L’EX CAPITANO DELLA NAZIONALE MANUELA LEGGERI: “DOPO 25 ANNI DI PALLAVOLO ORA LE MIE PRIORITÀ SONO ALTRE!” (1°parte)

Manuela Leggeri ai tempi della nazionale agli inizi degli anni 2000 (fonte iogiocopulito.it)

Oro ai mondiali di Germania del 2002 e argento agli europei di Bulgaria da capitano della nazionale, bronzo nel ’99 agli europei in Italia, due partecipazioni alle olimpiadi (9° posto a Sidney 2000 e 5° ad Atene 2004), 326 presenze con la maglia azzurra, tre scudetti vinti (1 a Modena nel 2000 e 2 a Piacenza tra il 2013 e il 2014), una Champions League con Modena nel 2001 e tre coppe CEV in tre società diverse in tre periodi differenti della sua carriera (Roma nel ’93, Napoli nel ’99 e Modena nel 2002): questa è la pallavolista Manuela Leggeri.

CERIARA TRA SEZZE E PRIVERNO

Attraverso questi titoli passano però migliaia di allenamenti in palestra e decine di destinazioni in città grandi, medie e piccole della Penisola: dal Centro al Sud risalendo fino alla Lombardia. Chi nasce già a Ceriara di Sezze (9 maggio 1976) a un chilometro dal confine con Priverno è setina per caso, ma chi sceglie una carriera da professionista a questi livelli è cosmopolita (o apolide) di indole.

I CARTONI ANIMATI DI MIMì E MILA 

A 12 anni il medico di base riferisce alla famiglia che l’adolescente Manuela, molto più alta delle sue compagne di classe (1 metro e 76 centimetri già allora), deve fare sport. Il nuoto è la disciplina che le viene consigliata, ma Manuela ha un brutto rapporto con l’acqua. Siamo alla fine degli anni ’80 e da anni passano in televisione sulle reti Fininvest (oggi Mediaset) i cartoni animati di Mimì Ayuara e di Mila e Shiro, Manuela opta per la pallavolo.

Il cartone animato giapponese di Mimì

GLI ALLENAMENTI IN GIAPPONE

Racconta Manuela che se Mila e Shiro fossero puro intrattenimento per le bambine, la rigida disciplina di allenamento a cui erano sottoposte in quegli anni in Giappone le ragazzine ricordava per certi versi le storie di Mimì. Negli anni ’90 neppure ventenne, ma già centrale nel giro della nazionale, avrà l’occasione per 2 settimane di allenarsi a Kobe presso la palestra della Daiei ed osservare una rigida gerarchia che intercorreva tra le giocatrici professioniste più anziane e quelle delle giovanili, oltre ad un’evidente severità nelle direttive a cui erano sottoposte queste ultime da parte della Società. 

PASSAGGIO DAI LEPINI ALLA CAPITALE

Manuela inizia a giocare a Priverno: il primo anno con le giovanissime, poi con le allieve. Non fa in tempo ad arrivare alle juniores che è già impiegata a 15-16 anni in serie D in prima squadra dall’allenatrice Stefania Rizzi (stagione 1991-92). A Roma la società di Colli Aniene (la Fincres), che si appresta a disputare la sua seconda stagione in A1, la reclama. Iniziano per Manuela durante gli anni delle scuole superiori i continui viaggi di andata e ritorno tra Sezze e la Capitale. Il primo anno è già Coppa CEV con la schiacciatrice texana, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Los Angeles ’84, Rita Crockett.

Stefania Rizzi, allenatrice della Leggeri ai tempi di Priverno, oggi alla Volley Terracina

LASCIARE CASA PER LA PUGLIA

La terza stagione romana (1994-95) la percorre in A2 con la Aster, ma quella successiva, terminati gli studi scolastici, è quella in cui è costretta a lasciare casa: si parte per Altamura. In Puglia ritrova Cintha Boersma, ex compagna a Colli Aniene, che ha appena vinto gli europei con la nazionale olandese. Ci sono anche una serie di giocatrici del giro della nazionale maggiore: l’altra centrale Anna Vania Mello, la schiacciatrice Elisabetta Gilioli e l’altra schiacciatrice Barbara Siciliano. La palleggiatrice è Roberta Radogna, figlia del coach di quella stessa squadra (Donato).

DA ALTAMURA A REGGIO CALABRIA

La squadra è di primissimo livello, ma si ferma alle semifinali playoff contro uno dei colossi di quegli anni, Foppa Pedretti Bergamo, che avrebbe battuto in finale un altro gigante, Modena. Da un’ottima stagione, per quanto priva di vittorie finali, la Leggeri passa a quella che nell’estate del ’96 è considerata una formazione “fatta con gli scarti dell’A1”: la neopromossa Virtus Reggio Calabria dove l’aspetta Simonetta Avalle, sua allenatrice ai tempi della Fincres.

Simona Gioli con la maglia della Virtus RC nella stagione 1996-97 (fonte rai)

GLI “SCARTI” DELLA SERIE A1

In realtà a Reggio non c’è solo un talento emergente come la Leggeri, ma  anche un’allora semi-sconosciuta Simona Gioli che gioca da centrale e che avrà tempo di giocare più di 300 volte con la nazionale, vincere due medaglie d’oro tra il 2007 e il 2009 (rispettivamente in Belgio e Polonia) e due Coppe del Mondo in Giappone tra il 2007 e il 2011. Per non parlare dei 3 scudetti vinti a Perugia tra il 2004 e il 2007 (più uno in Russia con la Dinamo Mosca) e della Champions League durante la stagione 2007-08 sempre con la Sirio. Con la Leggeri e la Gioli anche la schiacciatrice della nazionale rumena Cristina Pîrv.

UNA STAGIONE SOPRENDENTE A REGGIO CALABRIA

Quella in Calabria è considerata dalla pallavolista setina la stagione più sorprendente. Durante la regular season al PalaCalafiore cascano sia Bergamo che l’Anthesis Modena. Quarto posto e si arriva fino alla semifinale play-off: questa volta l’Anthesis sbarra la strada alle reggine sia in gara 1 che in gara 2.

Manuela Leggeri con la maglia della Medinex nella stagione ’96-97.

ALLO SPEZZANO CON LA PICCININI

La stagione seguente la Leggeri, ormai entrata in pianta stabile nel giro “azzurro” di Julio Velasco, viene acquistata da un’altra neopromossa: lo Spezzano di Fiorano Modenese. In panchina siede il ventiseienne Giovanni Guidetti, che allenerà nei decenni successivi le nazionali di Bulgaria, Germania, Olanda e Turchia (di quest’ultima è tuttora il commissario tecnico). Manuela lo ricorda già allora come un attento studioso della Pallavolo internazionale pronto a girare tutti i Paesi del Mondo pur di migliorare le proprie conoscenze tecniche. In quella squadra c’è anche la migliore nazionale under 20, Francesca Piccinini. Il potenziale in quel gruppo è alto, ma non si va oltre il quinto posto. Ancora una volta la Leggeri raggiunge la semifinale, questa volta è Reggio Emilia ad eliminarla.

MONDIALI IN GIAPPONE DEL ’98: V POSTO 

Nel novembre del ’98 si giocano i mondiali in Giappone. Dopo una prima fase a gironi che ha visto l’Italia qualificarsi a Tokuyama alle spalle di Cuba e davanti a Bulgaria e Stati Uniti, arriva il girone “infernale” di Fukuoka con Cuba e le cinesi. La nazionale di Angelo Frigoni, ex vice di Velasco, tiene botta ottimamente e finisce terza dietro alle due “macchine da guerra”, future finaliste. Relegata comunque a giocarsi la final four per l’assegnazione dall’ottavo al quinto posto, le azzurre vincono entrambe le gare non lasciando set né ai Paesi Bassi né alla Croazia. È un quinto posto che segna la svolta!

Leggeri giovanissima in nazionale alla fine degli anni ’90.

A NAPOLI CON LA CACCIATORI

Stagione 1998-99 con Napoli: un’altra annata che verrà ricordata con grande piacere dall’atleta come quella di due anni prima con la Medinex. C’è con lei il capitano nazionale Maurizia Cacciatori come palleggiatrice, che per un anno ha lasciato Foppapedretti dopo tre scudetti di fila e una Coppa dei Campioni nel ’97. Le schiacciatrici in squadra sono la medaglia d’oro agli europei del ’95, l’olandese Henriette Wersing, e la russa Rita Okrachkova. Libero è la campionessa di beach volley Caterina De Marinis. Come altra palleggiatrice in organico figura l’argentina Romina Lamas, che in Spagna vincerà di tutto. 

LE USCITE CON LA SQUADRA PER NAPOLI

Durante la stagione il coach Gido Vermeulen, che allenerà molti anni dopo la nazionale dei Paesi Bassi sia femminile in un primo periodo che maschile successivamente, nota che la Leggeri ha un viso annoiato e infastidito. Le chiede cosa c’è che non va, lei risponde che a Napoli la sua vita è ridotta a “casa-allenamenti-casa” e che le altre compagne si lamentano per la stessa ragione. A quel punto l’olandese decide di farle uscire ogni sera in gruppo in un posto diverso (cinema, passeggiate ecc.) e quella diventa la chiave di volta per arrivare fino in fondo.

COPPA CEV O “COPPA VESUVIO”. 

In campionato la squadra non va oltre il quinto posto e ai play-off ci si ferma ai quarti, ma quella è l’annata della vittoria della Coppa CEV per Napoli. C’è la possibilità di giocare sia le gare di andata che di ritorno in unica sede a patto che la società ospitante accetti di accollarsi tutte le spese delle squadre ospiti. Il presidente accetta e la coppa della Confederazione Europea di Volley si trasforma nella Coppa “Vesuvio”. Cadono tutte al PalaDennerlein: slovacche, ungheresi, russe, ucraine. La pallavolo femminile partenopea vede per la prima volta un titolo internazionale nella sua storia, sarà anche l’ultimo purtroppo.

La formazione del Centro Ester Napoli al termine della finale di Coppa Cev (1999)

BRONZO AGLI EUROPEI DI ROMA NEL ’99

Tra il 20 e il 25 settembre 1999 la Leggeri vince il bronzo con la nazionale agli Europei di Roma: decisiva è la netta vittoria per 3 a 0 nella finalina contro la Germania, dopo aver perso in 5 set contro le croate. La squadra guidata da Frigoni annovera tra le altre Sabrina Bertini, Eleonora Lo Bianco, Elisa Togut, Simona Rinieri (che resterà amica della Leggeri per il resto della vita) e Paola Paggi oltre alle già citate Cacciatori, Piccinini e Gioli.

A MODENA DALLA LANG PING

È questo il periodo in cui Bergamo inizia a corteggiare la Leggeri, e non smetterà mai più di farlo. Il centrale di Ceriara preferisce l’altro gigante Modena dove a darle il benvenuto per la stagione ’99-2000 c’è un “dream team” di straniere. Allenatrice è la leggendaria medaglia d’oro per la Cina alle olimpiadi di Los Angeles, Lang Ping. L’ex schiacciatrice cinese verrà in quel periodo eletta da una rivista specializzata miglior pallavolista del XX secolo e da allenatrice ha al suo attivo un argento ad Atlanta ’96 e, sempre con le cinesi, un altro argento ad Osaka ai mondiali del ’98.

Lang Ping, prima come giocatrice a Modena alla fine degli anni ’80, poi come coach della nazionale cinese (fonte corriere.it)

ANTONINA ZETOVA E PRIKEBA PHIPPS

Schiacciatrice e opposto è la bulgara Antonina Zetova, che quell’anno risulterà miglior realizzatrice con 479 punti. A murare ogni palla è la brasiliana Ana Flávia Sanglard, in ricezione la cinese Zhiling Wang. Schiacciatrici la nazionale tedesca Hanka Pacherle e la statunitense Keba Phipps, che in Italia, tra Matera e Bergamo, ha già in tasca 6 campionati vinti e a Modena vincerà il suo settimo.

Una copertina del ’96 dell’inserto della Gazzetta dello Sport con Keba Phipps

SCUDETTO, CHAMPIONS E COPPA ITALIA TRA IL 2000 E IL 2001

A Modena la Leggeri vince il primo anno lo scudetto, battendo in finale proprio la Virtus Reggio Calabria della Gioli, l’anno successivo la Champions League (2000-01) e una Coppa Italia l’ultima stagione (2001-2002). L’anno della Champions la schiacciatrice della Anthesis è un altro pilastro della storia della nazionale (290 presenze) e dei grandi club (6 scudetti tra Ravenna e Bergamo): la Bertini.

LA PRIMA ESPERIENZA OLIMPICA A SYDNEY

Questo è anche il triennio dei maggiori successi con la nazionale per Manuela. Nel 2000 a Sydney per le italiane è già tanto essere arrivate ai giochi olimpici. L’emozione delle ragazze è alle stelle e al villaggio olimpico ogni occasione è buona per farsi fotografare con le campionesse o i campioni delle altre discipline. Il tecnico non può far a meno di accompagnarle alla cerimonia inaugurale dell’accensione della torcia. I risultati però non arrivano: quinte nel girone eliminatorio dietro non solo alla Russia e Cuba, ma anche alle coreane e alle tedesche. Bisogna così accontentarsi di un nono posto!

CON BONITTA AI VERTICI DEL MONDO

A marzo 2001 esce Frigoni, entra Marco Bonitta, già pluriscudettato con Foppa Pedretti. Via la fascia da capitano alla Cacciatori, che Bonitta ha già allenato a Bergamo: Manuela Leggeri rappresenterà in campo il sestetto base. Entra nel giro della nazionale un piccolo e giovanissimo libero che milita in A2 e che nessuno allora conosce: Paola Cardullo (classe ’82). Agli europei in Bulgaria è tutta un’altra musica rispetto all’anno precedente. Nel girone vengono “triturate” polacche, ucraine, tedesche e croate. Solo i Paesi Bassi vendono cara la pelle al tie break.

ARGENTO AGLI EUROPEI DI BULGARIA NEL 2001: IN FINALE CONTRO LE RUSSE 

In semifinale le bulgare non sono superiori alle italiane, ma giocano in casa. Le azzurre però non danno scampo e in un’ora e cinque minuti si sbarazzano anche della nazionale ospitante. Si va in finale a Varna contro le temibili russe che hanno a disposizione una schiacciatrice migliore dell’altra: l’Artamonova, la Sokolova, la Gamova, la Godina. Primo set a noi, ma poi i due successivi, combattutissimi, vanno alla Russia. Il quarto set è il canto del cigno delle azzurre che vincono 25 a 18 per rimanere in partita. Dopo un’ora e tre/quarti al cardiopalma, l’Italia crolla al “set decisivo” senza più energie. Poco male, la Leggeri è premiata come il miglior muro della competizione.

Marco Bonitta

BELLE, MA INCAPACI DI VINCERE

Nonostante l’argento ancora gira la voce secondo la quale le italiane sarebbero belle, ma non avrebbero la mentalità giusta per vincere. A pochi mesi dai mondiali di Germania Bonitta fa sapere che la Cacciatori non sarà neppure convocata: più utili alla causa come palleggiatrici Leo Lo Bianco e Rachele Sangiuliano. La Lo Bianco da Berlino in poi farà una carriera “stellare”, la Sangiuliano resterà una meteora nella storia della nazionale. 

AI QUARTI PER UN SOFFIO

Nel girone di Münster l’Italia rifila un 3 a 0 secco a tutte le rivali: alle giapponesi, alle bulgare, persino alle tedesche che sono di casa. Il girone di seconda fase è invece durissimo. Si perde in due scontri tesissimi con Russia (5 set in 1 ora e 50 minuiti) e con Cuba (4 set durati quasi 2 ore). Quando le azzurre giocano contro la Grecia, vincendo agevolmente in 3 set, devono aspettare i risultati dagli altri campi per sapere se sono qualificate.

Simona Rinieri, amica già dai tempi della nazionale della Leggeri

FUORI LE COREANE E LE CINESI

Tra le terze classificate nei tre gironi i Paesi Bassi hanno un peggior rapporto set persi/set vinti e un minor numero di punti: si può andare avanti ai quarti tirando un sospiro di sollievo. Giunti in questa fase Elisa Togut inizia a martellare i muri di ricezione avversari come mai aveva fatto. Le coreane, che fino a quel momento avevano giocato un ottimo torneo, non entrano mai in partita.  Prima della semifinale si comincia a dire: “d’accordo le italiane sono in forma, ma le cinesi sono un’altra cosa rispetto alle coreane”. In quattro set Togut, Leggeri, Rinieri, Piccinini, Lo Bianco e Mello sbagliano veramente poco. Battute anche le cinesi.

LA FINALE CONTRO LE AMERICANE

Finale contro gli Stati Uniti: Manuela ha davanti, oltre all’eccellente libero Stacy Sykora (che sarà a Jesi con la Leggeri per il campionato 2004-2005),  la compagna di squadra a Modena Kebe Phipps. Il primo set dura poco e va alla nazionale a stelle a strisce, ma dal secondo in poi inizia una serie interminabile di giocate. Un continuo contrapporsi di schiacciate e ricezioni in cui l’Italia dimostra di avere qualcosa in più, ma le americane non mollano. Alla fine sono ancora le schiacciate della Togut a fare la differenza: 2 a 1! Al quarto set le italiane cedono per 25 a 22 costringendo comunque le statunitensi ad un lavoro estenuante. Al tie break ancora la goriziana tira una “martellata” dietro l’altra: le americane resistono fino alla fine, ma tutto si chiude sul 15 a 11. Fino a qualche anno prima l’epiteto di “generazione di fenomeni” era stato utilizzato solo per i colleghi maschi, ora sul tetto del mondo ci sono le ragazze.

Manuela Leggeri che esibisce la medaglia d’oro vinta ai mondiali di Germania

IL RAPPORTO CON SEZZE

L’8 novembre 2002 il Presidente Carlo Azeglio Ciampi al Quirinale conferirà a tutte le azzurre l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Intanto a Sezze ci si è cominciati a ricordare di quella ragazza che anni prima ha lasciato la pianura. Già dopo Sydney è arrivata la cittadinanza onoraria dal Comune, dopodiché arrivano una serie di inviti a cui si lascia intendere a Manuela che è quasi un obbligo istituzionale per lei presenziare. Ai primi il capitano della nazionale va volentieri, ai successivi, disorganizzati e poco accoglienti, sempre meno.

NON DI PRIVERNO, MA DI SEZZE

In paese tutti cominciano a dire che sono suoi parenti o amici, anche le persone che non l’hanno mai conosciuta. Nel frattempo avviene un episodio che Manuela ricorda con fastidio. I giornali titolano che la grande campionessa del volley è nata Priverno. Subito arriva al telefono di casa “Leggeri” una chiamata da parte di alcuni rappresentanti comunali in cui si chiede che Manuela smentisca e chieda rettifica rispetto a queste notizie false tendenti ad oscurare la città di Sezze. La famiglia sobbalza dalla sedia senza neppure ben capire a cosa gli interlocutori del Comune alludano.

Manuela Leggeri in occasione di una premiazione presso il Comune di Sezze (fonte ilsetino.it)

IL RAPPORTO CON PRIVERNO

Contemporaneamente anche da Priverno arrivano i primi inviti, ma con con discrezione e senza il tono dell’ufficialità. Manuela in particolare ricorda con piacere un natale 2014 in cui fu chiamata in via amichevole dal Comune privernate a partecipare ad un evento assieme al canoista medaglia d’argento alle Olimpiadi Romano Battisti: le sembrò di essere a casa! (continua…)

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