Divieto di avvicinamento per una donna di Latina accusata di aver minacciato le assistenti sociali che hanno in carico il suo nucleo famigliare
Un contesto difficile e un provvedimento reso necessario, secondo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Laura Morselli, dai comportamenti della donna 35enne, di Cisterna di Latina, che è accusata di aver minacciato le due assistenti sociali che hanno preso in carico la situazione del nucleo famigliare, in particolare della sua bambina minorenne, oggi 13enne.
La donna, difesa dall’avvocato del Foro di Roma, Antonio Sordi, è comparsa oggi, 14 aprile, dinanzi al Gip Morselli, che ha disposto la misura cautelare, per svolgere l’interrogatorio di garanzia, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Al momento, la 35enne ha il divieto di avvicinarsi alle due assistenti sociali verso le quali ha avuto un comportamento aggressivo.
Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe inviato diversi messaggi nei confronti delle due assistenti sociali, arrivando anche ad incontrarle e minacciarle. Il motivo scatenante è stato il sospetto che sua figlia, assegnata ad una casa famiglia di Lariano, sarebbe stata destinataria di attenzioni sessuali da parte di un dipendente della casa famiglia medesima.
La minorenne sarebbe stata anche ascoltata alla polizia giudiziaria e avrebbe ritrattato ciò che aveva confessato alla madre. Ecco perché la donna, individuando nelle due assistenti sociali le responsabili di quanto sarebbe avvenuto nella casa famiglia, avrebbe iniziato a tormentarle con messaggi e minacce per far sì che la figlia fosse allontanata da Lariano.
Al momento, la minorenne è tornata a vivere con il padre, mentre la madre sarebbe intenzionata ad andare avanti con le denunce nei confronti della casa famiglia. Nel frattempo, però, a causa delle minacce proferite contro le due assistenti sociali, la donna è indagata per atti persecutori.
