Mafie sul litorale sud capitolino: “Ad Anzio e Nettuno, non abbassiamo la guardia”. L’intervento delle associazioni locali
“Il territorio di Anzio e Nettuno è funestato dalla presenza di aggressivi sistemi criminali che sono presenti oltre alla ‘ndrangheta (si sta celebrando presso il tribunale di Velletri il più importante processo contro la ‘ndrangheta dei Gallace attiva nel litorale e capace di contaminare vaste aree delle istituzioni, il processo “ Operazione Tritone”) e alle camorre.
Testimonia la pericolosità di questi sistemi criminali e il loro radicamento, oltre ai commissariamenti e scioglimenti, dei comuni di Anzio e Nettuno per la permeabilità delle amministrazioni ai condizionamenti esterni della criminalità organizzatala, la recente indagine del commissariato di polizia di Anzio contro il gruppo capeggiato da Massimo Scalabrino: il quale, sebbene detenuto, riusciva a controllare la pazza di spaccio di v. Rosario Livatino a Nettuno.
Alle donne e agli uomini del commissariato di polizia e della compagnia dei carabinieri di Anzio va riconosciuto il grande impegno e la abnegazione di fronte a fenomeni mafiosi e criminali che godono, spesso e volentieri, di un consenso diffuso e che basano la loro forza su una fortissima omertà. L’attività repressiva, come spesso ripetiamo, tuttavia, non basta e non può essere ritenuta sufficiente quando si tratta di contrasto alle mafie, poiché è necessario l’impegno di tutti noi per uscire dallo stato di indifferenza sul quale tali fenomeni proliferano.
Nel quartiere dello Zodiaco a Lavinio si è sviluppata, nelle ultime settimane, una fiorente “piccola” piazza di spaccio che vende crack e che sta creando gravissimi problemi sociali e criminali nella zona. A tutte le istituzioni competenti chiediamo il massimo impegno, ci rivolgiamo alla procura di Velletri, all’Asl Roma 6 e alla commissione straordinaria che guida il comune di Anzio: ciascuno faccia la sua parte per non abbandonare ai sistemi criminali quella parte di territorio, ricostruendo il tessuto sociale ed urbano, offrendo misure di contrasto al disagio economico e sociale, occupando in maniera virtuosa (con attività educative, spazi sociali etc..) quegli spazi dominati da dinamiche mafiose e sempre più deumanizzati e deumanizzanti.
Sul contrasto delle mafie non deve esserci nessun “abbassamento della guardia” per troppi anni si è infatti sottovalutato un fenomeno mafioso radicato e diffuso.
Infine rivolgiamo l’ennesimo appello ai cittadini, sia a quelli vittime di reati che a quelli che assistono ai fenomeni di prevaricazione ed abuso, restando in silenzio, di “rompere il muro di omertà” e di denunciare le pressioni della malavita organizzata: solo in questo modo potrà iniziare il riscatto di un territorio”.
Lo scrivono, in una nota, Edoardo Levantini, Presisdente dell’associazione coordinamento antimafia Anzio/Nettuno, e Irene Giusti, Presidente Reti di giustizia – Il sociale contro le mafie.