verso i più deboli e i più esposti tra i componenti della società civile di cui siamo tutti parte, alla individuazione, alla valorizzazione e alla tutela delle eccellenze, soprattutto umane, che insieme alle nuove generazioni costituiscono la migliore prospettiva per il nostro futuro.
Condividere vuol dire aver raggiunto quel livello di maturità che ci permette di allineare sullo stesso piano i nostri sforzi e quelli degli altri, che ci impone il rispetto del lavoro altrui insieme alla consapevolezza di essere ciascuno un ingranaggio del sistema che può funzionare soltanto con il concorso corale dell’intera compagine sociale, cioè tutti.
È per questa ragione che avverto prepotente l’esigenza di ringraziare il presidente Gerardo Stefanelli e il comandante Giovanni Marchetti per avere raccolto senza esitare l’invito ad essere qui, a testimoniare, insieme a tutti i presenti, che ci siamo, che siamo culturalmente pronti ad intraprendere insieme e non più ciascuno per proprio conto, la sfida quotidiana verso un domani migliore.
E’ in questo contesto di apertura, condivisione e partecipazione che l’amministrazione comunale di Latina ha maturato nei mesi scorsi il proposito, condiviso da tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale, di concedere la cittadinanza onoraria al Corpo della Guardia di Finanza, un’istituzione preziosa per la nostra comunità, una istituzione che lavora a testa bassa e lontana dai riflettori per garantire la legalità e la trasparenza nelle condotte di ciascuno di noi, per riaffermare il valore della sicurezza e per assicurare alla comunità intera quella equità di trattamento che è alla base di ogni solida aggregazione umana, pietra angolare dei concetti di democrazia, di giustizia e di partecipazione alla causa comune dello sviluppo e del progresso, anche culturale, del Paese e dunque anche del nostro territorio.
Sono orgogliosa del fatto che la città di Latina abbia deciso di riconoscere e concedere la cittadinanza onoraria al corpo della Guardia di Finanza e aperto la strada maestra di un rinnovato rapporto di concreta sinergia e vicinanza con tutte le forze dell’ordine, un rapporto che è già in essere ma che da questo momento in poi troverà le giuste forme di riconoscimento ufficiale, nel rispetto del ruolo di ciascuna istituzione all’interno del disegno generale che ci accomuna, che è quello di garantire la giustizia sociale, la sicurezza e il benessere dell’intera nostra comunità.
Devo ringraziare il colonnello Marchetti per aver aderito con entusiasmo alla proposta del Comune di Latina e con lui stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli del percorso che nelle prossime settimane ci porterà in Consiglio comunale per conferire la definitiva ufficialità a questa importante e significativa iniziativa che ci proietta in un nuovo percorso verso un domani migliore.
Un domani che troppo spesso vediamo sfuggirci di mano, e allungare la distanza tra quello che desideriamo e quello che invece tocchiamo con mano.
Alcuni giorni fa ho partecipato all’apertura del nuovo dormitorio invernale: ho provato soddisfazione nel vedere come l’amministrazione comunale riesca a dare risposte alle urgenze che premono dalla base della comunità, ma non ho potuto fare a meno di domandarmi perché ci siano tante persone costrette dalla povertà e dalla solitudine a vivere ai margini della società.
E gli spunti per imbattersi oggi in questo tipo di interrogativi sembrano essersi moltiplicati: aumenta il numero delle persone sole; le famiglie incontrano sempre maggiori difficoltà a tenere presso di sé le persone anziane, aumenta a dismisura la domanda di assistenza domiciliare, la soglia della povertà estrema sembra avvicinarsi ogni giorno di più a nuovi strati della popolazione arrivando a lambire quella che fino a ieri consideravamo la classe media.
Riusciamo a reggere all’urto e alle pressioni di questa realtà che spesso ci spaventa, grazie all’impagabile impegno delle associazioni di volontariato e all’universo di iniziative che si muove intorno alla chiesa, con la sapiente regia del nostro Vescovo che ringrazio per l’impegno sociale che non manca mai di manifestare concretamente.
E alle criticità legate al fenomeno delle nuove povertà se ne aggiungono altre non meno preoccupanti legate alla sfera giovanile: dai casi di bullismo nelle scuole agli episodi di violenza nelle strade, nelle piazze e nei luoghi di raduno dei ragazzi, fino alla microcriminalità che si fa largo come risposta alla mancanza di prospettive una volta che i ragazzi escono dal mondo della scuola. C’è materia a sufficienza per capire che è arrivato il momento di dare delle risposte.
Risposte che gli sforzi del sistema educativo, popolato da ottimi insegnanti e dirigenti scolastici molto motivati, spesso non riescono da soli ad offrire, perché non sempre incontrano il supporto corale del complesso universo che si muove intorno ai ragazzi e alla loro domanda di orizzonti culturali aperti, nuovi e adatti al loro bagaglio culturale in costante e rapida evoluzione.
Su questo fronte l’amministrazione sta elaborando un piano di riavvicinamento al mondo delle associazioni culturali della città per creare il rapporto necessario per rispondere all’ambizione di riportare a Latina il fermento che si addice a una città moderna e che può costituire la prima risposta alle sbavature del sistema socio-culturale cittadino.
Stiamo puntando molto sull’idea della città universitaria, perché siamo convinti che l’ampliamento dell’offerta dei corsi di studio e il conseguente incremento del numero degli studenti che scelgono di venire a studiare a Latina possa costituire la scintilla capace di innescare il processo di rinascita della sfera più dinamica e interessante del panorama locale, che è indiscutibilmente quella legata ai giovani e alla loro capacità di innovare.
Capacità che viaggia di pari passo con le opportunità di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro: e non c’è strumento migliore dell’Università per creare sinergia con le imprese del territorio sempre a caccia di nuove professionalità e nuove competenze. Siamo partiti con l’affidamento alla Sapienza dell’ex Banca d’Italia e dell’ex Garage Ruspi, perché diventino da subito i poli di riferimento di questo progetto di rilancio, che insieme all’housing universitario ridisegneranno il volto di Latina città universitaria.
Ringrazio le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria per il convinto sostegno che stanno dando a questo nostro progetto, e li ringrazio non soltanto perché condividono con l’amministrazione comunale lo sforzo di ricostruzione delle condizioni su cui innestare qualsiasi tentativo di rilancio formativo e occupazionale, ma soprattutto perché lavorando gomito a gomito con il Comune ci aiutano a rilanciare il messaggio della forza e dell’efficacia della condivisione degli obiettivi e delle strategie migliori da perseguire.
Con i sindacati in particolare, abbiamo stretto un patto per affrontare insieme anche uno dei problemi più urgenti del nostro territorio, che è quello dello sfruttamento della manodopera nelle campagne, un fenomeno che troppo spesso ci espone negativamente all’attenzione del Paese, come è accaduto con la morte di Satnam Singh, e che non possiamo tollerare. E’ un terreno, questo delle garanzie per i lavoratori e della sicurezza, sul quale l’amministrazione comunale intende giocare un ruolo importante per la riaffermazione dell’identità autentica della nostra città e della nostra gente.
Una partita che l’amministrazione sta giocando anche sul terreno della sanità e che sta dando risultati insperati, che testimoniano i riconoscimenti che la Asl di Latina sta ottenendo a livello regionale, anche grazie all’impegno di tutti i sindaci della provincia pontina, che quest’anno si sono riuniti per ben cinque volte in assemblea, manifestando ciascuno le criticità sanitarie e i bisogni reali dei rispettivi territori di competenza, riuscendo ad ottenere l’ascolto della direzione generale della Asl provinciale e della Regione Lazio.
Ringrazio le istituzioni tutte per il lavoro quotidiano di tutela e di sprone che si manifesta attraverso un’attenzione costante sulle attività della pubblica amministrazione, che ha bisogno del supporto della Prefettura, dell’attenzione deterrente della Procura della Repubblica, del sostegno del Tribunale e delle decisioni del Tar, e del servizio quotidiano di tutte le forze dell’ordine, affinché l’impegno dell’amministrazione e della politica che ne detta gli indirizzi siano sempre improntati sul registro della trasparenza, della legalità, della terzietà e della democrazia, requisiti senza i quali non è immaginabile alcun processo di rinnovamento e alcun progresso che voglia dirsi tale.
Grazie al Prefetto, grazie ai vertici delle istituzioni tutte, grazie soprattutto alle loro donne e ai loro uomini, impiegati, dirigenti, poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili del fuoco, che per difendere la comunità e mantenere l’ordine pubblico non esitano a mettere a repentaglio la loro incolumità e a volte il bene supremo della vita.
Grazie a Sua Eccellenza il Vescovo di Latina Monsignor Mariano Crociata. Saluto e ringrazio il Procuratore Capo Giuseppe De Falco, per quello che ha fatto fino ad oggi, e auguri per il suo nuovo prestigioso incarico a Roma.
Grazie agli imprenditori che si sono resi disponibili a sostenere i nostri sforzi per ampliare l’offerta culturale in città. Sono sempre più numerosi e questo è indice di una consapevolezza sul valore etico, oltre che materiale, della sinergia tra pubblico e privato. Ed è anche il segnale di un importante riavvicinamento delle imprese al Comune nel segno della partecipazione e della condivisione.
Mi scuso per l’insistenza su questi concetti, condivisione e partecipazione, ma sono davvero convinta che si tratti delle pietre angolari su cui vada modellata l’esperienza di governo di una città. Nessuno di noi può avere la presunzione di essere completamente autosufficiente, perciò è necessario cercare il sostegno degli altri e prestare ascolto alle istanze degli altri.
È per questo che sento di dover rivolgere i miei ringraziamenti di sindaco ai rappresentanti locali e nazionali della politica tutta, non soltanto quella che sostiene la maggioranza che guido, ma anche quella che dai banchi dell’opposizione ci sprona a fare di più e meglio.
La politica è la fonte ispiratrice di qualsiasi amministrazione, la politica è quella che all’insegna della unanime condivisione di intenti da un angolo all’altro dello scacchiere dei partiti, nessuno escluso, ha saputo regalare quest’anno alla nostra città l’eccezionale strumento di crescita rappresentato dalla legge numero 130 per il Centenario di Latina. Credo non vi siano precedenti per una norma parlamentare pensata e realizzata per un capoluogo di provincia. E’ vero, siamo il capoluogo di provincia più giovane d’Italia e ci apprestiamo tra pochi anni a festeggiare il nostro primo secolo di vita, ma siamo consapevoli che questo non sarebbe potuto bastare per muovere un intero Parlamento ad occuparsi di noi.
È per questo che vivo come un atto d’obbligo, anche morale, la straordinaria opportunità che la politica ci ha offerto, un atto d’obbligo che impegna l’intera comunità a fare il possibile ed anche l’impossibile affinché Latina si presenti all’appuntamento del 2032 con le carte in regola e con i segni tangibili di un percorso già intrapreso in direzione di un futuro fatto di crescita e di consapevolezza, di speranza e di determinazione, di concretezza attorno alla visione che vogliamo vedere realizzata per la città, per la comunità che rappresentiamo e amministriamo, per noi tutti.
Sono alla guida dell’Amministrazione da poco più di 18 mesi e questo tempo mi ha consentito di comprendere che le nostre aspirazioni e le nostre azioni raramente si traducono in risultati immediati, e dunque bisogna avere la costanza e la lungimiranza di mettere insieme, un tassello dopo l’altro, le fondamenta del progetto che vogliamo vedere realizzato. Dobbiamo tessere ogni giorno parte della tela che ci vedrà domani soddisfatti di ciò che siamo stati in grado di fare; dobbiamo muoverci come instancabili formiche, ciascuna con un compito preciso per un obiettivo comune: seminare, raccogliere, crescere.
Non è facile, niente lo è quando si decide di inseguire un sogno e si è consapevoli della portata del progetto che coinvolge una comunità intera. Ci vogliono forza d’animo e determinazione, ma soprattutto servono compagni di viaggio armati di convinzione, lungimiranza e dedizione per la causa che hanno deciso di sposare. Credo di avere attorno una squadra fatta di consiglieri comunali, assessori, dirigenti e dipendenti comunali in grado di sostenere l’impegno a volte arduo di gestire i processi di sviluppo della nostra città: li vedo all’opera ogni giorno, ne avverto i segni di entusiasmo e qualche volta di stanchezza, conosco i vuoti dei nostri organici, ma so anche quali riserve di energia alimentano il lavoro quotidiano di ciascuno di coloro che lavorano per l’amministrazione comunale.
E so anche, per averlo sperimentato, che nei momenti di maggiore difficoltà viene fuori quella giusta dose di coraggio e di follia che ci consente di rilanciare, di alzare la posta, di credere fermamente nella possibilità di farcela.
Quest’anno la città di Latina ha ufficialmente ingaggiato una nova scommessa, quella del Centenario, una scommessa che ha visto l’immediata adesione della Provincia e che ci vede già destinatari del sostegno dello Stato, della Regione Lazio, della Camera di Commercio, del Consorzio di Bonifica, dell’Ater e di molti altri altri enti, ma soprattutto della convinta partecipazione della nostra comunità di cittadini e associazioni, la vera spina dorsale di questa nostra splendida città e di questo splendido territorio che è la nostra provincia.
Concludo con un’esortazione, facendo mia una frase del grande scrittore argentino Jorge Luis Borges: Tutto si costruisce sulla sabbia, nulla sulla pietra, ma noi dobbiamo costruire come se la sabbia fosse pietra”.