METODO LIFE 120 NON È TRUFFA: ARCHIVIATO ADRIANO PANZIRONI

Adriano Panzironi
Adriano Panzironi

Life 120: il GIP del Tribunale di Roma ha disposto l’archiviazione del procedimento penale nell’ambito del quale Adriano e Roberto Panzironi erano indagati per truffa nei confronti di coloro che seguono lo stile di vita Life 120

I Panzironi erano stati querelati nel 2018 dall’Ordine dei Medici di Roma. Con tale provvedimento il Gip Maria Paola Tomaselli ha riconosciuto l’infondatezza della notitia criminis poiché non risultano sussistenti gli elementi costitutivi del reato di truffa, aggiungendo che le condotte poste in essere dagli indagati non possono qualificarsi quali ingannevoli, non commercializzando, i suddetti Panzironi, prodotti diversi o con caratteristiche non conformi a quanto indicato.

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Il Gip ha altresì evidenziato che non risulta presentata alcuna querela da parte dei soggetti asseritamente truffati. Per Panzironi, che da sempre fa discutere e che conserva un ottimo seguito anche in provincia di Latina, una vittoria.

“Non c’è stata nessuna truffa e i prodotti commercializzati dai fratelli Adriano e Roberto Panzironi in base allo stile di vita “Life 120” sono perfettamente regolari e corrispondenti alle relative descrizioni. La giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Maria Paola Tomaselli ha archiviato definitivamente la denuncia-querela per truffa presentata nel 2018 dall’Ordine dei Medici del Lazio contro i fratelli Panzironi. La sentenza smonta completamente l’impianto accusatorio e conferma pienamente la decisione della Procura che chiedeva l’archiviazione e che era stata impugnata dall’Ordine dei Medici”. Così in una nota l’avvocato difensore dei Panzironi, Giorgio Perroni.

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Tre, in sostanza, le questoni affrontate dalla giudice.

  1. 1)  La dottoressa Tomaselli ha accertato che nel comportamento dei fratelli Panzironi non “risultano gli elementi costitutivi del reato di truffa”. Non ci sono stati, cioè, “artifici o raggiri” per “indurre in errore” i consumatori e procurarsi “ingiusto profitto e altrui danno”. Non solo, non è risultata nessuna forma di “inganno”: i prodotti commercializzati dai fratelli Panzironi non sono risultati “diversi o con caratteristiche non conformi a quanto indicato”. In sostanza: quanto è scritto sulle etichette degli integratori “Life 120”corrisponde alla realtà e ai contenuti.
  2. 2)  La giudice ha anche rilevato che il fatto che la vendita dei prodotti “Life 120” si svolgesse online non comporta alcun tipo di inganno. Chi li acquista ha la possibilità di verificare e controllare esattamente come per qualunque altra forma di vendita in negozio reale o via internet. La Gip Tomaselli ribadisce un principio ormai evidente a tutti: il fatto di vendere un prodotto online non configura assolutamente una situazione ingannevole nei confronti del consumatore purché si rispettino delle regole che, evidentemente, i fratelli Panzironi rispettavano e rispettano.
  3. 3)  Tutto questo, secondo la sentenza, è confermato anche dal fatto che nessun consumatore si è rivolto al giudice contestando di essere stato ingannato o truffato da “Life 120” e dai fratelli Panzironi. In sostanza, secondo la giudice, l’Ordine dei Medici del Lazio non aveva nemmeno titolo per avviare un procedimento per truffa in quanto non poteva essere stato truffato attraverso l’acquisto dei prodotti “Life 120”. E la giudice sottolinea che “non risulta presentata alcuna querela da parte dei soggetti realmente legittimati in quanto destinatari” dello stile di vita Life 120.

“Finalmente dopo 4 anni – spiega Adriano Panzironi – si è concluso l’attacco giudiziario promosso dall’Ordine dei medici di Roma contro il mio lavoro. La sonora bocciatura da parte della magistratura nei confronti del presidente Magi dimostra che occorre sempre avere fiducia nella giustizia. Il prossimo passo sarà quello di ottenere un risarcimento danni esemplare che sia di monito a futuri strapoteri inquisitori degli Ordini dei medici”.

“Sono davvero molto soddisfatto – aggiunge Roberto Panzironi – Il Tribunale ha letteralmente distrutto le argomentazioni dell’Ordine dei medici dando ragione alla Procura che voleva archiviare. Ciò significa che il lavoro in buona fede di un’azienda seria paga e nemmeno l’Ordine dei medici può metterlo in discussione in un Paese civile. Credo che, adesso, l’Ordine e il suo presidente dovranno pagare l’arroganza e la pervicacia del loro comportamento. E’ ovvio che chiederemo i danni di immagine che ci sono stati e sono stati rilevanti. Noi, intanto, continueremo a lavorare con serenità e dedizione alla mission che ci siamo dati che è quella di aiutare la gente a star meglio”.

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