I circoli locali di Sinistra Italiana, Possibile ed Europa Verde di Latina esprimono – in una nota congiunta – sconcerto per la scomparsa della scultura in bronzo, dedicata alla lotta al caporalato e per la legalità e la giustizia, collocata su un cippo di marmo nella zona delle autolinee. Il fatto è stato denunciato dal prof. Marco Omizzolo, da sempre impegnato nella difesa dei braccianti agricoli, ed è accaduto (casualmente?) pochi giorni dopo un servizio del sociologo andato in onda nella trasmissione “Indovina chi viene a cena”, sullo sfruttamento dei braccianti indiani pontini.
Secondo il Rapporto dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil, sono 230 mila gli occupati, a livello nazionale, impiegati irregolarmente nel settore agricolo (oltre un quarto del totale degli occupati del settore), di cui 55.000 donne. Il nostro territorio, in cui l’agricoltura rappresenta un settore fondamentale dell’economia, non è certo immune da questo sfruttamento.
Un esercito di invisibili che sono rimasti tali anche durante le proteste dei trattori e nel dibattito che ne è seguito.
Il furto della scultura è, in ogni caso, uno sfregio inaccettabile ad un simbolo di sofferenza e di volontà di riscatto, e rappresenta probabilmente anche un segnale inquietante e sottilmente intimidatorio che qualcuno ha voluto dare a chi, come Omizzolo, da sempre combatte il fenomeno. Manifestiamo quindi – concludono – la nostra piena solidarietà a Marco Omizzolo e a tutti i lavoratori della terra. Ci uniamo anche al monito di Omizzolo per un “impegno che continuerà ora con maggiore determinazione di prima” e che deve coinvolgere non solo le istituzioni ma tutti i cittadini.