MAFIA APRILIANA: PRINCIPI ACCUSATO DI CONCORSO ESTERNO COL GRUPPO DI FORNITI/GANGEMI. CONTESTATO ANCHE IL VOTO DI SCAMBIO

Lanfranco Principi
Lanfranco Principi

Una mafia autocotona ad Aprilia retta dal boss Patrizio Forniti che aveva rapporti con la PA tramite l’attuale Sindaco Lanfranco Principi

“Nonostante le resistenze sull’esistenza della mafia nel lazio non si puo’ dubitare della sua esistenza. Questa operazione ci conferma che non solo la mafia c’e’, ma che continua ad esserci nonostante le operazioni di livello che ci sono state a Roma e nel Lazio. Gruppi che hanno tutti le stesse caratteristiche di quelli che si trovano a Corleone, Partinico e in altri comuni della Sicilia e della Calabria. Forse, visti gli imponenti fondi del pnrr e con il giubileo alle porte, e’ importante sottolineare che la mafia c’e’ e che continua ad adeguarsi ed operare”. Cos ha affermato il Procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, nel corso della conferenza stampa in cui sono stati illustrati i risultati dell’operazione che ha portato a 25 misure cautelari ad Aprilia in una indagine della Dda. Tra gli arrestati anche il sindaco della seconda città della provincia di Latina, Aprilia.

Sono 21 gli arresti in carcere, 2 gli arresti domiciliari e 2 le misure interdittive per diversi reati: associazione mafiosa, spaccio di droga (considerato un vero e proprio ramo d’azienda dell’associazione), estorsioni e usure aggravate dal metodo mafioso, rapina, concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, traffico di influenze, turbativa d’asta e corruzione. L’attività d’indagine è stata portata avanti dalla DDA di Roma e dai Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia.

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Il procuratore Lo Voi parla proprio di sistema mafioso impiantato ad Aprilia da parte dell’associazione mafiosa che la faceva da padrone in città tra estorsioni, usura, droga, acquisizione di attività commerciali. Una associazione talmente strutturata e in grado di imporre intimidazione e assoggettamento del territorio, tanto che quando c’era da costituirsi parte civile il Comune di Aprilia, all’epoca della Giunta Terra, fece fatica a farlo.

Secondo gli inquirenti, fu l’allora vice sindaco Lanfranco Principi a schierarsi contro la costituzione di parte nel processo che vedeva imputati per estorsione mafiosa, Sergio e Gianpiero Gangemi, Patrizio Forniti e Mirko Morgani.

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Alla fine, il Comune di Aprilia, – era il 2019 e l’indagine era iniziata da un anno, nel 2018 – insieme a quello di Pomezia, si costituì nei processi, ottenendo il risarcimento da parte di Sergio Gangemi.

Un sodalizio mafioso che vedrebbe la collaborazione di Lanfranco Principi, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Dia e Carabinieri hanno concretizzato anche sequestri di unità immobiliari, rapporti finanziari sparsi su vari istituti di credito locali e nazionali. “Un capitolo finanziario gestionale a quello tipicamente criminale legato a specifici reati”, dice Lo Voi.

Nel corso della conferenza stampa ha parlato il Procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Ilaria Calò. L’aggiunto ha spiegato di una contemporanea presenza di economia legale e illegale: ci sono criminali e imprenditori del territorio. L’associazione mafiosa si finanzia con droga, estorsione e usura e poi reinveste in attività imprenditoriali, avendo rapporto con altre organizzazioni mafiose quali la ‘ndrangheta come Gallace e Alvaro. I rapporti della mafia autoctona apriliana, quindi, erano sia con la ‘ndrina di Anzio e Nettuno (inchiesta Tritone) che la locale di Roma (inchiesta Propaggine). Tuttavia, vi sono rapporti qualificati con il clan dei Casalesi e il clan Polverino. Ci sono, poi, rapporti qualificati con la pubblica amministrazione: da una parte c’è Sergio Gangemi, con legami solidi con la ‘ndrangheta, e dall’altra il sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, che risponde di concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico-mafioso.

A Principi è contestato il voto di scambio per le elezioni precedenti a quelle che lo hanno incoronato Sindaco, quando era in corso per un posto nell’assise civica. Principi fu eletto e divenne poi vice sindaco nella Giunta di Antonio Terra: secondo gli inquirenti, però, all’epoca, l’attuale Sindaco “accettava la promessa a lui rivolta dagli imprenditori di procurare voti avvalendosi della forza di intimidazione proveniente dal sodalizio mafioso”. Almeno 200 voti su 453, per gli inquirenti, sarebbero stati raccolti in questo modo, in cambio di affidamenti lavori a ditte riconducibili al sodalizio mafioso, assunzione di personale, aggiudicazioni appalti e anticipazioni nel pagamento dei lavori da parte del Comune.

Principi ha tenuto condotte finite sotto la lente della magistratura nella sua qualità di vice sindaco e assessore al Bilancio poiché avrebbe contribuito a rafforzare l’associazione capeggiata da Patrizio Forniti, l’uomo considerato anche dai collaboratori di giustizia come il boss di Aprilia, sopratutto nel campo della droga. Ma quali sono gli ambiti nei quali si sarebbe sviluppata nell’amministrazione locale l’influenza del sodalizio capeggiato da Forniti? Manutenzione edilizia, affissioni pubblicitarie, distribuzione acqua potabile, pulizia stradale, trasporto e parcheggi pubblici.

L’associazione, secondo il Gip, opera ad Aprilia che controlla dal punto di vista economico-imprenditoriale e amministrativo. I Carabinieri, nel corso delle indagini, hanno sequestrato 27 chili di cocaina, 47 chili di hashish e 20 chili di marijuana, sebbene la cosiddetta “droga parlata” abbia una dimensione notevolmente più grande. Gli appartenenti del sodalizio, come emerge dalle indagini, difendono il territorio anche da altre consorterie mafiose. Forniti era diventato il dipendente di uno dei capi cosca calabresi di Reggio Calabria, Sergio Gangemi: “È come se fosse andato a scuola”, spiegano dalla Direzione Investigativa Antimafia. Dopodiché lo stesso Forniti si affranca e fa pesare l’importanza della sua organizzazione rispetto a quelle di ‘ndrangheta dei Gallace, Madaffari, Alvaro e o quelle di origine rom della provincia di Latina.

“Un problema di un apriliano diventerà il problema di tutti gli apriliani”, questa una delle frasi citate nel corso della conferenza stampa. Ecco perché il sodalizio di Forniti puntava al senso di appartenenza e indipendenza della propria associazione.

È il Comandante dei Carabinieri di Latina, Christian Angelillo, a citare uno degli episodi più inquietanti. Un imprenditore di Latina Lido si rivolge al clan Travali cercando la loro protezione in quanto temeva che un imprenditore legato al gruppo Forniti volesse entrare in concorrenza con lui.

A margine, il Procuratore Lo Voi ha ventilato preoccupazione per il fatto che il reato di abuso d’ufficio potrebbe essere a breve cancellato. E alcune ipotesi di reato di questa inchiesta si originano proprio dall’abuso d’ufficio. Ad ogni modo, gli inquirenti non escludono altre iscrizioni nel registro degli indagati, dopo che vi saranno gli interrogatori di garanzia.

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