Latina, i Carabinieri eseguono un decreto di perquisizione nei confronti di un incaricato di pubblico servizio
È scattata stamani, 28 ottobre, su disposizione della Procura della Repubblica di Latina, la perquisizione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise. I militari dell’Arma hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione, nell’ambito di un’indagine volta a contrastare condotte corruttive e di agevolazione all’immigrazione clandestina, nei confronti di un incaricato di dipendente dell’Agenzia delle Entrate e di alcuni dipendenti e gestori di 3 diversi CAF ubicati rispettivamente a Terracina, Sezze e Cisterna.
Una inchiesta rilevante che assomma due indagini, coordinate dai sostituti procuratori di Latina, Giuseppe Bontempo e Giuseppe Miliano. Gli investigatori dell’Arma indagano, in particolare, su un sistema che sarebbe ben collaudato per permettere agli immigrati, per lo più indiani, di poter venire in Italia, aggirando il decreto Flussi.
Ad essere perquisito e indagato per corruzione un dipendente dell’Agenzia delle Entrate: il 56enne, C.V. (queste le sue iniziali). I Carabinieri hanno setacciato l’ufficio dell’operatore tecnico specializzato amministrativo nella sede latinense dell’Agenzia delle Entrate, acquisendo diversa documentazione. Le perquisizioni sono state effettuate nei confronti di altri altri tre indagati riconducibili ai Caf e un ulteriore indagato: si tratta del proprietario cinese di due esercizi commerciali ubicati a Latina. Per quest’ultimo, il dipendente dell’Agenzia delle Entrate, in cambio di oggetti regalati dai due negozi dell’imprenditore cinese, si sarebbe adoperato per far ottenere il codice fiscali a tre connazionali dell’uomo, tra cui un minorenne, evitando loro di presentarsi alla sede dell’Agenzia delle Entrate o procedere in via telematica.
La legge sarebbe aggirata dagli indagati dichiarando il falso. Aziende non esistenti oppure vere, ma ignare, richiederebbero all’ambasciata indiana il lasciapassare di diversi cittadini che sbarcano in Italia con contratti di locazione e di lavoro subordinato farlocchi. Un meccanismo illegale gestito da personaggi legati ai Caf che, con l’ausilio del dipendente dell’Agenzia delle Entrate, farebbero risultare gli immigrati con casa e lavoro, i requisiti utili per ottenere il permesso di entrare in Italia e di conseguenza quello di soggiorno. In realtà, una volta sbarcati in Italia, tali immigrati non hanno nessun tipo di stabilità e sono avviati allo sfruttamento.
Sull’inchiesta, vige ancora il massimo riserbo, anche se il decreto di perquisizione dimostri di come gli accertamenti potrebbero portare ben presto ad altri interessanti sviluppi. Secondo gli investigatori, il dipendente dell’Agenzia delle Entrate avrebbe agevolato le pratiche per gli immigrati in cambio di soldi o altre utilità come piccoli regali.
Nell’inchiesta, inoltre, vengono sviscerati anche i rapporti tra il dipendente corrotto dell’Agenzia delle Entrate e due titolari di altrettante agenzie immobiliari de capoluogo. Secondo gli inquirenti, il dipendente faceva risparmiare le agenzie immobiliari, evitando loro di prenotarsi e registrare le pratiche in via telematica . Tutto in cambio di circa 10 euro a pratica elusa, e in un caso di 50 euro.
