Formia e la presenza dei Bardellino: dopo “100 Minuti”, il M5S chiede chiarezza e interventi concreti contro la criminalità organizzata
Il Gruppo Territoriale M5S di Formia chiede la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario alla presenza delle autorità competenti e delle FFOOe delle realtà impegnate nella lotta alla criminalità organizzata
La trasmissione “100 Minuti” andata in onda lunedì 12 maggio su La7 ha acceso nuovamente i riflettori su una realtà che Formia ed il Sud Pontino subiscono da decenni. Il servizio firmato da Andrea Palladino ha riportato in primo piano la figura di Antonio Bardellino, storico fondatore del clan dei Casalesi, ufficialmente dato per morto nel 1988, ma che secondo alcune testimonianze — ribadite anche lunedì sera — sarebbe ancora vivo.
“Un’affermazione, questa, che scuote le fondamenta di 40 anni di ricostruzioni giudiziarie, ma che – commenta la coordinatrice provinciale del M5S, Maria Grazia Ciolfi – per i cittadini di Formia assume un sapore fin troppo familiare. Perché da anni la presenza della criminalità organizzata è una realtà percepita e, troppo spesso, subita. Una presenza silenziosa ma invasiva, che ha finito per modellare abitudini, rapporti, dinamiche sociali, amministrative ed economiche della città. Durante la puntata di “100 Minuti”, abbiamo ascoltato risposte incerte, esitanti, troppo timide da parte di alcuni rappresentanti istituzionali della politica locale. Al contrario, il Movimento 5 Stelle non ha dubbi: servono verità, trasparenza e interventi urgenti. Per questo motivo, è stata presentata oggi un’interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia dalla nostra Deputata Stefania Ascari, membro della Commissione Parlamentare Antimafia, che ringraziamo per l’intervento tempestivo, per chiedere:
-se sia a conoscenza delle risultanze del reportage andato in onda il 12 maggio 2025 su La7, in particolare della testimonianza di Rosangela Mendonça che metterebbe in discussione la sua presunta morte;
-se intenda disporre indagini investigative o accertamenti formali, anche in raccordo con la Direzione Nazionale Antimafia;
-se, alla luce del consolidato radicamento di famiglie camorristiche a Formia e nel sud pontino, ritenga necessario attivare una sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia a Formia e un distaccamento stabile della Squadra Mobile”.
“Il territorio di Formia, per la sua posizione strategica, è da decenni esposto all’interesse delle mafie, in particolare della camorra, che qui ha trovato terreno fertile per insediarsi e mimetizzarsi all’interno del tessuto economico e urbanistico della città”, lo dichiara Marco Saraniero, rappresentante del MoVimento 5 Stelle di Formia, commentando la preoccupante assenza di risposte da parte dell’amministrazione comunale di fronte a un fenomeno tanto grave quanto noto.
“Dispiace constatare – prosegue Saraniero – l’assenza di una reazione adeguata da parte della giunta comunale, che continua a sottovalutare, minimizzare o, peggio, ignorare il problema. È inaccettabile che, di fronte a segnali evidenti e a richiami espliciti provenienti da più fronti, si preferisca il silenzio all’assunzione di responsabilità”.
Secondo il MoVimento 5 Stelle di Formia, un’amministrazione comunale non può limitarsi a garantire una parvenza di tranquillità: deve esercitare pienamente il proprio ruolo di presidio democratico e di tutela attiva del territorio.
Per questo il gruppo territoriale del MoVimento 5 Stelle di Formia chiede la convocazione urgente di un consiglio comunale straordinario, aperto alla cittadinanza, con la partecipazione delle autorità competenti, delle forze dell’ordine e delle realtà impegnate nella lotta alla criminalità organizzata. Solo così si potrà avviare un percorso di trasparenza, partecipazione e reale contrasto all’infiltrazione mafiosa.
“La legalità – conclude Saraniero – non è uno slogan da sventolare solo quando fa comodo. È una responsabilità quotidiana. E su questo terreno, il MoVimento 5 Stelle non accetterà più silenzi né ambiguità”.
Sul tema interviene anche Simone Avico , Rappresentante del GT del Sud Pontino.
“L’inchiesta di Andrea Palladino, a cui sento di rivolgere un forte senso di gratitudine -interviene Simone Avico Rappresentante del GT del Sud Pontino- seppur non ha aggiunto grandi verità storiche e giudiziarie in più a quanto già si conoscesse, ha avuto, probabilmente una volta per tutte, il merito di far scontrare le coscienze di ciascuno verso una situazione che in numerose occasioni, invece, è emersa come una connivenza silenziosa e pericolosa. La maggioranza dei cittadini di Formia e dell’intero comprensorio del Golfo di Gaeta ne esce come parte lesa e vittima, ma vorrei rivolgermi a questi con l’intento di non far si che cadano nell’inganno di polarizzare il dibattito, come sta accadendo nelle ultime ore, sul presunto inchino della statua di San Giovanni.
Dal servizio emergono dei fatti certi e inconfutabili, e se da un lato possiamo imputare, forse, il comportamento di alcuni a scarsa sensibilità morale e superficialità, richiamando una maggiore attenzione, dall’altro l’occasione mancata dai più alti organi istituzionali della città di Formia di chiarire determinati rapporti personali supporta ancora di più la tesi di una vicinanza tra la politica e soggetti richiamati nell’inchiesta. Tra chi viene definito referente dei Bardellino, chi ne è il legale e il Sindaco che non prende le distanze da una foto in cui lo ritrae di fianco a chi oggi è indagato come mandante dell’agguato a Gustavo Bardellino.
Intanto un’altra certezza è che le case confiscate alla famiglia Bardellino, assegnate al Comune di Formia, ristrutturate e affidate dal Commissario Prefettizio nel 2022 alla Sezione Navale della Guardia Di Finanza restano ancora del tutto inutilizzate. A noi il dovere di uscire da qualsiasi ambiguità e impegnarci per fornire ai cittadini gli strumenti adeguati per sentirsi liberi e sicuri”.
A Formia, come emerso nel servizio televisivo, risultano residenti da decenni membri della famiglia Bardellino, così come appartenenti ad almeno undici diversi clan camorristici. Un quadro inquietante che impone alle istituzioni uno scatto d’orgoglio”.
“Il Movimento 5 Stelle – conclude Ciolfi – continuerà a battersi affinché lo Stato non volti lo sguardo, affinché le comunità locali siano tutelate e affinché chi ha scelto di vivere onestamente non sia lasciato solo. Non basta più raccontare la criminalità organizzata: bisogna combatterla. Con coraggio. Con i fatti”.