“I Beni Culturali della Città di Terracina non servono per fare propaganda ma possono servire a fare nuovo sviluppo economico sostenibile e compatibile”, lo ribadiscono i consiglieri comunali d’opposizione Gabriele Subiaco (Europa Verde) e Fabrizio Di Sauro (Terracina Città del Possibile)
Nel movimentato e intenso Consiglio comunale dello scorso 31 luglio c’è stato anche lo spazio per la discussione dell’interrogazione sulla “Fondazione Città di Terracina” presentata congiuntamente dal consigliere capogruppo di Europa Verde Gabriele Subiaco e il consigliere capogruppo di Terracina Città del Possibile Fabrizio Di Sauro.
Si è colta l’occasione, data dalla pubblicazione sull’Albo Pretorio della delibera di Giunta n.109 del 26/06/2024 con la quale è stata concessa, alla Fondazione Città di Terracina, la proroga della concessione in uso fino al 31/12/2024 dei Beni culturali: Patrimonio Museale e dell’Area cosiddetto Tempio di Giove Anxur, del Museo Civico Pio Capponi, delle Favisse e del Museo della Città.
Sostanzialmente i quesiti posti dai Consiglieri hanno riguardato la correttezza contrattuale, dato che buona parte dei Beni in elenco risultano chiusi e non fruibili al pubblico, la correttezza amministrativa con riferimento ai contratti del personale, con riferimento alla gestione dei ricavi, con riferimento all’utilizzo del risultato di esercizio, e poi quali sono le linee di indirizzo che la Fondazione persegue e quali i Programmi strategici e i Programmi annuali delle attività a favore degli interessi della collettività di Terracina.
Il Sindaco si è fatto carico di rispondere alla lunga sequenza di quesiti, anche nella sua qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione, aprendo con una battuta che, di fatto, ha sintetizzato fedelmente il contenuto delle successive risposte più dettagliate: “È tutto a posto” e “Va tutto bene con la Fondazione Città di Terracina”. “Ed in effetti, abbiamo avuto un riscontro amaro di ciò che temevamo”, affermano i consiglieri Subiaco e Di Sauro, “e cioè che la Fondazione Città di Terracina è un ente strumentale che non ha una missione chiara, che non ha indicazioni su ciò che deve fare e su come deve farlo, che non è provvista né di programmi strategici per le attività di medio e lungo termine, né di programmi annuali per le attività correnti. Insomma la Fondazione sta lì per fare, a richiesta, quello di cui può avere bisogno all’istante l’Amministrazione in particolari contesti e circostanze e naviga a vista come del resto l’intera Amministrazione.
Nessuna Pianificazione, nessuna Programmazione, nessuna Progettazione mirata ad acquisire fondi e risorse e nessun interesse a confrontarsi per ricercare soluzioni innovative e partecipate. Sarebbe questa la valorizzazione dello straordinario patrimonio dei Beni Culturali di questa città secondo questa Amministrazione? La promozione e la valorizzazione dei Beni Culturali si realizza attraverso Obiettivi chiari precisi e misurabili ed il loro continuo monitoraggio. E il primo Obiettivo della valorizzazione dei Beni Culturali è aprire i Beni culturali chiusi (troppi in questa città e da anni) e renderli fruibili alla cittadinanza e ai turisti e visitatori. Se dopo un anno di attività ancora sono chiusi il Palazzo della Bonificazione Pontina e il Museo della Città, il Museo Civico Pio Capponi, il Castello della Città, detto Frangipane, e la gran parte degli edifici storici e monumentali del Centro Storico e la Torre degli Acso (che abbiamo appreso, nella risposta alla interrogazione, essere stata designata, con un ennesimo volo pindarico, come futura sede della Fondazione!) e nemmeno si sa lontanamente quando si potranno rivedere aperti, significa che questa Amministrazione e la Fondazione non stanno facendo nessuna seria azione di gestione e valorizzazione. A meno che non si voglia considerare tale la rassegna teatrale estiva 2024 al Tempio di Giove, seppur apprezzabile. Un altro aspetto molto significativo della valorizzazione è dato poi dalla capacità di comunicazione e promozione sui Beni culturali. È inaccettabile che una città come Terracina con così tanti Beni culturali non abbia strumenti di comunicazione adeguati: non c’è una piattaforma digitale, non c’è una App adeguata, non ci sono i tradizionali strumenti cartacei: brochure, pubblicazioni, guide, depliant; non c’è una cartellonistica adeguata che dia spiegazioni esaurienti per ogni Bene culturale: non ci sono segnalazioni di percorsi e/o itinerari adeguati, non c’e’ una card o un biglietto integrato per la visita. Sarebbe poi interessante sapere, dopo le maestose inaugurazioni del Teatro Romano, dopo il mirabile disvelamento della più antica testimonianza pittorica del Lazio meridionale dell’oratorio del Piccolo Tempio del Santuario di Monte Sant’Angelo, che cosa succederà? Per il momento, dopo mesi, ancora tutto tace ed è tutto fermo e, naturalmente, non fruibile e la delibera di Giunta n.109 del 26/06/2024 è solo un atto servito a non prendere nessuna decisione tirando ancora a campare fino a fine anno”.
Per i consiglieri comunali Subiaco e Di Sauro alla luce dei risultati ottenuti dalla Fondazione in questi anni, assolutamente inadeguati al potenziale a disposizione della Città, occorre ripensare il modello di gestione alzando il livello delle competenze tecniche e gestionali, valorizzando anche i migliori talenti già a disposizione della Fondazione, e fissando degli obiettivi chiari ed uscendo definitivamente dalla solita logica della “gestione fatta in casa”, spesso ad usum della politica clientelare, di una attività così strategica per lo sviluppo ed il futuro della città. Ciò a maggior ragione dal momento che con la recente inclusione della Via Appia nel patrimonio dei beni Unesco sicuramente ci sarà bisogno di integrarsi all’interno di un modello di gestione a livello regionale e nazionale dei beni di questa città per massimizzare i ritorni anche in termini di flussi turistici, modello sul quale già molti Comuni sulla Via Appia si sono cimentati. Per non parlare del prossimo Anno Giubilare che vede molti Comuni già impegnati da anni a valorizzare la Via Francigena del Sud, altro cammino nazionale importante, ma anche questo bene immateriale non gestito e poco valorizzato qui a Terracina.
“La valorizzazione dei Beni culturali della Città di Terracina è un’attività fondamentale per un nuovo sviluppo della città che non può essere trattata e gestita in maniera approssimativa e, alquanto, residuale come si è sempre fatto a Terracina e come si continua a fare con l’attuale Amministrazione. C’è bisogno di un cambio di passo e questo è il momento di metterlo in atto. Non possiamo permetterci di non agire. Il tempo è scaduto”.