A San Felice Circeo, ci sono poche spiagge libere: a dirlo è Legambiente che, nella quarta giornata per la Goletta Verde, inserisce il Comune del Promontorio, insieme a Terracina, Minturno e Sperlonga, tra le 5 città costiere nel Lazio con meno spazi per i cittadini che non vogliono pagare per andare al mare
La legge regionale 8 del 2015 (“Disposizioni relative all’utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative”) stabilisce che “i Comuni sono tenuti a riservare alla pubblica fruizione una quota pari ad almeno il 50% dell’arenile di propria competenza” (art. 7). Leggendo i dati pubblicati da Regione Lazio e analizzati da Legambiente Lazio, 5 sono i comuni del territorio ad essere fuori norma: Roma (Ostia), San Felice Circeo, Terracina, Sperlonga e Minturno.
A Ostia (Roma) sono date in concessione a stabilimenti il 51,2% delle spiagge, a San Felice Circeo (Latina) il 50,2%, a Terracina (Latina) il 54,6%, a Sperlonga il 63,2% e a Minturno il 55,1%.
Un mezzo disastro e, quest’anno, a metterci lo zampino anche il Coronavirus per il quale si sono licenziati da parte degli Enti amministrativi ordinanze e procedure di gara a favore dei privati che hanno dato la definitiva zappa sui piedi al fruire delle spiagge libere.
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Caso esemplificativo è quello di San Felice Circeo dove, al netto delle risultanze di Legambiente, tanto hanno fatto discutere le ordinanze del Sindaco Schiboni che hanno dapprima vietato il bagno e, in seguito, hanno diviso le spiagge in diverse tipologie.
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Ecco allora che, in data 12 luglio, Vincenzo Bianchi dell’Associazione Lapis, Giulio Schisani dell’Associazione il Fortino, Lecizio Parlagreco rappresentante del Meet Up Circeo 5 Stelle e Matteo Lanzuisi segretario della sezione del Partito Democratico di San Felice Circeo, hanno presentato formale istanza al Comune di San Felice, con particolare destinatario il sindaco Giuseppe Schiboni, per chiedere all’Ente di annullare la determinazione del Servizio Demanio Marittimo del Comune di San Felice Circeo, datata 7 luglio 2020, con cui il Comune impiega larga parte dei centomila euro ottenuti dal piano Litorale Laziale Estate 2020 della Regione Lazio e li destina alla consultazione delle ditte che dovranno occuparsi di far rispettare le misure anti-Covid-19 sulle spiagge sanfeliciane. In copia anche la Prefettura, l’Asl e la Regione Lazio.
La determina suddetta dà il via alla procedura di affidamento per la gestione e le prenotazioni delle spiagge libere del comune di San Felice Circeo sino al 6 settembre 2020.
I quattro firmatari dell’istanza mettono in rilievo alcune criticità della determina. “Il capitolato di 5 pagine – scrivono nell’istanza – ne contiene tre e mezza dedicate alla descrizione dell’applicazione web che dovrà gestire il meccanismo di prenotazione (l’applicazione è un semplice strumento di servizio), mentre solo una pagina e mezza è dedicata alle caratteristiche del servizio sostanziale che deve essere attuato“.
“Il servizio degli steward – incalzano – è previsto dalla 8.30 alle 14, nella evidente previsione che ad agosto non ci sia qualcuno che acceda al mare dopo tale orario, oppure che dopo le 14 ci sia un divieto di balneazione. Il tratto di costa interessato sembrerebbe escludere aree quali: la scogliera di Quarto Caldo, la spiaggetta di torre Paola, il tratto da torre Olevola alla fine del confine con il comune di Terracina. Visti i ritardi – proseguono nell’istanza – non è pensabile ipotizzare un inizio del servizio “erogato nelle sua completezza” e seriamente prima dell’ultima settimana di luglio. In conseguenza del punto precedente l’importo finanziato per coprire l’intera stagione (quantomeno 2 mesi), sarà speso per poco più di un mese“.
Inoltre, spiegano Bianchi, Schisani, Parlagreco e Lanzuisi: “In maniera eclatante balza all’occhio che in alcun modo è prevista l’attività di sanificazione. Il termine “sanificazione” non è mai menzionato. Non sappiamo se si intenda procedere con altro provvedimento a queste essenziali attività, in ogni caso il procedimento in corso disattende sostanzialmente quanto era alle raccomandazioni della Regione Lazio, materializzatesi con il provvedimento di finanziamento. Tenuto conto che le aree libere in oggetto dovrebbero essere servite da noleggiatori privati di lettini e sdraio, i quali non ci sembra siano soggetti a particolari indicazioni in merito alla sanificazione, questo vuoto è notevole e mette a grave repentaglio la sicurezza della collettività fruitrice delle aree“.
Secondo i quattro firmatari dell’istanza, non avere specificato la sanificazione, tra le attività indicate ed evidentemente non derogabili previste dalla Regione Lazio, espone il Comune di San Felice a una eventuale revoca del finanziamento.
Ecco allora, concludono la loro corposa istanza, che “al fine di tutelare l’interesse pubblico e gli stessi equilibri di bilancio del Comune di San Felice Circeo“, è doverosa “la revoca in autotutela della Determinazione n. 267 del 07/7/2020 emessa dal Servizio Demanio Marittimo e l’emissione di un nuovo provvedimento che tenga conto di un arco temporale di espletamento ridotto da 3 mesi a poco più di un mese”, più “la necessità che i servizi coprano la totalità delle aree di balneazione libera“.
A conclusione, i quattro promotori dell’istanza richiedono che il nuovo provvedimento preveda il servizio di sanificazione e un orario adeguato alle effettive ore di utilizzo degli arenili, allungando il servizio fino alle 17.