“Sulla legalità servono atti amministrativi chiari. Dopo la trasmissione “100 minuti” su La7, che ha restituito un’immagine parziale e per molti versi ingiusta di Formia, serve una risposta politica. Non è accettabile che chi governa si limiti al vittimismo.
L’Amministrazione comunale, a partire dal Sindaco, aveva l’occasione di chiarire. Non lo ha fatto. Nessuna parola netta, nessuna presa di distanza. Nemmeno quando sarebbe stato logico farlo: soprattutto da chi è stato associato ad esponenti della famiglia Bardellino pur ricoprendo ruoli istituzionali. Silenzio. Il Sindaco ha parlato del passato, come se fosse un semplice spettatore, dimenticando il ruolo che oggi ricopre.
Eppure è stato consigliere comunale per tredici anni. Adesso è lui a dover dare risposte. Non alle polemiche, ma a una domanda semplice: dove si vuole portare questa città?
Formia non è solo quella raccontata da La7. Non c’è stato alcun “inchino” della processione. Non è una città di omertosi. Ma è una città che da anni convive con presenze criminali consolidate, radicate, attuali. Lo confermano anche le relazioni ufficiali della Direzione Distrettuale Antimafia. Negare o ridurre tutto a strumentalizzazione politica significa rendere permanente questo fenomeno.
E allora, non basta offendersi. Servono risposte vere, atti amministrativi che diano concretezza agli impegni presi.
Nel novembre 2022, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la nostra mozione sulla legalità e sul contrasto alla criminalità organizzata. La mozione impegnava il Sindaco ad avviare un percorso con le altre amministrazioni del territorio per chiedere un rafforzamento della capacità investigativa nel Sud Pontino, come ad esempio l’istituzione di una sede distaccata della Squadra Mobile. Si prevedeva anche la riattivazione dell’Osservatorio Comunale come strumento di monitoraggio, di promozione della cultura della legalità nelle scuole e di elaborazione di buone pratiche. Nulla è stato fatto.
A queste proposte si aggiunge la mozione che abbiamo presentato per recepire il Protocollo per la regolarità e la sicurezza degli appalti pubblici: uno strumento concreto, che introduce criteri stringenti e premia le aziende sane, rafforzando le difese contro le infiltrazioni anche nel settore degli affidamenti pubblici. L’Amministrazione si impegni ad applicarla.
Resta aperta anche la questione mai risolta dei beni confiscati. La maggior parte dei quali— a partire dagli appartamenti riconducibili alla famiglia Bardellino — sono ancora chiusi e inutilizzati. Al di là degli annunci, sono troppi anni che aspettiamo che vengano restituiti alla collettività.
Questi strumenti non sono esercizi formali, ma la via corretta per rafforzare quegli anticorpi civili di cui una città ha bisogno per affrontare il problema. Ancora di più in un territorio che ha già pagato un prezzo alto con la chiusura del tribunale e il progressivo indebolimento delle strutture giudiziarie.
Non si tutela una città con il vittimismo, né con la rimozione selettiva del problema. La legalità si costruisce con atti credibili. E la credibilità non si improvvisa: si dimostra”.
Così, in una nota, il Partito Democratico di Formia.