Minacce al sindaco di Priverno e al dipendente del cimitero: è stato rinviato a giudizio il 25enne di Terracina Gianluca D’Amico
L’accusa comprende anche quella a un corpo politico perché a finire nel mirino fu l’attuale sindaco di Priverno Anna Maria Bilancia. Oltre a lei anche due dipendenti, uno del Comune e l’altro della ditta (Ercolani Group) che aveva in gestione il cimitero e il cui affidamento fu revocato dal Comune perché colpita da interdittiva antimafia.
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Per tali ragioni, Gianluca D’Amico, 25 anni, è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Mario La Rosa.
D’Amico, che fu coinvolto nell’inchiesta sul Clan Di Silvio, “Alba Pontina”, e poi subito dopo rilasciato, era il giovane che, insieme a Matteo Lombardi (poi morto in circostanze misteriose), ebbe a che fare con i Di Silvio per il controllo dei manifesti alle elezioni amministrative del 2016 a Terracina, dove lui appoggiava il padre Gianni D’Amico che si presentava come consigliere comunale.
Per quanto riguarda queste contestate minacce, l’accusa sostiene che D’Amico avrebbe tallonato sindaco e i due dipendenti per interferire nella gestione del cimitero. “Non sei stata di parola, sgozzeremo le tue figlie e tuo nipote” – così, secondo gli inquirenti, si sarebbe rivolto al Sindaco Bilancio tramite uno scritto anonimo. Oppure: “Farai una brutta fine – verso il dipendente comunale – guardati le spalle. Non ci fermerete. Occhio”. E ancora: “Ti accorceremo la lingua per sempre, Guardati le spalle”.
Ora, D’Amico dovrà affrontare il processo.