Inchiesta voto di scambio politico-mafioso: emerge un “ambiente” che si interfaccia con Raffaele Del Prete, l’imprenditore dei rifiuti già condannato per turbativa d’asta. Interpellato da imprenditori e politici su candidature e nomine, l’interesse era per i servizi d’igiene urbana
Non solo i passaggi di denaro con Agostino Riccardo (in rappresentanza del Clan Di Silvio di Campo Boario), collettore tra il mondo di sopra e i clan criminali: prima quello dei Travali e di Costantino “Cha Cha” Di Silvio, poi quello dei Di Silvio di Campo Boario.
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Dei rapporti tra Del Prete con un’altra ala dei Di Silvio, quella del Gionchetto, si è già detto che (leggi link di seguito). Un aspetto che chiama in causa altri personaggi politici di Latina città che si sarebbero relazionati con Riccardo per barattare pacchetti di voti in cambio di soldi. Come fossimo al mercato. Rapporti che, però, non fanno parte dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari Del Prete e il suo factotum Emanuele Forzan, più una notifica di indagine per l’europarlamentare della Lega: Matteo Adinolfi.
Eppure, Del Prete veniva imbeccato anche da altri politici e imprenditori che discorrevano con lui di dinamiche interne all’allora lista Noi con Salvini e persino di nomine riferibili ad alcune amministrazioni comunali: vedi, anche nel link postato su, la telefonata tra lui e l’attuale Presidente del Partito Democratico di Latina Mauro Visari (non indagato e fuori dal mercato della compravendita dei voti) sulla nomina all’assessorato all’Ambiente nella neo-Giunta Coletta nel luglio 2016.
All’imprenditore di origine campana interessavano (“un irrefrenabile interesse” lo definisce il Gip romano nell’ordinanza) liste elettorali e nomine successive con l’aiuto del direttore della campagna elettorale di “Noi con Salvini” Emanuele Forzan, ma questo non è tutto. È, infatti, dalle carte dell’inchiesta Touchdown – appalti e mazzette al Comune di Cisterna e alla Provincia di Latina – finita in un processo, e per cui lui ha patteggiato più di tre anni per turbativa d’asta e corruzione, che i Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia pongono in evidenza alcune intercettazioni. Un’inchiesta dai contorni talmente forti che portarono alle dimissioni dell’allora Sindaco di Cisterna Eleonora Della Penna a dicembre 2017. Telefonate che, incrociate con i nuovi riscontri della Squadra Mobile di Latina e i verbali dei due collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese, costituiscono buona parte dell’inchiesta Del Prete/Forzan/Adinolfi/Riccardo coordinata dalla Procura/DDA di Roma.
Dalle intercettazioni dell’inchiesta “Touchdown” è emerso che, a gennaio 2016, Adinolfi riferiva – come si legge nell’ordinanza – di aver preso contatti con Patrizia Fanti (ex assessore all’istruzione pubblica nella Giunta Di Giorgi) e Paolo Fragiotta e di essersi accreditato facendo il nome suo e di Zicchieri. In quel caso Adinolfi avrebbe voluto inserire entrambi nella lista dei candidati per il movimento Noi con Salvini. Alla fine, sia Fanti che Fragiotta si candideranno ma non con “Noi con Salvini”: l’una nella lista “Cuori Italiani Calandrini Sindaco” (con lei anche il nipote Andrea Fanti, più volte menzionato in altri verbali dal collaboratore di giustizia Agostino Riccardo) e l’altro nella lista “Città Forte per Enrico Forte Sindaco”. Ottennero centinaia di consensi ma non è questo il punto, anche perché sono voti legittimi di cui non vi sono tracce di strani traffici.
L’aspetto che deve far riflettere è che, a febbraio 2016, Raffaele Del Prete chiamava Matteo Adinolfi chiedendo di invitare anche una donna a un evento politico. Poco dopo, si risentivano e Adinolfi affermava come “questa” (il riferimento è a Patrizia Fanti e a Paolo Fragiotta) avesse un bacino di voti notevole, appartenendo ad una famiglia numerosa, e intendeva candidarsi con il nipote.
È Del Prete, però, a opporre il niet. L’imprenditore risponde che ciò non sarebbe stato possibile, in quanto si trattava di un consigliere uscente riconducibile, sebbene non indagata, all’ex amministrazione Di Giorgi con tutto il portato di scandali causati dal maiettopolismo che già faceva rumore: c’era stato, infatti, l’irrompere dell’inchiesta Don’t Touch che aveva terremotato il clan Cha Cha/Travali e in cui si ponevano in evidenza i rapporti tra il sodalizio e Pasquale Maietta.
Dunque, Del Prete, al di là del fatto che compiva ragionamenti di opportunità politica a differenza di Adinolfi, rappresentava, almeno da ciò che si evince, anche una sorta di riferimento per le candidature all’interno della lista Noi Con Salvini tanto che l’idea di un futuro europarlamentare – quella di candidare due persone in lista – veniva stoppata dal sui parere.
Dello stesso tenore – scrive il Gip nell’ordinanza – è una telefonata avvenuta tra il medesimo Raffaele Del Prete e Lubiana Restaini captata il 22 aprile 2016 e sempre inserita nell’inchiesta “Touchdown”: l’attuale consigliere comunale di Forza Italia a Roccagorga, nonché ex Assessora nella Giunta Piccaro, criticava la decisione del movimento “Noi con Salvini” di correre per Nicola Calandrini, “evidenziando altresì il dissenso che ciò aveva provocato negli elettori di Latina”.
Sarebbe importante, quindi, capire per quale ragione dei politici si rivolgevano a Del Prete quasi fosse lui il responsabile di candidature e persino di accordi politici per l’elezione del Sindaco di Latina.
Ad ogni modo, se per Adinolfi la Procura ipotizza il voto di scambio, portando in essere scambi di denaro tra Del Prete e Riccardo/Armando Lallà Di Silvio (circa 45mila euro), sappiamo non da oggi dei suoi rapporti con Francesco Zicchieri, attuale deputato della Lega, amico personale ed ex dipendente della Del Prete Waste Recycling srl.
Rapporti leciti fino a prova contraria, che però si inseriscono in quell’irrefrenabile interesse di Del Prete di capire chi veniva nominato e dove. Alla fine della fiera, è vero che Adinolfi e Zicchieri vennero eletti nelle rispettive elezioni amministrative a Latina e Terracina, ma è altrettanto vero che entrambi non si sono fermati: l’uno è parlamentare europeo dal 2019, l’altro è deputato alla Camera dal 2018. Elezioni che non sono coinvolte in nessuna ipotesi di voto di scambio ma che, alla luce dell’inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso attuale, fanno emergere un fatto inequivocabile: i due uomini per cui Del Prete si informava (e per Adinolfi, seconda la DDA, avrebbe comprato anche i voti) hanno fatto carriera e ricoprono cariche nazionali e internazionali.
È in un’intercettazione risalente al giugno 2016, mentre i Carabinieri indagano nell’ambito del procedimento “Touchdown”, che si capisce l’interesse di Del Prete e di un altro imprenditore dei rifiuti Francesco Saverio Colucci (coinvolto anche lui nell’inchiesta Touchdown), responsabile di fatto – annotavano i Carabinieri nel 2016 – della coop Servizi Integrati Ambientali. Entrambi vogliono conoscere le prossime giunte nei comuni di Latina e Terracina e il margine per lavorare con le amministrazioni. Il momento era delicato: da una parte Procaccini a Terracina, dall’altra Coletta a Latina, bisognava presentarsi – si dicono tra di loro – come una compagine politica “pulita e libera”. Quello era il sentimento risalente a cinque anni fa. Forse, oggi, sarebbe un po’ diverso.
Due imprenditori che cercavano di comprendere quali sarebbero stati i nuovi rapporti di potere nella provincia di Latina dopo le Comunali 2016 nelle città più grandi dove si era andati al voto: il capoluogo e Terracina. È chiaro che l’interesse fosse quello di capire la nuova era Coletta e la nuova amministrazione Procaccini, fino a che Del Prete dice a Colucci che Zicchieri avrebbe ottenuto la delega ai rifiuti.
Colucci: Raffaele mi stai abbandonando
Del Prete: che è successo?
Colucci: …mi stai abbandonando
Del Prete: non c’ho nulla per te, che cazzo vuoi?
Colucci: prima mi coinvolgevi per qualsiasi cosa, adesso mi abbandoni Del Del Prete: che ti faccio? Io ti dico le cose non le fai?
Colucci: Quali cose?
Del Prete: non le fai eh?
Colucci: ma quali cose?
Del Prete: che ti devo fare? Dimmi?
Colucci: no dobbiamo lavorare, dobbiamo lavorare, questa cooperativa deve partire, dobbiamo lavorare…
Del Prete: e che deve fare?
Colucci: deve lavorare, mi devi dire tu dove far lavorare. Mi devi mandare da qualche parte a prendere qualche lavoro
Del Prete: Latina e Terracina
Colucci: Latina e Terracina?
Del Prete: e se non t’hai Latina e Terracina dove vuoi lavorare? In Abruzzo?
Colucci: no, no, io…
Del Prete: e allora? Niente niente sono duecentocinquantamila
Colucci: va bene
Del Prete: e li vuoi far arrivare, arrivare alla giunta? Da una parte e dall’altra?
Colucci: va bene
Del Prete: e…ma dai…
Colucci: domani vacci allora
Del Prete: ma che ci vado a fare?
Colucci: ma vai Raffaele, ma chi ti dice…tu devi…
Del Prete: se mi chiama Procaccini (sindaco di Terracina) ci vado…
Colucci: tu ti devi presentarti come, come, come…compagine pulita, pulita, libera, pulita
Del Prete: ma certo
Colucci: dove…nella quale lui si deve fidare…
Del Prete: certo
Colucci: lui oggi comunque sta cercando attività e persone e personaggi di cui fidarsi.. quindi ci devi andare.. e non pensare che Coletta è proprio un imbecille
Del Prete: no, no, anzi sa quello che vuole
Colucci: eh?
Del Prete: vuole fare il presidente della Provincia mi hanno detto, c’ha bisogno di fare l’asse con noi (Noi Con Salvini), quello vuole fare…
Colucci: eh lo so…lo so, lo so, però a Latina dobbiamo partecipare, anche perché lui potrebbe dire partecipate con una ditta locale…dico non ti dimenticare che lui è il proprietario del 51% delle quote…e diamo (sembra di capire) questa possibilità qua a Latina Ambiente.. gliela sta dando lui non è che gliela stanno dando altri
Del Prete: mo’ danno la delega a Francesco (n.d.r. Zicchieri), la delega ai rifiuti (lo dice abbassando il tono di voce)
Colucci: a chi?
Del Prete: a Francesco (lo dice a voce molto bassa)
Colucci: a Terracina?
Del Prete: a Terracina (lo dice a voce molto bassa).
I due imprenditori parlavano chiaramente dei prossimi scenari sui servizi d’igiene urbana a Latina e Terracina: da una parte – siamo nel 2016 – la Latina Ambiente e dall’altra la possibile nomina di Zicchieri come delegato ai rifiuti nel Comune guidato da Procaccini.
Una storia che, soprattutto per Latina, sarebbe finita diversamente tanto è che Latina Ambiente fallì, il bando europeo dei servizi d’igiene pubblica sarebbe tramontato e la Giunta Coletta avrebbe costruito in house l’attuale ABC (azienda dei beni comuni). Agli inizi del mese di luglio 2016, però, Del Prete provò a interessarsi all’affidamento dell’igiene urbana nel Comune di Latina contattando diversi imprenditori per l’acquisto di spazzatrici. Secondo i Carabinieri, si trattava di reperimenti fittizi utili per partecipare alla gara. Un interesse per Latina da parte di Del Prete che si sarebbe esplicitato anche in una telefonata al Presidente del PD locale Visari proprio per chiedere chi sarebbe stato l’assessore all’ambiente.
Andò male, come accennato. il Comune di Latina optò per la società in house, andando incontro al fallimento di Latina Ambiente e alle cause di coloro che avevano vinto il bando europeo (De Vizia). Nelle more del bando europeo, però, la ditta Del Prete tentò di contrastare l’avviso prodotto dal predecessore di Coletta – il commissario Barbato – interpellando l’Anac.
Tuttavia, se a Latina non si rideva neanche a Terracina si faceva festa per Del Prete. Lo si deduce da un’altra telefonata intercorsa tra lui stesso e Francesco Zicchieri che invece di ottenere da Procaccini le deleghe ad ambiente e rifiuti ebbe solo quella allo sport.
Del Prete: però ce sta scritto solo la delega allo sport e basta, all’ambiente una donna ha nominato
Zicchieri: no, la delega all’ambiente ma senza rifiuti, lui mi dà la delega rifiuti
Del Prete: ma la delega all’ambiente ce l’ha una donna non ce l’hai tu Zicchieri: sì ce l’ha una donna perché quella donna là non doveva entrare in giunta, la figlia di Zappone perché non voleva fare, voleva fare il padre esterno, lui esterni non ne ha voluti quindi alla fine l’ha messa
Del Prete: e perché l’ambiente non te l’ha dato a te? France’ non ti ha dato proprio un cazzo questo
Zicchieri: rifiuti me li da a me
Del Prete: ma che cazzo ce l’hai a fare la delega rifiuti, ma che ce l’hai a fare o hai l’ambiente tutto o basta
Zicchieri: perché i rifiuti dici che non è buona?
Del Prete: ma a che ce…che serve, a che te serve?
Al di là di aspetti di natura penale, è evidente che un imprenditore come Del Prete i rapporti con la politica venivano prima di molte altre cose. Ora, sarebbe da stabilire se sia ancora possibile in molti territori del Belpaese non averli. Può un imprenditore lavorare senza doversi occupare della politica e delle sue nomine? Da ciò che emerge da tali intercettazioni Del Prete la risposta se l’era data. E da tempo. Un dramma per l’economia di questo Paese, quello del legame tra politica, imprenditoria e relazioni indicibili.