L’ESPROPRIO MANCATO DECISO 40 ANNI FA: COMUNE PAGA 300MILA EURO AI PROPRIETARI DELL’AREA

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Un esproprio mancato che ha fatto nascere una causa al Tar e un debito del Comune di Latina: ai proprietari quasi 300mila euro

Un altro esproprio mai concluso che costa caro al Comune di Latina che, oggi, come ha stabilito una delibera commissariale, firmata dal Commissario Carmine Valente con i poteri del consiglio comunale, vede l’ente dover sborsare 322mila euro.

Soldi che derivano dal progetto per la costruzione e completamento della viabilità del Piano Particolareggiato, nel quartiere R1, P.P.E. quartiere R1, risalente addirittura la 1985. Quel piano fu approvato dal consiglio comunale di allora e, tre anni dopo, tramite altra delibera, venne promossa l’espropriazione e l’occupazione d’urgenza di tutte le aree occorrenti alla costruzione e completamento della viabilità.

Il problema è che le opere viarie vennero eseguite mentre il procedimento divenne illegittimo per la decorrenza dei termini di legge entro i quali si sarebbe dovuto emettere il decreto definitivo di espropriazione. Al che, trenta anni dopo, nel 2016, i proprietari dell’area espropriata senza titolo dal Comune, i signori Artuso, hanno citato in giudizio il Comune innanzi al Tar proprio per vedersi risarcire il danno per la illegittima occupazione delle aree di loro proprietà, nel tratto di Via Dei Fenici e di Via Dei Volsci.

Dua anni dopo, nel 2018, il Comune di Latina è stato condannato a far cessare la situazione antigiuridica mediante l’adozione dell’acquisizione sanante delle aree distinte. Il Consiglio Comunale, di conseguenza, nel 2019, ha dato mandato all’acquisizione delle aree, ossia a liquidare i legittimi proprietari espropriati senza diritto oltre 30 anni fa.

Pagata l’Agenzia delle Entrate 1700 euro per la stima della aree, il Comune ha trasmesso alla controparte la valutazione sintetica delle aree, proponendo la cessione del bene per la somma onnicomprensiva di 286.667 euro.

Una cifra che è stata accettata dai tre ricorrenti e vincenti in sede di giustizia amministrativa per un’opera pubblica che ha occupato 1150 metri quadri (in un primo momento era stata calcolata erroneamente un’area di 1126 mq), il che ha fatto aumentare il debito per il comune e il risarcimento per i cittadini a 292.778 euro.

Alla fine il Comune pagherà, sanando il suo debito fuori bilancio, la cifra che con gli oneri tributari connessi all’atto pubblico di cessione volontaria, poco più di 322mila euro.

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