Continua la vertenza dei lavoratori promossa dal sindacato Uiltucs di Latina nei confronti della cooperativa Karibu e del Consorzio A.i.d.: “I lavoratori irregolari non contrattualizzati invitati e perseguitati a produrre fatture false, dai responsabili della coop Karibu e consorzio Aid, il tutto al fine di essere retribuiti sul lavoro svolto ancora ad oggi e non pagato. Possiamo documentare discussioni e messaggi telefonici”
Nei primi giorni del mese di giugno scorso alcuni lavoratori, impiegati presso il Consorzio AID, si sono recati la sede della Uiltucs Latina per chiedere di effettuare le dimissioni per giusta causa poiché non percepivano lo stipendio da mesi, alcuni sino a 15 mesi. “Abbiamo condiviso con i lavoratori – spiega una nota del Segretario della Uiltucs, Gianfranco Cartisano – di intraprendere un percorso presso l’Ispettorato del Lavoro chiedendo un confronto, nel contempo abbiamo organizzato come categoria altri lavoratori i quali nelle stesse condizioni denunciavano il mancato pagamento delle retribuzioni, in breve tempo abbiamo sottoscritto accordi presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Latina per un piano individuale di rientro per ogni lavoratore – alcuni italiani altri di origine africana. I primi pagamenti sono stati effettuati a seguire dopo ripetuti solleciti, ma gli accordi sottoscritti non sono ad oggi rispettati per le somme dilazionate”.
“Alcuni giorni fa hanno chiesto il nostro intervento altri 5 lavoratori di cui 2 lavoratori di origine marocchina i quali – abbiamo accertato – non sono regolarizzati, senza alcun contratto di lavoro. Nello specifico i lavoratori che oggi rappresentiamo sono 25: per alcuni abbiamo sottoscritto accordi in Ispettorato, per altri abbiamo incontro fissato per il prossimo 2 novembre presso l’Ispettorato di Latina. Nei giorni scorsi avevamo inviato alla Prefettura una nota nella quale si spiegavano i fatti chiedendo un confronto immediato: dopo giorni e dopo i comunicati stampa siamo stati convocati non ufficialmente dalla Dott.ssa Ippolito alla quale esponevamo le difficoltà e il disagio dei lavoratori sul mancato rispetto degli accordi sottoscritti da AID e KARIBU poiché alune dei lavoratori erano inquadrati con Consorzio Aid, mentre altri con la Cooperativa Karibu.
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“Alla data odierna – continua Cartisano – attendiamo come anticipato dalla Dott.ssa Ippolito un incontro ufficiale in Prefettura al fine di risolvere la vertenza. Nello specifico chiederemo la surroga di pagamento delle somme direttamente dalla Prefettura ai lavoratori nel rispetto della capienza delle somme a disposizione. Al contempo attendiamo incontro del 2 novembre in Ispettorato per definire ulteriori importi spettanti ai 5 lavoratori di cui 2 non regolarizzati. Quest’ultimi sono lavoratori in nero che hanno denunciato alla nostra categoria richieste di fatture per essere a loro volta pagati. Ci sono messaggi in nostro possesso nei quali si chiede da parte dei rappresentanti di AID e KARIBU di produrre fatture da soggetti esterni al lavoro per poi erogare compensi per il loro lavoro ad oggi ancora non retribuito“.
C’è, quindi, molta attesa per il prossimo 2 novembre presso l’Ispettorato del Lavoro di Latina: oltre i 3 lavoratori contrattualizzati che attendono stipendio da mesi, l’attenzione è rivolta alle eventuali risposte di Karibu e Aid rispetto alle richieste dei 2 lavoratori in nero “i quali – incalza la Uiltucs – sono ancora senza stipendio per non aver prodotto le fatture false“.
“È orrenda la vicenda che investe queste società cooperative che hanno parlato sempre di accoglienza, integrazione, valori del loro operato, principi che non coincidono con ciò che raccontano i lavoratori, come quelli che attendono stipendi da mesi e gli altri che sono rimasti senza salario per non aver prodotto fatture false. Ribadiamo – conclude il Segretario Cartisano – che questi lavoratori in nero per noi non avrebbero dovuto produrre nessuna fattura perché rimangono dei lavoratori subordinati come i tanti che attendono gli stipendi. Accoglienza, integrazione e lotta al caporalato, missioni che bandiscono le Coop in questione, e poi nella vera e cruda realtà tutto è giocato sulla pelle e sul sacrificio dei lavoratori e delle lavoratrici”.