Mafia Apriliana: dopo l’interrogatorio di garanzia per l’ex sindaco Lanfranco Principi, il Gip ha sciolto la riserva
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Francesco Patrone, ha sciolto la riserva sull’ex sindaco di Aprilia Lanfranco Principi, assistito dall’avvocato Andrea Barbesin. La difesa aveva chiesto una misura meno afflittiva rispetto agli arresti domiciliari ai quali Principi è sottoposto dalla mattina del 3 luglio quando è scattata, ad Aprilia, l’operazione dell’Antimafia denominata “Assedio”. Il Gip ha negato una sostituzione della misura e lasciato ai domiciliari Principi. Al contempo, la difesa ha presentato ricorso al Riesame di Roma per chiedere revoca o sostituzione della misura, puntando a una restrizione come quella degli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria in ragione del mutato ruolo di Principi, dimessosi il 4 luglio dalla carica di Sindaco. Come privato cittadino, e con la sua amministrazione sostituita dal commissario prefettizio Paolo D’Attilio, non potrebbe più influenzare lo stato delle cose in Comune. Almeno questa è la tesi della difesa.
Sono passati oltre 15 giorni dagli arresti derivanti dall’inchiesta denominata “Assedio” concepita dalla Direzione Distrettuale Antimafia che ha coordinato le indagini di Dia e Carabinieri di Aprilia. Un vero e proprio terremoto che ha fatto emergere una vera e proprio cosca, quella del latitante Patrizio Forniti, in rapporti con la ‘ndrangheta, la camorra, forze dell’ordine infedeli e soprattutto il mondo della politica, in primis l’allora vice sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, successivamente eletto nel 2023 primo cittadino del secondo centro del Lazio, nonché quarto del Lazio.
L’ex sindaco, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Patrone, si è avvalso della facoltà di non rispondere, con la prospettiva di presentare una memoria dopo aver raccolto tutti gli elementi per la sua difesa.
Figura fondamentale per il clan Forniti, secondo la DDA, Lanfranco Principi, 60 anni, sarebbe stato la loro cinghia di trasmissione tra l’amministrazione apriliana e il sodalizio mafioso. Quando era Vicesindaco di Aprilia, con deleghe al Bilancio, Finanza e Tributi, Rapporti con le aziende e gli enti derivati, Affari Generali ed Amministrativi, Personale, Servizi demografici, cercò in tutte le maniere a ostacolare la costituzione di parte civile del Comune di Aprilia presentata dalle associazioni “Reti di Giustizia” e “La frusta politica” nel procedimento che vedeva imputati davanti al Tribunale di Velletri per i reati di estorsione mafiosa i fratelli Sergio e Giampiero Gangemi, nonché Patrizio Forniti.
Principi non utilizzò il fioretto con gli altri componenti della Giunta: “Noi non ci costituiamo per un cazzo, questa è una vicenda privata che a noi non ci riguarda…ho detto che questo è il Capo dei Capi“. Non pago, Principi sarebbe intervenuto anche con Omar Ruberti, consigliere comunale di Aprilia e presidente della Commissione Bilancio, Tributi e Affari Generali, che doveva pronunciarsi sull’istanza, con le seguenti frasi “L’ultimo che ti ho detto è il “Capo dei Capi”, ma è cattivo, cattivo per dire cattivo” e facendo riferimento a possibili vendette o rappresaglie da parte del clan Forniti.
Non solo, Principi è accusato di un patto di scambio politico mafioso agevolando gli affari del gruppo tramite diverse azioni: l’affidamento diretto il 13 novembre 2018 alla ditta SI.CO di Ivan Casentini, partecipe al sodalizio, del “servizio di pulizia caditoie stradali del comune di Aprilia” per l’importo di 48.678 euro; il tempestivo pagamento da parte del Comune di Aprilia delle fatture emesse dalla predetta società e dalla V&GA di Marco Antolini , partecipe al sodalizio, riguardo ai “lavori di manutenzione per interventi edili da eseguirsi su immobili comunali” per un importo a base d’asta pari a 187.138,93 euro.
E ancora, lo stesso Principi è accusato di aver assicurato il sostegno per ogni bisogno e pretesa da parte dei membri della consorteria come: l’assunzione del figlio di Marco Antolini, l’autorizzazione alla installazione di video wall; la sanatoria edilizia della casa abusiva di Luigi Morra, partecipe al sodalizio; la destinazione di un immobile di Campoverde di Aprilia denominato ex farmaceutica acquisito dagli Antolini e da Antonio Fusco, di Latina, detto Zi Marcello, processato e assolto in secondo grado nel processo “Alba Pontina”, per favoreggiamento a uno dei clan zingari di Latina, capeggiato da Armando Di Silvio detto “Lallà”. Infine, Principi deve rispondere dell’accusa di aver favorito la partecipazione ai lavori per la costruzione dei parcheggi pubblici di Aprilia ed altri lavori edili appaltati dal comune di Aprilia alle ditte facenti capo a Marco Antolini e Ivan Casentini. L’allora Sindaco è accusato di aver ricevuto 200 voti, su 453 ottenuti alle elezioni amministrative 2018, grazie all’interessamento di Casentini e Marco Antolini che avrebbero dovuto sdebitarsi per la promessa di affidamento lavori a ditte a loro riconducibili.
L’ex sindaco deve difendersi dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, traffico d’influenze, turbativa d’asta e voto di scambio politico-mafioso.
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