Il Consigliere di Europa Verde Gabriele Subiaco, nell’ultima seduta di Consiglio comunale del 17 Aprile scorso, ha presentato una articolata Interrogazione per conoscere dalla Giunta lo stato di avanzamento aggiornato dei lavori di “Realizzazione delle Opere di Difesa Caduta Massi in Località La Fiora (M.te Cucca).
Relativamente a questa opera, nel 2017 veniva assegnato il finanziamento di 4 milioni di euro da parte della Regione, e sempre nel 2017 veniva realizzato il progetto dei lavori dallo Studio di Ingegneria Discetti di Bergamo. Nel 2021 (dopo ben 4 anni) è stato stipulato un contratto di appalto con l’impresa appaltatrice, la Soc. Cadore Asfalti srl ed è stato già pagato, nel 2022, alla ditta l’anticipo del 20% dei lavori per un importo di 500.297 euro, e questo senza posare, ad oggi, neanche una pietra.
I lavori, pur essendo stati parzialmente consegnati alla ditta appaltatrice il 15 marzo 2022, prevedendo 270 giorni naturali e consecutivi per la loro ultimazione, non sono mai iniziati, anzi, ad essere più precisi, sono iniziati, ma sono stati subito bloccati, dopo la disastrosa vicenda dell’espianto degli ulivi affrontati a colpi di ruspa, i cui danni e e le cui responsabilità, dopo 3 anni, ancora non sono state accertate e chissà se mai lo saranno. Nel frattempo, dopo aver elaborato il progetto esecutivo e dopo aver assegnato l’appalto, si scopre che era necessaria, prima di espropriare i terreni interessati dalle opere, una variante urbanistica che ad oggi non ci risulta che sia stata ancora fatta e che alle pendici del Monte Cucca, laddove devono essere posati, da progetto, i valli paramassi di protezione, passava, da sempre, la principale condotta idrica di Acqualatina che serve tutta la città di Terracina, con la necessità di spostarla e Acqualatina addirittura non era stata neanche invitata allora alla conferenza di servizi, svoltasi nel 2021. Ci pare del tutto evidente che chi ha gestito questa opera lo ha fatto con grave imperizia e superficialità, mettendo a rischio persone, animali, cose e infrastrutture.
Inoltre, nella risposta ad una precedente nostra interrogazione del 1° luglio 2024, erano emerse alcune altre criticità: la necessità di reperire nuove somme per compensare il sopravvenuto aumento dei prezzi dei materiali; la mancata acquisizione del parere della direzione regionale aree boscate e foreste sul progetto e la Valutazione Incidenza Ambientale-Vinca; la perizia di variante presentata dalla Cadore Asfalti in cui l’impresa ha evidenziato tutta una serie di carenze del progetto; le criticità sollevate dall’impresa già all’avvio dei lavori e successivamente in sede di verbale di sospensione lavori in data 17.6.2022.
Rispetto a questa situazione, risalente al 1° luglio del 2024, a settembre del 2024 è stato affidato l’incarico professionale per la redazione della relazione vegetazionale richiesta dalla Regione Lazio – Area Governo del Territorio e Foreste necessaria in quanto l’area dell’intervento è classificata come “area boscata” nel PTPR e a novembre del 2024 l’Ente prendeva atto della nota, risalente addirittura a giugno 2022 (2 anni e mezzo prima), con la quale la Regione Lazio – Area tutela del Territorio, aveva comunicato all’Ente che la richiesta di utilizzo delle economie di gara del progetto principale per poter finanziare con le stesse “la realizzazione delle opere complementari dei Lavori di realizzazione opere in difesa caduta massi località La Fiora” per un importo complessivo di 867.111 euro, inviata dal Comune di Terracina, non poteva essere accolta, invitando l’Ente a provvedere con fondi del proprio bilancio.
In base agli ultimi aggiornamenti forniti in Aula dall’Assessore De Felice in risposta alla nostra interrogazione che ringraziamo per la puntuale disamina, ad oggi, i lavori sono sospesi in attesa dell’approvazione di una perizia di variante presentata dalla ditta che comporterebbe un aumento dei costi del 13% che si pensa di coprire in parte con le minor spese per i lavori di spostamento della condotta di Acqualatina e perlopiù con le economie di gara del progetto iniziale. Inoltre manca ancora la Vinca, mentre è pervenuto il parere della Regione Lazio – Aree boscate in merito alla legge 39/2002 con la necessità di individuare un’area per la ripiantumazione delle essenze arboree che dovranno essere speriamo non eliminate ma solo spostate. Il cronoprogramma prevederebbe una durata dell’intervento di 330 giorni (11 mesi) a partire dalla data di inizio, che nessuno, ad oggi, conosce.
Inoltre, come sottolineato in diverse occasioni, ci chiediamo se la finalità, di questo progetto, sia realmente coerente con l’obiettivo del finanziamento di 4 milioni di euro con i fondi POR-FESR, concessi dalla Regione, che è la “Messa in sicurezza e l’aumento della resilienza dei territori più esposti a rischio idrogeologico”, quindi la sicurezza prioritariamente di persone ed abitazioni, visto che i valli paramassi previsti dal progetto sembrano collocati in un’area che non sovrasta alcun nucleo abitativo ma solo case sparse (10 persone a rischio diretto e a rischio di perdita dell’abitazione), oltre che la tratta ferroviaria e la strada. Questo in considerazione del fatto che in località La Fiora, il nucleo abitativo più consistente si trova anch’esso alle pendici del M.Te Cucca, in una zona ad elevatissima pericolosità, ma al di fuori dell’ambito di intervento di questo progetto. Anche questa fu una scelta “discrezionale” della Amministrazione di allora?….
“In questa situazione in cui, dopo il finanziamento del 2017, i lavori, che durerebbero quasi un anno, sono di là da iniziare dopo aver anticipato già oltre 500.000 euro alla ditta appaltatrice, in cui nel 2025 ancora dobbiamo ancora acquisire dei pareri necessari per chiudere la Conferenza di servizi iniziata nel 2021, con interventi complementari discutibili che bloccano 1 milione di euro di risorse di Bilancio ed una perizia di variante del progetto con un incremento di costi che pensiamo di coprire con economie di gara sulle quali la Regione già ci ha già detto no per il loro utilizzo sui lavori complementari, situazione che presenta potenzialmente gravi rischi di contenzioso legale e danno erariale da accertare vista l’imperizia tecnica se non anche la negligenza degli uffici comunali, la politica di questa Città continua a gingillarsi dal 2012, attorno alla riattivazione della linea ferroviaria, continuando imperterrita con gli illusionismi e le mistificazioni elettorali, da parte di quelle forze politiche che hanno governato la città negli ultimi 20 anni, e che, in questi 13 anni, come appare del tutto evidente, non sono state capaci neanche di dare inizio agli interventi di messa in sicurezza del Monte Cucca mettendo a frutto gli unici soldi (4 milioni di euro) che ci sono stati assegnati dalla Regione. Con l’ingresso di ANAS nella partita assisteremo ad ulteriori modifiche, se non allo stravolgimento, del progetto esecutivo e sarà sicuramente necessario rivedere il perimetro del fronte franoso per venire incontro alle necessità di sicurezza stradale che saranno prioritarie rispetto alla tratta ferroviaria ormai ammalorata e da ricostruire integralmente con costi esorbitanti.
Eppure, in questo scenario devastante, l’ultima operazione all’insegna dell’illusionismo elettorale, è stata quella del tavolo tecnico, sorto in occasione della campagna per le europee, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che si è riunito in un paio di occasioni, con RFI che avrebbe dato la sua disponibilità alla riapertura della linea ferroviaria a patto di trovare 60 milioni di euro a cui andrebbero aggiunti altri 15 milioni di euro per la messa in sicurezza del M.te Cucca, oltre i 4 già concessi. Un verdetto che sembrava aver messo una pietra tombale sulla vicenda, ma dopo 2 anni di silenzio, in occasione dell’ultimo viaggio della speranza, al Ministero dei Trasporti, quello del 15 Aprile scorso abbiamo portato a casa dopo 13 anni: l’impegno a costituire una Cabina di Regia; uno sconto da 15 a 10 milioni di euro per la messa in sicurezza del M.te Cucca, con eventuali fondi FESR regionali, la cui urgenza, come ci ricordava il Sindaco nell’ultimo Consiglio Comunale, sembra ora dettata più dalla necessità di mettere in sicurezza la superstrada Frosinone Mare, molto transitata e quindi ad elevata pericolosità, anch’essa minacciata dalla “tremenda” montagna; la promessa di un nuovo incontro prima dell’estate per cominciare a parlare concretamente di progetti, risorse, tempi.
Insomma, a quanto pare, non si è messa ancora la parola fine alla strumentalizzazione di questa triste vicenda per la nostra città da parte di certa politica, per la quale, senza provare alcun imbarazzo, la realtà, i fatti e 13 anni di fallimenti e false promesse, la cui responsabilità politica è chiara, sembrano davvero un dettaglio insignificante e sul quale si vorrebbe far finta di nulla. Più che tirare avanti, con incontri “spintanei”, con impegni vaghi e impossibili cifre “monstre” buttate là da parte degli Enti che vi partecipano per dovere istituzionale, incontri stimolati per il tramite della filiera politica di partito e sui quali qualcuno non vede l’ora di mettere la bandierina politica, bisognerebbe pretendere invece, una volta per tutte ed ufficialmente come Comune e come Città mettendosi alla testa e rappresentando una intera comunità, una decisione chiara su questa vicenda, accertando le responsabilità di questo disastro tecnico e amministrativo e formulando un Piano complessivo completo degli interventi e delle risorse economiche, sottoscritto da tutti gli Enti coinvolti. Penso che dopo 13 anni i cittadini di questa città, che hanno mostrato tanta, forse troppa, pazienza, lo meriterebbero. Sono anni che lo diciamo e lo chiediamo questo Piano impegnativo.
La mia impressione, ad oggi, fondata solo su quanto leggo, conosco ed ho approfondito personalmente in questi anni sulla questione, di cui mi interesso dal 2016, avendo partecipato, in questi anni, ad incontri in Regione e dell’Osservatorio regionale sui Trasporti, è che, con un’altra decina di milioni, riusciremo forse a mettere in sicurezza la montagna visto che Anas non ha alcuna intenzione di chiudere anche la superstrada, ma che molto difficilmente riusciremo a riattivare la tratta ferroviaria Terracina – Priverno Fossanova anche solo per un uso locale, visto che l’impegno economico richiesto è notevolissimo ma non supportato da un business plan costi/benefici che lo sostenga adeguatamente e che comunque la littorina che parte da Terracina ed arriva a Roma e viceversa, testimone di un nostalgico tempo che fu, i terracinesi difficilmente la rivedranno, alla luce anche delle già critiche condizioni di congestione della linea Fl7 Roma-Napoli dovute agli elevati livelli di traffico ferroviario. Ecco cominciare a far luce sui 4 milioni di euro e pretendere chiarezza, una volta per tutte, sul futuro del treno, in modo trasparente, senza continuare a trascinare la questione solo per calcoli elettorali, sarebbe davvero apprezzabile oltre che serio e responsabile”. Dichiara Gabriele Subiaco, Consigliere Comunale e Consigliere Nazionale di Europa Verde.