LEGALITÀ A TERRACINA, LEGAMBIENTE CHIEDE ISTITUZIONE DI UN OSSERVATORIO COMUNALE

Il circolo Legambiente Terracina Pisco Montano commemora il trentennale della strage di Capaci presso l’albero di Falcone al Montuno. “Sin dal 2018 – spiega Legambiente -, anno della riapertura del parco, viene celebrato l’evento pubblico dal titolo “Ricordando Falcone”, che è rimasto però unico nel panorama terracinese nonostante i molteplici allarmi sul rispetto della legalità nella nostra città. Chiediamo l’istituzione immediata di un osservatorio comunale permanente sulla legalità e sulla sicurezza dove possano essere portati finalmente alla luce i problemi e individuate le possibili soluzioni”

Lo scorso 23 maggio 2022 si è svolto, come ormai di consueto dal 2018, anno di riapertura del Parco del Montuno, un evento denominato “Ricordando Falcone” in memoria del grande Giudice Giovanni Falcone, del Giudice Francesca Morvillo e delle loro scorte Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro barbaramente uccisi, e i sopravvissuti Giuseppe Costanza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello, Paolo Capuzza, sotto l’Albero a lui dedicato nel Parco del Montuno, albero riconosciuto dal 2019 anche dalla Fondazione Falcone di Palermo. In occasione del 30^ anniversario abbiamo detto insieme un No secco alla abolizione dell’Ergastolo Ostativo e abbiamo aderito alla campagna nazionale #unlenzuolocontrolamafia, con la condivisione di letture tratte dal libro “Solo è il coraggio. Giovanni Falcone, il romanzo” Bompiani, di Roberto Saviano, e dal libro “I nemici della giustizia. Magistratura, politica, economia: chi non vuole una giustizia uguale per tutti” Rizzoli, del Giudice Nino di Matteo e del giornalista Saverio Lodato, e con riflessioni sui temi della Giustizia, sulla Riforma Cartabia, sul tentativo di smantellamento della legislazione antimafia (41 bis, Ergastolo Ostativo, Leggi sui pentiti) e sul prossimo Referendum sui temi della giustizia. 

Dopo il nostro evento del 23 maggio, abbiamo aspettato tutta la settimana per vedere se per caso la nostra città organizzava un evento istituzionale, per ricordare e fare memoria nel trentennale della strage di Capaci, e purtroppo non abbiamo avuto nessuna notizia. Eppure anche la città di Terracina, ha assistito negli ultimi tempi ad una sequela di eventi (sequestri, indagini, avvisi di garanzia, arresti, rinvii a giudizio, citazioni in giudizio e processi) che hanno squarciato il velo ipocrita della ridente città costiera e hanno lasciato intravedere purtroppo un sistema di malaffare ed una rete fitta di collusioni e contiguità che coinvolge la società, le imprese (anche con le tante storie di caporalato), l’amministrazione della cosa pubblica e la politica con un sistema di voto che sembrerebbe condizionato con promesse di utilità, laddove non direttamente appaltato ai clan come apprendiamo con sconcerto dai resoconti del processo “Scheggia”. Politica che in questi anni non ha mancato neanche di prendere di mira con attacchi violenti la nostra Associazione, colpevole di voler denunciare potenziali abusi e illeciti e di volersi costituire parte civile nei processi. La situazione di Terracina era stata già ben evidenziata da una interrogazione al Senato presentata a marzo del 2021 dai senatori del gruppo misto Lannutti, Corrado e Abate (anche membri della Commissione Antimafia) nella quale è stato tracciato un quadro del caso Terracina partendo dall’omicidio del boss camorrista Gaetano Marino (avvenuto ad agosto del 2012 sul lungomare pieno di turisti), citando anche, come evento meritevole di attenzione nazionale, il caso della aggressione verbale in pieno Consiglio Comunale da parte dell’ex-Vicesindaco a me come esponente di Legambiente. Questa interrogazione seguiva dopo dieci anni l’importante allarme lanciato dall’allora Deputato PD Ermete Realacci, Presidente onorario di Legambiente, il quale presentava una interrogazione parlamentare nel 2011 sulle infiltrazioni mafiose e sull’aumento dei reati mafiosi, come quello legato al ciclo del cemento e agli abusi edilizi, in tutte le città della Provincia di Latina e anche a Terracina”, dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina “Pisco Montano” , Consigliere Nazionale dell’Associazione.

Ecco, alla luce di quanto sta accadendo e a seguito della importante audizione di marzo 2021 del Prefetto di Latina, Dott. Maurizio Falco, da parte della Commissione parlamentare antimafia, sugli affari dei clan sul territorio pontino e sui possibili intrecci tra malavita e politica, testimoniati anche dai numerosi beni confiscati e acquisiti a patrimonio comunale (grave la mancata confisca e acquisizione a patrimonio pubblico dell’area ex DESCO all’ingresso di Terracina – coinvolta in gravi vicende giudiziarie di abusi edilizi e riconducibile nell’indagine della DDA al clan Mallardo-  per avvenuta prescrizione!), e alla luce del lavoro costante e prezioso di scambio informativo tra le Prefetture di Latina e Caserta, soprattutto in vista dei prossimi investimenti a valere sul PNRR, per una vigilanza sui movimenti societari sospetti, augurandoci un costante ricorso alle interdittive antimafia, chiediamo al Sindaco di Terracina, proprio in questa importantissima occasione del trentennale delle stragi di Falcone e Borsellino, di mobilitare tutte le coscienze e le energie, partecipando a ed organizzando eventi istituzionali, e chiediamo a gran voce la costituzione di un Osservatorio comunale permanente sulla Legalità e Sicurezza per promuovere una cultura del rispetto e della legalità, facendo sintesi delle diverse realtà sociali presenti nel territorio cittadino che a vario titolo pongono la questione di legalità e sicurezza e ponendo al centro il monitoraggio di tutti i progetti a valere sul PNRR e comunque ogni grande progetto e appalto, per evitare rischi di grave infiltrazione. È proprio Legambiente, associazione che spesso in questi due anni è finita nel mirino per la sua azione di denuncia, a chiedere a gran voce che la nostra Amministrazione prenda finalmente parte, riconosca il problema e si impegni insieme alle Scuole, ai Comitati, ai Partiti, alle Associazioni del terzo settore e alle Associazioni di Categoria, affinché non solo le organizzazioni criminali ma soprattutto la mentalità mafiosa non arrivi a radicarsi nella nostra città, sostenendo con convinzione tutti coloro che si battono per la legalità, i veri anticorpi sociali e civili che bisogna alimentare e mantenere vivi per costituire una barriera massiccia contro la sua diffusione”. 

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