MAFIA APRILIA, ALTRE ACCUSE AL CLAN FORNITI: 8 ARRESTI E DUE SEQUESTRI

Operazione antimafia tra Latina e Aprilia, eseguita un’altra ordinanza di custodia cautelare: si tratta dell’appendice dell’inchiesta “Assedio”

Nella mattina di oggi, 12 febbraio, a Latina, Aprilia, Torino, Siracusa, Salerno e Lecce, il Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia, insieme al Centro Operativo della DIA di Roma, con il supporto dei Comandi territorialmente competenti, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma nei confronti di 8 persone: 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari.

I coinvolti sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e concorso nei reati di estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, intestazione fittizia di imprese, partecipazioni o cariche sociali.

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Più in particolare, nel corso dell’indagine denominata “Assedio”, sviluppata tra il 2021 e il 2024 sotto il coordinamento della DDA della Procura di Roma e naturale prosecuzione delle attività investigative sfociate nelle attività del 3 luglio 2024 – che ha portato alla nomina del Commissario Prefettizio per il Comune di Aprilia e all’attività istruttoria della Commissione di Indagine, per verificare eventuali condizionamenti mafiosi -, sono stati raccolti elementi gravemente indiziari in ordine all’esistenza di una associazione per delinquere di tipo mafioso operante nel territorio di Aprilia e aree limitrofe, idonei a documentare la continuità dell’operatività criminale del sodalizio nei Comuni di Aprilia e Latina, sfociata nel rinvenimento di ordigni esplosivi collocati ai danni di una società impegnata nel settore dei trasporti. Si tratta della ditta Tesei srl di Umberto Tesei. L’azienda fu vittima di un attentato a gennaio del 2020: una bomba a mano sul cancello d’ingresso. Immediata fu la ricerca di protezione nel clan da parte di Umberto Tesei che fu rassicurato. Ben presto la cosca aveva trovato il responsabile (“un deficiente che aveva fatto di testa sua”) e spiegato a Tesei che lui era uomo ben voluto, da loro e dai politici Terra e Principi. L’imprenditore, per riconoscenza, porta una somma a Luca De Luca il quale la mette in conto per il sostentamento in carcere a favore di Patrizio Forniti.

Inoltre l’indagine odierna ha messo in evidenza la strutturata organizzazione interna che si è adoperata per l’occultamento dei profitti illeciti mediante l’utilizzo di terzi soggetti, fittiziamente intestatari di due società con sede a Latina ed Aprilia (attive nel settore della ristorazione e dei profilati plastici) di fatto nella disponibilità del clan retto dal boss Patrizio Forniti, al momento latitante, e, oggi, sottoposte a sequestro preventivo ai fini della successiva confisca.

È emerso, inoltre, l’utilizzo di parte dei profitti illeciti per il finanziamento del patrocinio legale dei sodali già raggiunti da provvedimenti giudiziari. Al vertice di tale organizzazione, è emersa la figura del latitante promotore, Patrizio Forniti, contiguo ad una cosca di ‘ndrangheta del mandamento reggino (il tramite all’inizio era Sergio Gangemi vicini alle cosche De Stefano e Araniti di Reggio Calabria), affiancato nel ruolo apicale da altri sodali, colpiti, per questo, da ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere (dove tuttora si trovano ristretti). Sono attualmente in corso numerose attività di perquisizione presso le abitazioni degli indagati.

Nel medesimo contesto, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Latina, guidato dal tenente colonnello Antonio De Lise, insieme lla Squadra Mobile della Questura di Latina, guidata dal dirigente Gugliemo Battisti, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di due società (impegnate nel settore della ristorazione e dei profilati plastici) tra Latina e Aprilia), riconducibili agli indagati.

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