Mancato versamento dell’Iva contestato all’ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta: il reato non può estinguersi
Sembrava una formalità l’udienza odierna che avrebbe dovuto sancire l’estinzione del reato per omesso versamento dell’Iva. Sul banco degli imputato l’ex Presidente del Latina Calcio e ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta. Un processo minore in cui gli viene contestato, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio, l’omesso versamento dell’Iva per l’annualità 2015.
Pur presentati dall’avvocato difensore Giuseppe Fevola i documenti che attestavano i due pagamenti di prima e seconda rata del debito derivante dall’Iva mancata da parte di Maietta, il giudice Sergio ha ricordato al legale la sentenza numero 43569, pronunciata dalla Corte di Cassazione Cassazione a ottobre 2023.
In tale sentenza, è stata revocata la causa di non punibilità che rinvia a legge di bilancio 2022: vale a dire che non è applicabile la suddetta causa per l’omissione Iva del 2015, ossia anche nel caso specifico dell’ex deputato. Ecco perché il giudice ha disposto doi andare avanti col processo che riprenderà il prossimo 16 ottobre con l’escussione di due testimoni della difesa.
A maggio scorso, era durata pochi minuti l’udienza del processo, dal momento che la difesa era sicura di poter dimostrare il pagamento delle due rate e far sì che il reato fosse estinto. Un procedimento penale che non ha nulla a che fare con i processi di ben altra portata quali quelli derivanti dalle inchieste Olimpia, Arpalo e Arpalo 2.
Maietta, in qualità di commercialista, è, come detto, imputato per l’omesso versamento dell’Iva, un reato per cui sarebbe stato possibile evitare il procedimento penale provvedendo al pagamento integrale del debito prima dell’apertura del dibattimento di primo grado. Questo, chiaramente, prima dell’intervento della terza sezione della Cassazione che ha stretto le maglie. Il processo prosegue e Maietta dovrà difendersi dalle accuse della Procura.
