Il partito comunista sulle luminarie 2020 a Gaeta: soldi pubblici buttati invece di essere impiegati per la crisi che attanaglia lavoratori e attività
LA NOTA DEL PC DI GAETA – La scelta di svolgere l’edizione 2020 delle luminarie natalizie passerà probabilmente alla nostra storia come una tra le più grandi assurdità cui Gaeta abbia assistito. Sempre più cittadini si mostrano sconcertati ed increduli per la decisione e non possiamo dargli torto. 255mila euro stanziati per la realizzazione dell’evento, che vanno sommati ai 262mila già investiti per il biennio 2019/2020 e finalizzati al videomapping, con una spesa complessiva che si avvicinerà quindi per quest’anno ai 400mila euro. Il tutto deciso e sancito in via definitiva quando la curva dei contagi iniziava già ad impennarsi e si incominciava a parlare insistentemente di forti ed imminenti restrizioni o addirittura di nuovi lockdown, ormai sempre più probabili.
Il tutto stabilito quando manifestazioni analoghe ma ben più importanti come quella di Salerno già annunciavano il totale annullamento. Da un lato l’edizione avrebbe sottoposto la città a gravissimi rischi di contagio con il sopraggiungere dei turisti anche dalle regioni più prossime e tra le più colpite dal Virus, dall’altro le circostanze legate al Covid impediranno quasi certamente l’effettivo svolgimento della manifestazione annullando ogni plausibile effetto positivo per l’economia cittadina.
Sembra essersene accorto perfino il Sindaco che subito dopo aver preteso l’evento contro ogni logica ora già cerca disperatamente di arrampicarsi sugli specchi ridimensionandone la portata per ragioni di sicurezza e le finalità, ridotte in sostanza ad un’iniziativa per non farci intristire e nulla più, forse il più costoso antidepressivo mai visto sulla faccia della terra.
Insomma, un mare di soldi dei contribuenti gettati nel gabinetto. Eppure in una città come la nostra, cifre del genere avrebbero potuto trovare numerosi e ben più importanti impieghi, soprattutto nei prossimi mesi per i quali si prevede un nuovo acuirsi della crisi sociale già in atto. Somme del genere sarebbero state sicuramente utili a lenire la drammatica crisi di liquidità delle piccole attività commerciali e ricettive cittadine, procedendo finalmente ad un vero abbassamento delle tasse comunali come da noi proposto invece della ridicola riduzione della TARI concessa.
Sarebbero state utilissime per rifinanziare gli aiuti alle famiglie in difficoltà che abbiamo appreso dall’Assessore Maltempo volgono invece al termine. Sarebbero stati utilissimi per dare un contributo ai lavoratori precari che rischiano ancora di perdere la propria occupazione a causa della pandemia come abbiamo suggerito con insistenza inascoltati. Si è preferito, in un momento del genere, buttare centinaia di migliaia di euro con l’incredibile consenso del Consiglio comunale cittadino, ad eccezione di un solo membro (ndr: Franco De Angelis), per accendere delle lucine che non produrranno alcun indotto. Poco conta definire se una decisione tanto assurda sia frutto solo di ottusa megalomania, di cinico calcolo elettorale o di impegni e promesse di troppo a qualche ditta campana. Di certo c’è solo che la decisione rappresenta la ciliegina sulla torta di una gestione schizofrenica dell’emergenza Covid da parte di quest’Amministrazione, spiegabile solo attraverso la volontà di sostenere ristrette categorie a danno della parte restante della città, alimentando al contempo una continua quanto vuota propaganda.
Siamo partiti dal modello mediatico del Sindaco sceriffo che imponeva restrizioni maggiori anche rispetto ai DPCM e spesso assurde come la prolungata chiusura di spiagge e parco, mentre non diceva una sola parola in riferimento alle attività produttive cittadine, alla presenza della nave americana con i tanti rischi di contagio e dubbi legittimi, all’ingiustificato protrarsi del lavoro di ausiliari del traffico ed altri dipendenti comunali. Abbiamo assistito poi ad un repentino cambiamento nella direzione del più bonario permissivismo proprio con l’avvicinarsi dell’estate. Difficile pensare in proposito sia un caso che il Sindaco è diventato socio di un noto stabilimento balneare cittadino, rimpinguando il già lungo elenco di membri dell’Amministrazione che posseggono attività similari. Quest’ultima assurdità cui assistiamo, con il surreale montaggio delle luminarie 2020 in un contesto apocalittico, non sarà del tutto inutile se in definitiva servirà a far comprendere finalmente ai cittadini di che pasta sono fatti il Sindaco con i suoi sodali e quali ristretti interessi difendono a danno della collettività.