MAZZETTE A PONZA, D’AMICO RIMANE AI DOMICILIARI. GIP: PUÒ INQUINARE LE PROVE

Il consigliere comunale di Ponza Danilo D’Amico ha affrontato l’interrogatorio di convalida dell’arresto

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce ha sciolto la sua riserva: l’ormai ex consigliere comunale di Ponza, Danilo D’Amico, esponente di Fratelli d’Italia, rimane agli arresti domiciliari. L’avvocato Mario Romanzi, che difende D’Amico, aveva chiesto per il proprio assistito la revoca dei domiciliari o una misura meno afflittiva com l’obbligo di firma. Nonostante ciò, il Gip La Croce, su richiesta del sostituto procuratore di Cassino, Flavio Ricci, che coordina le indagini dei Carabinieri di Formia e Ponza, ha confermato gli arresti domiciliari.

Secondo il magistrato cassinate, D’Amico, pur essendosi dimesso dalla carica di consigliere comunale, con la delega ai Lavori Pubblici, è ancora in grado di inquinare le prove, in ragione dei suoi rapporti con personaggi interni al Comune dell’Isola. Ecco perché si può desumere che la Procura di Cassino sia convinta che la richiesta di D’Amico non sia figlia di un’azione individuale ma che possa avere anche qualche addentellato nell’amministrazione ponzese. Escluse indagini a carico della parte politica dell’amministrazione – la Giunta del Sindaco Francesco Ambrosino è estranea -, i raggi x degli inquirenti potrebbero essere puntati su qualche dipendente comunale.

Lo scorso 22 giugno, Danilo D’Amico – che, dopo gli arresti in flagranza di reato del giorno prima, era stato espulso dalla maggioranza per decisione del sindaco Francesco Ambrosino – aveva deciso di dimettersi dalla carica di consigliere comunale, proprio per strategia giudiziaria così da ottenere la revoca della misura. Senza più la carica, secondo il ragionamento della difesa, non avrebbe più potuto incidere in nessuna scelta, né pervertire eventuale prove a suo carico. Una scelta che evidentemente non ha pagato.

L’esponente di “Cambiamo il Vento”, vicino a Fratelli d’Italia, dovrà quindi rimanere ai domiciliari, mentre la sua difesa sta valutando il ricorso al Tribunale del Riesame.

Come noto, è contestato al consigliere comunale, che aveva la delega dei Lavori Pubblici, il reato di concussione. Le indagini continuano con i Carabinieri della Compagnia di Formia, diretti dal Maggiore Michele Pascale.

I militari della Stazione di Ponza e della Sezione Operativa hanno arrestato il 33enne D’Amico per aver chiesto ed ottenuto 5000 euro da un imprenditore romano al fine di fargli avere un futuro appalto di 50.000 euro inerente al mantenimento del verde dell’isola di Ponza. L’appalto consisteva nei lavori di pulizia dei sentieri dell’isola pontina.

Il giovane esponente politico è stato bloccato dai Carabinieri davanti al bar sotto gli uffici comunali, proprio dopo aver ricevuto la mazzetta. I militari dell’Arma, consapevoli della richiesta di tangente, si erano organizzati proprio per coglierlo con le classiche “mani nella marmellata”. La richiesta di mazzetta sarebbe stata effettuata tramite un messaggio inviato da D’Amico alla ditta coinvolta. Un messaggio che evidentemente è stato captato dai Carabinieri, avvertiti dal titolare dell’impresa che aveva ricevuto la richiesta di pagamento da parte di D’Amico.

I militari dell’Arma hanno prontamente agito mentre D’Amico prendeva la mazzetta dalla mani del titolare della “Garden Nomentano” di Roma, la ditta capitolina che voleva occuparsi del verde sull’isola, per cui era competente, per delega del Sindaco, il consigliere comunale arrestato. Tuttavia, l’impresa romana era stata già esclusa dalla gara perché non aveva presentato, nei tempi e nelle modalità previsti, la propria domanda di partecipazione.

A nulla sono valse oggi, 24 giugno, le richieste della difesa che ha cercato di spiegare di come D’Amico, peraltro, non avesse nessuna incidenza in una eventuale gara per il verde pubblico che, anche per ammissione del Sindaco, è stata già effettuata. Le indagini, intanto, proseguono.

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