Minacce e insulti al Presidente della Repubblica Mattarella: indagine della Procura di Roma, perquisizioni della Digos in varie città d’Italia tra cui Aprilia
“Armiamoci e andiamo ad ammazzare quel figlio di Troia”, “ti auguro di morire male”, “non vedo l’ora che ci sia il tuo funerale”, “pezzo di m. ti voglio vedere morto”. Di questo tenore gli insulti e le minacce proferite contro il Capo dello Stato Mattarella un anno fa, durante il lockdown della prima ondata. Ad essere indagati dalla Procura di Roma sono, ad ora, dieci persone, tra cui anche un giovane di Aprilia: Alessio Pichi.
Nelle prime ore di questa mattina, gli agenti della Polizia Postale e della Digos, coordinati dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte della Procura capitolina, hanno eseguito in varie zone d’Italia 10 perquisizioni personali e informatiche nei confronti di altrettante persone. Sono tutti sospettati di aver avuto “un ruolo significativo nella campagna d’odio, veicolata sul web anche attraverso gravi minacce, nei confronti di numerose figure istituzionali”. Bersaglio principale Sergio Mattarella, verso il quale gli insulti si sono intensificati con l’adozione delle misure restrittive in ragione della pandemia da Coronavirus.
Gli agenti hanno sequestrato telefonini e tablet, oltre agli hard disk di computer e altri supporti informatici. Gli indagati, alcuni dei quali di dichiarate simpatie destrorse e/o tendenzialmente no vax, rischiano una condanna per vilipendio o offesa all’onore e al prestigio del Capo dello Stato. La pena prevista, nel caso in cui l’inchiesta dovesse andare avanti e sviluppare un processo, è tra un anno e cinque anni di reclusione.
Oltreché ad Aprilia, le perquisizioni sono state eseguite a Viterbo e Marino per quanto riguarda il Lazio, e, ancora, in Liguria, Lombardia, Puglia, Toscana e Piemonte.
Gli indagati sono Renè Nani di Gonzaga (Mantova), Alessandro Bellomo di Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, Carlo Botta di Grosseto, già noto come antieuropeista e fautore dei mini bot, Vito Contesi di Bari Simone Gagliardone di Penago, in provincia di Asti, Salvatore Giuseppe Ingrosso di Sava, in provincia di Taranto, Arjan Karagjozi, di Genova, Alessio Pichi, di Aprilia, Alessandra Pioli di Terni, Rosario Ricci di Viterbo e Irena Salati, di Marino, in provincia di Roma.