MASCARELLO: “10 ANNI DI PROMESSE TRADITE”

Ponte Mascarello chiuso2
Ponte Mascarello come risulta oggi: chiuso

Ponte Mascarello, la protesta del responsabile Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Giovanni Delle Cave: “10 anni di promesse tradite e cittadini abbandonati”

Giovanni Delle Cave, Responsabile dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada per le Province di Latina e Frosinone, ha preso di pugno la situazione e indirizzato una lettera a tutte le massime Istituzioni, nazionali e locali.

DIECI ANNI DI IMMOBILISMO INACCETTABILE. “L’8 febbraio 2021 veniva sottoscritto l’Accordo per il recupero strutturale del ponte sul Canale Mascarello quale misura compensativa per la dismissione dell’impianto nucleare di Borgo Sabotino. Oggi, a distanza di quasi quattro anni da quella firma solenne, il ponte rimane ancora chiuso al traffico, in uno stato di totale abbandono che rappresenta una vergogna per tutte le istituzioni coinvolte.

Ma la vergogna è ancora più profonda se consideriamo che il ponte è interdetto al transito da oltre 10 anni, trasformando quella che doveva essere una misura compensativa in una beffa ai danni dei cittadini di Borgo Sabotino e dell’intera comunità pontina”.

UN ACCORDO TRADITO E CITTADINI TRADITI. “L’Accordo del 2021 prevedeva chiaramente che SOGIN S.p.A. si impegnasse a realizzare il recupero strutturale del ponte con un investimento di 1,6 milioni di euro, mentre Regione Lazio e Comune di Latina assumevano l’impegno di convocare una conferenza dei servizi per il rilascio delle autorizzazioni necessarie. Dove sono finiti questi impegni solenni? Dove sono finite le promesse fatte ai cittadini?

La normativa italiana è chiara: l’articolo 2-bis della legge n. 241 del 1990 stabilisce che “le pubbliche amministrazioni sono tenute al risarcimento del danno ingiusto cagionato in conseguenza dell’inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento”. La giurisprudenza di legittimità ha chiarito che costituisce inadempimento grave dell’amministrazione committente la prolungata impossibilità di dare avvio ai lavori nonostante la stipula di accordi e l’assunzione di impegni formali”.

I DANNI SUBITI DALLA COLLETTIVITÀ. “Questo immobilismo criminale ha causato danni incalcolabili. isolamento territoriale: i cittadini di Borgo Sabotino sono costretti a percorsi alternativi lunghi e disagevoli per raggiungere le proprie abitazioni e attività. Danno economico: le attività commerciali e turistiche della zona hanno subito perdite enormi per la mancanza di collegamento diretto. Danno ambientale: l’aumento del traffico su percorsi alternativi ha incrementato l’inquinamento e il consumo di carburante. Danno sociale: intere famiglie sono state private del diritto fondamentale alla mobilità e all’accessibilità del proprio territorio. Perdita di fiducia nelle istituzioni: i cittadini hanno perso ogni fiducia in amministrazioni che promettono e non mantengono”.

La misura è colma. Come rappresentante di un’associazione che si batte quotidianamente per la sicurezza stradale e i diritti dei cittadini, non posso più tollerare questa situazione di totale abbandono. I cittadini di Borgo Sabotino e dell’intera provincia di Latina sono esasperati da quindici anni di promesse vuote e immobilismo istituzionale. La giurisprudenza consolidata ha stabilito che “il lunghissimo tempo trascorso, non solo dopo la stipulazione del contratto di appalto ma anche dopo la consegna dei lavori, senza che fosse consentito l’inizio effettivo dei lavori, e pure dopo l’espressa diffida, nonché la mancanza di qualsiasi valida giustificazione di tale inerzia costituiscono elementi idonei per ritenere la sussistenza di un grave inadempimento dell’Amministrazione committente”.

“Esigo immediata convocazione della conferenza dei servizi prevista dall’Accordo del 2021, con termine perentorio di 30 giorni dalla ricezione della presente; cronoprogramma dettagliato dei lavori con date certe e non più prorogabili; nomina di un commissario straordinario ai sensi della normativa vigente per superare ogni forma di inerzia amministrativa; risarcimento dei danni subiti dalla collettività per il prolungato immobilismo; relazione pubblica sulle cause che hanno determinato questo inaccettabile ritardo di quindici anni”.

“Qualora le amministrazioni persistessero nell’inerzia, mi riservo di: promuovere azione legale per accertamento dell’obbligo di provvedere e risarcimento danni; segnalare la situazione alla Corte dei Conti per danno erariale; coinvolgere la stampa nazionale per denunciare pubblicamente questo scandalo; organizzare manifestazioni di protesta per sensibilizzare l’opinione pubblica; richiedere l’intervento del Prefetto per l’esercizio dei poteri sostitutivi. I cittadini non possono più aspettare. Le istituzioni che hanno sottoscritto quell’accordo nel 2021 hanno il dovere morale e giuridico di rispettare gli impegni assunti. Il ponte Mascarello deve essere riaperto e deve esserlo subito. La pazienza dei cittadini è finita. La credibilità delle istituzioni è azzerata. È tempo di agire, non di continuare a promettere. In attesa di riscontro immediato e concreto, porgo distinti saluti”.

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