MAFIA APRILIA: IN “ASSEDIO” ACCOLTE TUTTE LE PARTI CIVILI. RESPINTA LA RICHIESTA DI SPOSTARE IL PROCESSO A VELLETRI

Lanfranco Principi
Lanfranco Principi

Mafia apriliana, prosegue il processo presso il Tribunale di Latina riguardante il sodalizio criminale di Forniti e le infiltrazioni mafiose nel Comune

È ripreso il processo, dinanzi al secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Nadile-Villani-Romano, derivante dall’imponente operazione di DDA, DIA, Carabinieri e Polizia di Stato denominata “Assedio” che ha portato al commissariamento per infiltrazione mafiosa del Comune di Aprilia. A richiedere di essere parte civile, oltreché all’ente comunale, difeso dall’avvocato Massimo Sesselego, l’associazione antimafia “Antonino Caponnetto”, difesa dall’avvocato Benedetta Manasseri, l’associazione “Rete di Giustizia. Il Sociale contro le mafie”, assistita dall’avvocato Fabio Federici e, infine, Libera, difesa dagli avvocati Vincenza Rando e Demetrio Villani. A rappresentare l’accusa il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Alessandro Picchi.

Il Tribunale ha accolto tutte le parti civili. L’associazione “Libera” non sarà parte civile solo per la posizione di Gianluca Micheli. È stata la stessa associazione a rinunciare dopo che l’avvocato difensore aveva chiesto l’esclusione. Respinta l’eccezione preliminare dell’avvocato Fabrizio D’Amico che chiedeva di celebrare il processo, almeno per i fatti di narcotraffico, presso il Tribunale di Velletri.

Secondo il difensore, un’aggressione viene compiuta a Lavinio. Ad ogni modo, il pubblico ministero ha chiesto il rigetto, spiegando che il fatto da cui scaturiva l’aggressione era derivante da circostanze ben radicate ad Aprilia. Alla fine il Tribunale ha rigettato l’eccezione perché i reati più gravi sono stati commessi nel territorio pontino.

Infine, sempre dalla difesa, è stata chiesto se la posizione del genero del boss Patrizio Forniti, Salami Nabil, possa essere giudicata col rito abbreviato condizionato. Il Tribunale non si è pronunciato, si deciderà successivamente dal momento che Salami Nabil è stato stralciato nell’ultima udienza poiché a uno dei due avvocati difensori, Franco Marco, non era pervenuto il decreto di giudizio immediato del proprio assistito.

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Soddisfatta l’associazione Libera che, dopo l’accoglimento della costituzione, ha rilasciato una nota. “Vogliamo portare nel processo la voce di una comunità che si ribella all’oppressione mafiosa, che rifiuta la rassegnazione per dare vita a spazi di partecipazione che hanno il sapore di legalità e giustizia. Il senso che Libera dà alla costituzione di parte civile è giuridico ma soprattutto educativo” dichiara Gianpiero Cioffredi referente Libera Lazio. 

“Aprilia cosi come il territorio limitrofo da troppi anni è soffocata dall’arroganza dei sodalizi criminali autoctoni e ndranghetisti ma sa esprimere anche la ricchezza di un patrimonio associativo laico e religioso in grado di riappropriarsi della propria dignità ferita dalle mafie. La gestione commissariale del comune ha il dovere di valorizzare e sostenere questa immensa ricchezza civica” continua Mario Balzano referente Libera Aprilia

“Esprimiamo gratitudine non solo alla polizia giudiziaria e alla Magistratura ma anche alla Prefettura di Latina che ha emanato ben 16 interdittive antimafia ad altrettante imprese coinvolte nell’inchiesta. “Non c’è più tempo da perdere: questo è il tempo della ribellione civile perché non possiamo più tollerare di restare schiacciati dalla violenza criminale che sta accompagnando il processo in una successione inquietante di atti intimidatori frutto di una guerra in atto tra il clan di Patrizio Forniti, ancora latitante e nuovi sodalizi criminali che si contendono l’egemonia nella gestione delle piazze di spaccio” conclude Cioffredi.

A intervenire anche l’associazione “Reti di Giustizia. Il sociale contro le mafie”, ammessa anch’essa come parte civile.

“Oggi, 15 luglio, durante la seconda udienza del procedimento penale “Assedio” che si è tenuta dinanzi al Tribunale di Latina, è stata accolta la nostra istanza di costituzione di parte civile: non possiamo che esserne profondamente soddisfatti, soprattutto per il significato di portata collettiva che tale ordinanza di ammissione sottende.

Il Tribunale ha riconosciuto gli interessi generali di cui è portatrice per statuto la nostra associazione come potenzialmente lesi dai reati di stampo mafioso contestati agli imputati: si tratta di un’occasione fondamentale per far emergere, insieme alle altre parti civili ammesse,  come la parte sana della comunità cittadina sia stata danneggiata e violata dalle condotte perpetrate nel territorio (i cui profili penali andranno accertati nel processo stesso) e dalla mala gestio la cui responsabilità politica e morale è e resterà incontrovertibile, a prescindere dagli esiti della vicenda giudiziaria.

La nostra presenza nel processo sarà finalizzata unicamente a rappresentare le istanze dell’antimafia sociale, a conferire concretezza e visibilità ai principi di tutela del bene comune, di giustizia e di dignità per tutte e tutti proprio nel luogo deputato ad analizzare sotto il profilo penale tutte quelle azioni e quei comportamenti che le mafie e le persone e realtà conniventi o funzionali ad esse hanno posto in essere per perpetrare abusi di potere, sopraffazioni e fare un uso privato del bene pubblico.

Intendiamo fare della nostra costituzione di parte civile un atto di resistenza sociale e culturale al potere mafioso in tutte le sue forme, proseguendo con sempre maggior convinzione e impegno l’attività che svogliamo da anni sul territorio, il quale continua ad essere dilaniato da violenze e atti intimidatori gravissimi e offeso da silenzi o retoriche vuote sulla sicurezza, mentre emerge chiaramente la precisa volontà politica di indebolire la lotta alla mafia”.

Per la seconda udienza, a risaltare era la mancanza dell’ex sindaco Lanfranco Principi, da 12 mesi ai domiciliari. Il primo cittadino, difeso dagli avvocati Barbesin e Siviero, ha scelto di rinunciare a partecipare all’udienza e probabilmente non sarà presente per l’intero processo.

Alla fine, il Tribunale ha dichiarato aperto il dibattimento e rinviato il processo al prossimo 26 settembre (data traballante in ragione di possibili legittimi impedimenti di almeno due avvocati). Calendarizzate altre due date: 21 ottobre e 7 novembre. Il processo entrerà nel vivo con la trascrizione delle intercettazioni e l’escussione dei primi testimoni.

IL PROCESSO – A febbraio scorso, è stato stabilito il giudizio immediato per tutti colori i quali sono stati raggiunti, lo scorso luglio 2024, dalle misure restrittive più gravi: carcere e domiciliari. È stata questa la decisione del giudice per le indagini preliminari Francesco Patrone che ha accolto la richiesta presentata alla fine dello scorso anno dai sostituti procuratori della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli e Francesco Cascini. Come noto, si tratta del processo che scaturisce dall’operazione denominata “Assedio” che, nella provincia di Latina, ha terremotato l’amministrazione comunale di Aprilia, arrivando a contestare l’associazione mafiosa al gruppo autoctono retto dal boss Patrizio Forniti e interessando l’ex sindaco Principi, accusato di reati aggravati dal 416bis.

Sono 19 gli imputati che dovranno affrontare il processo, a cominciare dall’ex sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi. Tra di loro anche Luca De Luca, considerato una figura perno della malavita pontina e, dalla DDA, braccio destro di Patrizio Forniti per il quale, essendo latitante, si procede separatamente così come per la moglie Monica Montenero, Maurizio De Giudici e Luigi Morra.

Tra gli imputati anche l’imprenditore di Latina, Antonio Fusco, a cui viene contestata l’usura ma anche l’associazione mafiosa, e Sergio Gangemi, l’uomo vicino alla ‘ndrangheta di Reggio Calabria e molto attivo, da anni, in diversi campi di interesse, tra Aprilia, Latina e Roma. Quest’ultimo, però, insieme ai co-imputati Gianluca Vinci e Gianluca Mangiapelo, ha chiesto di essere giudicato col rito abbreviato.

Tra i rinviati a giudizio anche l’imprenditore apriliano Marco Antolini, Ivan Casentini (nipote del boss Forniti), Antonino Ziino, Nabil Salami, Yesenia Forniti, Riccardo detto Roberto Venditti (del bar la Primula), Sergio Gangemi, Simone Amarilli, Sergio Caddeo, Massimo Picone, Matteo Aitoro, Gianluca Micheli, Gianluca Ambrosini e Giulia De Rosa.

Accusati di associazione mafiosa Luca De Luca, Marco Antolini, Invan Casentini, Antonino Ziino, Nabil Salami, Yesenia Forniti, Riccardo Venditti, oltreché a Patrizio Forniti, Monica Montenero e Maurizio Dei Giudici.

Dovrà rispondere del reato del 416bis, anche l’ex primo cittadino Lanfranco Principi. Nel decreto di giudizio immediato, il Gip Patrone ricorda perché, specificando che i fatti a lui contestati vanno dal 2018 fino al luglio 2024 quando è stato arrestato.

“Nella sua qualità di Vicesindaco del comune di Aprilia, con deleghe al Bilancio, Finanza e Tributi, Rapporti con le aziende e gli enti derivati, Affari Generali ed Amministrativi, Personale, Servizi demografici, inforrnato del pervenimento di una richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Aprilia presentata dalle associazioni “Reti di Giustizia” e “La frusta politica” – scrive il Gip Patrone – nel procedimento nr. 23829/’17 RGNR che vedeva imputati davanti al Tribunale di Velletri i fratelli Gangemi Sergio e Giampiero nonché Forniti Patrizio, contribuiva al rafforzamento dell’associazione di stampo mafioso capeggiata da Patrizio Forniti inducendo il Sindaco Antonio Terra a rinunciare alla richiesta di costituzione di parte civile con le frasi “noi non ci costituiamo per un cazzo, questa è una vicenda privata che a noi non ci riguarda”; “ehi, fermati…”, gli ho detto “stai buono, non ti inventare un cazzo”, ho detto “è ii Capo dei Capi gli ho detto io” ed altresì intervenendo presso Omar Ruberti, consigliere comunale di Aprilia e presidente della Commissione Bilancio, Tributi e Affari Generali, che doveva pronunciarsi sull’istanza, con le seguenti frasi “l’ultimo che ti ho delta è il “Capo dei Capi”, ma è cattivo, cattivo per dire cattivo, e facendo riferimento a possibili vendette o rappresaglie da parte loro: “Ma questi personaggi già sanno che questi hanno fatto queste cose che è…no? E stanno aspettando che facciamo qualche mossa, allora dico”. E infine con argomenti di analogo tenore nei confronti di singoli consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione così che la predetta commissione comunale respingeva la richiesta avanzata dalle associazioni di costituzione di parte civile. Contributo al sodalizio del quale informava, in corso d’opera, il capo clan Patrizio Forniti ed i sodali Luca De Luca, Luigi Morra, Ivan Casentini e Maurizio Dei Giudici, direttamente o per il tramite di Luigino Benvenuti”.

Principi, inoltre, “contribuiva al rafforzamento e al consolidamento dell’associazione di stampo mafioso, anche in adempimento del patto di scambio politico mafioso tramite: l’affidamento diretto il 13 novembre 2018 alla ditta SI.CO di Ivan Casentini, partecipe al sodalizio, del “servizio di pulizia caditoie stradali del comune di Aprilia” per l’importo di 48.678 euro; permettendo il tempestivo pagamento da parte del Comune di Aprilia delle fatture emesse dalla predetta società e dalla V&GA di Marco Antolini , partecipe al sodalizio, riguardo ai “lavori di manutenzione per interventi edili da eseguirsi su immobili comunali” per un importi a base d’asta part a 187.138,93 euro aggiudicato dalla precedente Amministrazione; assicurando il proprio sostegno per ogni bisogno e pretesa da parte dei membri della consorteria quali: l’assunzione del figlio di Marco Antolini, partecipe al sodalizio, l’autorizzazione alla installazione di video wall pubblicitari e di dispencer di acqua presso edifici pubblici da parte di ditta riconducibile a Antonino Ziino, partecipe al sodalizio, la sanatoria edilizia della casa abusiva di Luigi Morra, partecipe al sodalizio, la destinazione di un immobile in agro di Campoverde di Aprilia denominato ex farmaceutica acquisito da Antonio Fusco, Fabrizio e Marco Antolini, quest’ultimo partecipe al sodalizio, la partecipazione ai lavori per la costruzione dei parcheggi pubblici di Aprilia ed altri lavori edili appaltati dal comune di Aprilia alle ditte facenti capo a Marco Antolini, Ivan Casentini, tutti partecipi al sodalizio, sebbene accadimenti non verificatisi ad Aprilia dal mese di marzo 2018 e in data antecedente e prossima sino at mese di luglio 2024″.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Cincioni, Massimo Biffa, Francesco Mercadante, Oreste Palmieri, Donato Felline, Pietro Pomanti, Gianluca La Penna, Fabrizio D’Amico, Gianluca Tognozzi, Andrea Barbesin, Emilio Siviero, Gianluca Agostini, Pierpaolo Dell’Anno, Francesco Vasaturo, Stefano Iucci, Luca Giudetti e Guerrino Maestri.

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