Stalking e maltrattamenti a Latina, ascoltato l’uomo accusato di aver minacciato di suicidarsi con i figli mentre li portava in auto
Dinanzi al I collegio del Tribunale di Latina composto dai giudici Soana-Bernabei-Brenda, è stato interrogato l’uomo di 47 anni di Latina imputato di atti persecutori nei confronti della ex compagna. La particolarità di questo ennesimo caso di stalking è che l’uomo, in uno dei tanti episodi sollevati dagli inquirenti, avrebbe minacciato di suicidarsi con i figli, comunicandolo al telefono alla ex compagna.
Oggi, 6 novembre, l’uomo, difeso dall’avvocato Oliviero Sezzi, è stato interrogato dal pubblico ministero Giuseppe Bontempo, dall’avvocato Francesca Pepe che assiste l’ex compagna costituitasi parte civile e dal suo stesso difesore.
Il 47enne, da febbraio agli arresti domiciliari, ha spiegato che non voleva che la compagna frequentasse altri uomini con i bambini, dichiarando peraltro che, rispetto all’accusa di aver puntato una pistola contro la ex, si trattava solo di uno scherzo.
Imprenditore all’estero, con società in Romania, è emerso che l’uomo è stato denunciato anche da altre due donne con cui ha intrattenuto relazioni sentimentali. Denunce che oggi il 47enne ha minimizzato. La storia con la ex sarebbe finita perché il 47enne aveva un’altra relazione. Ad ogni modo, la stessa donna, che dovrebbe essere ascoltata come testimone il prossimo 8 gennaio (data di rinvio del processo), ha denunciato il 47enne.
Riguardo all’episodio del minacciato suicidio con i figli, il 47enne ha negato l’episodio, spiegando che in realtà avrebbe detto: “Dove vuoi che vada con i bambini, addosso a un palo?”. Una storia, tuttavia, che ha fatto emergere uno spaccato pesante in cui la sua ex, a detta dell’imputato, avrebbe caricato su un profilo di un sito hot i dati dell’amante dell’uomo.
Il 47enne ha negato ogni accusa a suo carico, anche quella di aver mai picchiato la madre o di aver minacciato il padre della ex. ”È da febbraio che non vedo i bambini – ha detto l’uomo – volevo solo che la mia ex non portasse i nostri bambini con lei quando frequentava uomini con cui aveva relazioni saltuarie”.
Dinanzi al I collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Soana-La Rosa-Brenda, è stata ascoltata come testimone e parte offesa, costituitasi parte civile, la ex compagna del 47enne di Latina, tratto in arresto lo scorso febbraio, in flagranza differita, in quanto gravemente indiziato del reato di atti persecutori nei confronti della ex compagna, nonché madre dei suoi figli.
I FATTI – A febbraio scorso, la donna aveva iniziato a raccontare agli investigatori della Squadra Mobile di Latina, dopo anni di terrore, il contesto di minacce e di violenze fisiche e psicologiche subite dal padre dei suoi figli negli anni di convivenza, condotte che l’avevano portata già dal 2017 a porre fine alla relazione e a trasferirsi insieme ai figli minori presso la casa dei genitori. La donna ha raccontato inoltre di non aver mai denunciato quelle condotte per paura di eventuali ritorsioni nei confronti suoi e dei figli; in più occasioni infatti sarebbe stata minacciata dall’uomo, anche con minacce di morte. La donna ha ricostruito agli inquirenti anche vari episodi di violenza fisica subita, tra cui uno avvenuto mentre era in stato di gravidanza, in attesa del loro secondo figlio.
Nonostante l’allontanamento dalla casa familiare e la fine della relazione, l’uomo non avrebbe interrotto le condotte persecutorie nei confronti della donna, tempestandola di telefonate whatsapp fino ad arrivare al culmine avvenuto nella giornata di giovedì 29 febbraio, in cui l’uomo, nel corso della telefonata registrata dalla donna, le ha proferito la minaccia di togliersi la vita “sbattendo“ l’auto in cui si trovava con i figli, contro un palo.
Il contesto delineato dalla vittima, fatto di minacce e prevaricazioni, unitamente agli ultimi fatti documentati attraverso i file audio e le foto mostrate agli inquirenti e riferibili senza dubbio a condotte avvenute nelle 48 ore precedenti alla denuncia della stessa, hanno consentito agli inquirenti di procedere all’arresto dell’uomo, grazie allo strumento dell’arresto in flagranza differita, introdotto dalla Legge 24 novembre 2023, n. 168 recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, istituto applicabile nei casi di violenza domestica quando, fuori dalle ipotesi di flagranza o quasi flagranza, possa evincersi sulla base di documentazione videofotografica o altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica la inequivocabilmente commissione del fatto nelle 48 ore precedenti, nella cui casistica rientra anche la commissione del reato di atti persecutori previsto.