L’INCHIESTA BARDELLINO ARRIVA IN PARLAMENTO: “TESTIMONIANZA DELLA VEDOVA IOVINE METTE IN DISCUSSIONE LA MORTE DEL BOSS”

Antonio Bardellino
Antonio Bardellino

Inchiesta Bardellino, la deputata del Movimento Cinque Stelle, Stefania Ascari, ha presentato una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio

La deputata Cinque Stelle ha presentato una interrogazione a risposta scritta rivolta al Ministro della Giustizia dopo la visione dell’inchiesta giornalistica “Lo Spettro”, andanti in onda su “La7”, nell’ambito del programma televisivo “100 minuti”. L’inchiesta è firmata al giornalista Andrea Palladino.

Ascari ricorda che “il 12 maggio 2025 è andata in onda su La7, nell’ambito del programma “100 minuti” condotto da Corrado Formigli, un dettagliato reportage giornalistico a firma di Andrea Palladino riguardante la presunta morte del boss di camorra Antonio Bardellino, uno dei fondatori del clan dei Casalesi. Secondo la ricostruzione giudiziaria, Bardellino sarebbe stato ucciso il 26 maggio 1988 in Brasile, a colpi di martello, dal suo uomo di fiducia Mario Iovine, alla presenza della moglie di quest’ultimo, Rosangela Mendonça. Tuttavia, dalle testimonianze raccolte da Palladino nel reportage, emerge che la stessa Rosangela Mendonça ha negato con fermezza di aver mai visto il corpo senza vita di Bardellino, lasciando dunque intendere che il boss potrebbe non essere mai stato realmente ucciso”.

Stefania Ascari

L’ipotesi, secondo Ascari, “avrebbe rilevanza investigativa e giudiziaria enorme, aprendo interrogativi sulla possibile latitanza ultra-trentennale del capoclan; va altresì rilevato che, secondo quanto riportato da diverse inchieste giornalistiche e testimonianze, la famiglia Bardellino è attualmente stabilmente residente nel comune di Formia, città del sud pontino che, negli ultimi decenni, ha visto il radicarsi silenzioso di numerose famiglie legate alla camorra casertana e napoletana”.

“Tra queste risultano trasferite a Formia la figlia del boss Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto e Mezzanotte”, e nuclei familiari riferibili ad almeno altri undici clan camorristici. Tale fenomeno ha generato da tempo una forte preoccupazione nella cittadinanza e nelle istituzioni locali, anche per il rischio concreto che la zona possa fungere da “zona grigia” in cui capitali illeciti vengono riciclati o reinvestiti in attività economiche apparentemente lecite”.

L’esponente pentastellata ritiene che come “a Foggia, città colpita da una significativa presenza mafiosa” dove “sono stati attivati presidi rafforzati come una sezione operativa della DIA e un potenziamento della Squadra Mobile”, così anche Formia ha necessia di un “un analogo intervento per garantire strumenti adeguati di contrasto alla criminalità organizzata”.

La deputata chiede “se il Ministro sia a conoscenza delle risultanze del reportage andato in onda su La7 il 12 maggio 2025 riguardante la presunta non avvenuta morte del boss Antonio Bardellino e delle dichiarazioni rese da Rosangela Mendonça; se intenda disporre un approfondimento ispettivo o una verifica formale, tramite le competenti direzioni del Ministero o in raccordo con la Direzione Nazionale Antimafia, sulla veridicità delle circostanze emerse e sulle possibili implicazioni giudiziarie; se ritenga opportuno, alla luce del consolidato radicamento di famiglie camorristiche nel territorio del sud pontino, promuovere l’istituzione di una sezione operativa della Direzione Investigativa Antimafia a Formia e un distaccamento stabile della Squadra Mobile, al fine di rafforzare la prevenzione e il contrasto delle attività criminali di tipo mafioso nella zona”.

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