Lo smaltimento dei rifiuti vicino al Giardino di Ninfa mette in allarme la Fondazione Caetani. Oggi la Conferenza dei servizi in Regione Lazio
“La forte preoccupazione e la netta contrarietà all’impianto nasce dalla vicinanza del sito al Monumento naturale Giardino di Ninfa (compreso l’area naturale del Parco Pantanello) ubicati a circa sei chilometri in linea d’aria, e dalla vicinanza di aree naturalistiche come il Monumento naturale di Monticchio, l’area Zps dei Monti Lepini e le relative aree che rientrano nel contratto di fiume Cavata e Linea Pio. Non ultima la vicinanza, tra le altre, dell’azienda agricola Gelasio Caetani”, così in una nota il Presidente della Fondazione Caetano Tommaso Agnoni.
L’argomento del contendere, come noto, è l’istanza di riesame dell’AIA e della modifica dell’autorizzazione al recupero dei rifiuti conto terzi, presentata dalla Corden Pharma S.p.a., l’azienda farmaceutica di Via Del Murillo a Sermoneta.
Un’istanza che prevede di recuperare e smaltire, quindi incenerire, circa 200 tonnellate di rifiuti: rifiuti pericolosi con una capacità superiore a 10 Mg al giorno.
In particolare con l’istanza di modifica, Corden Pharma – che è attualmente in concordato preventivo – intende effettuare le seguenti operazioni:
– integrazione di codici CER con caratteristiche merceologiche simili a quelli già trattati, ma non provenienti dal solo comparto farmaceutico;
– miscelazione dei rifiuti pericolosi aventi differente CER e caratteristiche di pericolo, mediante l’integrazione dell’operazione di recupero R12 “Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11”, prevista dall’Allegato C al Titolo I della Parte Quarta del D.lgs. 152/2006 e s.m.i.
– innalzamento della capacità massima giornaliera di rifiuti conto terzi in ingresso all’impianto e di recupero da 94,5 t/a giorno a 200 t/giorno.
Uno scenario che allarma la Fondazione Caetani in quanto, peraltro, la Corden ha già un pretendente per l’acquisto dell’impianto di incenerimento o Piattaforma Ecologica: si tratta di Itelyum il gruppo che controlla lo stabilimento ciociaro ex Viscolube – colosso nel settore della gestione e valorizzazione dei rifiuti industriali e pericolosi, controllato dal fondo speculativo Stirling Square.
Per la Fondazione Caetani la Corden “andrebbe di fatto a cedere anche la parte relativa all’impianto di incenerimento che rischierebbe così di diventare un vero e proprio business legato alla lavorazione di rifiuti speciali pericolosi provenienti da siti industriali fuori dal territorio”.
“Con le amministrazioni locali e le associazioni agricole abbiamo già condiviso la nostra preoccupazione e i tecnici incaricati dalla Fondazione Roffredo Caetani non hanno lasciato spazio ad altre interpretazioni confermando, numeri alla mano, la nostra netta contrarietà alla riattivazione di questo impianto – ha scritto Agnoni – Siamo in presenza di un inceneritore di vecchia generazione, di cui non abbiamo a disposizione dati significativi legati all’attività svolta ormai moltissimi anni fa nonostante dai piani fossero previste una serie di centraline di rilevamento dell’inquinamento atmosferico di cui non abbiamo alcuna documentazione. La Fondazione Roffredo Caetani si opporrà in ogni sede, prima fra tutte la conferenza dei servizi in corso presso la Regione Lazio, alla riattivazione di questo impianto che, ribadiamo, è obsoleto, spento ormai da anni e legato ad una vecchia logica che punta ad alimentare gli affari in siti dismessi trasformandoli in veri e propri centri di lavorazione di rifiuti, in questo caso pericolosi, a due passi da un centro abitato e da aree di interesse naturalistico di livello internazionale come il Giardino di Ninfa, il Parco Pantanello e gli altri siti bene indicati dalle relazioni dei nostri tecnici. Parliamo, dunque, di una autorizzazione che creerebbe un precedente pericoloso per questo territorio. Siamo certi che la classe dirigente di questa provincia e le amministrazioni locali sapranno far valere il principio che anima da sempre, tra le altre cose, l’impegno di questa Fondazione, ossia quello della tutela e della valorizzazione del patrimonio naturale che ci circonda, grande volano per l’economia di questo territorio e unico mezzo per costruire un futuro migliore e davvero sostenibile”.