MINACCIATA DAL CLAN CIARELLI: LA SCORTA AL PROCURATORE AGGIUNTO SCATURITA DA UN EPISODIO IN ZONA PUB

Luigia Spinelli, Procuratore Capo di Latina facente funzioni
Luigia Spinelli, Procuratore Capo di Latina facente funzioni

Minacce al magistrato Luigia Spinelli: il caso emerge di nuovo in un procedimento a carico di Antoniogiorgio Ciarelli

Fu Antoniogiorgio Ciarelli, membro e famigliare dell’omonimo clan latinense di origine rom – protagonista di un quarantennio criminale nel capoluogo – a minacciare l’attuale Procuratore Aggiunto di Latina, Luigia Spinelli, all’epoca dei fatti magistrato in servizio alla Direzione Distrettuale Antimafia e firmataria di tutte le maggiori inchiesta antimafia che hanno coinvolto la città pontina e oltre. Le minacce pronunciate in forma indiretta furono pronunciate a ottobre 2014 quando la dottoressa Spinelli era impegnata, peraltro, nel maxi processo Reset a carico del clan Travali e nel quale era imputato anche Luigi Ciarelli. L’episodio delle minacce, rilevato dai Carabinieri di Latina, ha causato la decisione di porre sotto scorta il magistrato antimafia, oggi alla guida della Procura di Latina.

La circostanza emerge nell’udienza che si è celebrata oggi, 25 giugno, dinanzi al primo collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana, in cui erano contrapposti il pubblico ministero Valentina Giammaria che chiede l’applicazione della sorveglianza speciale per Antoniogiorgio Ciarelli e il suo avvocato difensore Alessandro Farau, il quale ha richiesto la non applicabilità della misura di prevenzione, in ragione delle assoluzioni incassate dal suo assistito nei processi per l’omicidio di Massimiliano Moro e in quello derivante dall’inchiesta antimafia denominata “Purosangue”.

Per capire la vicenda occorre fare un passo indietro. Antoniogiorgio Ciarelli (45 anni), fratello dei più noti Carmine detto Porchettone, Ferdinando detto Furt e Lugi Ciarelli, esce dal carcere nel 2024, dopo aver scontato la condanna a 14 anni di reclusione per associazione a delinquere, tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco, estorsione. Una condanna rimediata nel processo Caronte, il procedimento che aveva posto all’attenzione la nota guerra criminale pontina tra i clan rom e la malavita non rom di Latina e che, sopratutto, costituisce l’origine delle più importanti inchieste sulla criminalità latinense, le quali sarebbero arrivate dopo, anche con la stagione dei collaboratori di giustizia.

Dopo aver scontato la pena, la Procura di Latina chiede che sia applicata la sorveglianza speciale ad Antoniogiorgio Ciarelli, una misura pendente da prima che entrasse nel carcere. A ricorrere contro l’applicazione della sorveglianza speciale è la difesa del 45enne, rappresentata dall’avvocato Farau, che richiama le assoluzioni nei processi Moro e Purosangue e ritiene che non vi è disparità tra quanto posseduto da Ciarelli e i suoi redditi

Succede, però, che il Tribunale di Latina chiede un supplemento di approfondimento per capire la pericolosità sociale di Antoniogiorgio Ciarelli ed è in questo momento (nei giorni scorsi) che esce fuori un avviso di conclusione indagine della Procura di Perugia a carico dell’uomo per il reato di minacce aggravate dal metodo mafioso contro il magistrato Luigia Spinelli e il gestore di un locale in zona pub a Latina.

L’indagine perugina è stata avviata perché, ad ottobre 2024, Antoniogiorgio Ciarelli, insieme ad altri due membri del clan, si reca nel locale dell’uomo. I due si conoscono già e Ciarelli gli chiede se è lui ad essere il compagno del magistrato, al che il gestore del pub gli risponde di essere il fratello del compagno della dottoressa Spinelli.

È da questo momento che Ciarelli dice a chiare lettere che, a causa del magistrato antimafia, ha dovuto subire diversi processi, rischiando anni di condanne. Dopodiché, andando via, Ciarelli si rivolge ai suoi famigliari e dice: “Tanto il locale è questo“. È il gestore del locale che sporge denuncia ai Carabinieri i quali ritengono di avviare una indagine i cui atti sono trasmessi per competenza alla Procura di Perugia che si occupa di ogni circostanza che riguardi i magistrati di Latina.

Le frasi di Ciarelli sono considerate una minaccia perché riferibili a processi istruiti dal magistrato verso la quale nutre una forte rancore. Ecco perché, a ottobre 2024, scatta la scorta per la dottoressa Spinelli e il procedimento per minacce nei confronti di Antoniogiorgio Ciarelli. Il fascicolo delle minacce entra direttamente nella procedimento collaterale che vede sul 45enne la possibilità che gli sia applicata la sorveglianza speciale, misura che, come detto, è pendente.

Sarà il primo collegio del Tribunale di Latina a stabilire se applicare o meno la misura in capo a Ciarelli, prendente dall’anno 2013, prima che entrasse nel carcere per scontare la condanna rimediata nel processo Caronte. Intanto, però, uno spaccato inquietante avvenuto nella zona della movida pontina ha influenzato la vita del magistrato, tuttora sotto scorta per le parole pronunciate da Antoniogiorgio Ciarelli.

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