Il sindacato Uiltucs di Latina denuncia lo sfruttamento dei lavoratori nel Consorzio Aid e nella coop Karibu: “Non pagati circa 300mila euro ai dipendenti”
“Integrazione e accoglienza sulla pelle dei lavoratori, progetti e percorsi finanziati dalla Regione Lazio per l’Emersione Regolare del lavoro in Agricoltura (P.E.R.L.A.) il tutto coordinato dal Consorzio AID di Latina e Cooperativa Karibu di Sezze, tanti progetti avviati anche sull’area romana, il tutto portato a termine attraverso lo sfruttamento e retribuzioni non pagate ai tanti operatori dipendenti, una somma ingente, circa 300 mila euro, non pagata ad oggi ai circa 25 lavoratori che hanno chiesto aiuto alla Uiltucs di Latina”.
Così, esordisce, in una nota, il sindacato Uiltucs di Latina che denuncia la situazione nei due organismi, entrambi controllati da Marie Therese Mukamitsindo e nei quali figurano, nei posti apicali, la figlia e il figlio.
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“300mila euro, questo è l’importo accertato e dichiarato dalle società” – spiega il segretario responsabile Gianfranco Cartisano – Tali somme, corrispondenti a competenze non pagate sono state confermate dalle società coop Karibu e Consorzio Aid. Entrambi, dopo richieste di intervento inviate dalla Uiltucs all’Ispettorato del Lavoro, avevano raggiunto accordi sul pagamento dilazionato delle spettanze. Purtroppo ad oggi l’accordo non è stato rispettato”.
“Come Uiltucs Latina sulla vicenda del mancato pagamento delle retribuzioni – prosegue Cartisano – andremo avanti e determinati per dare dignità ai tanti lavoratori, oggi disoccupati a causa delle negligenze delle Coop affidatarie dei progetti in tutta la Provincia e Regione: interventi socio assistenziali sull’accoglienza messi a disposizione da vari Enti con ingenti somme, risorse che non possono essere negate a lavoratori che hanno lavorato, in alcuni casi anche in piena autonomia gestionale, senza coordinamento delle Coop affidatarie”.
“Ribadiamo quello che abbiamo denunciato all’Ispettorato Territoriale del Lavoro: c’è una grande anomalia nell’ambito degli “operatori mediatori e formatori impiegati nei progetto per lo sfruttamento e caporalato”. Questi lavoratori delle Coop, in alcuni casi, non percepivano lo stipendio da 15 mesi! Un vero paradosso: formatori e lavoratori dipendenti, che lavoravano per il contrasto al caporalato in agricoltura, non pagati dalla Coop Karibu e dal Consorzio Aid, affidatarie dei progetti, che non pagano e sfruttano lavoratori impiegati nel progetto contro lo sfruttamento del lavoro“.
“Nulla da eccepire nei confronti degli Enti e Ministero che impegnano ingenti somme finalizzate al contrasto del caporalato ed accoglienza dei minori e rifugiati. – dichiara Gianfranco Cartisano – La nostra vertenza è nei confronti della Coop Karibu e Consorzio Aid ancora oggi affidatarie di tanti progetti, ma ancora latitanti sul rispetto degli accordi sottoscritti in Ispettorato del Lavoro di Latina”.
“In questi giorni – incalza Cartisano – abbiamo inoltrato richiesta di incontro al Prefetto Maurizio Falco, spiegando le difficolta dei circa 25 lavoratori i quali attendono il rispetto degli impegni assunti e delle tante retribuzioni ancora non pagate. Una terrificante vicenda dove possiamo dire che accoglienza, e soprattutto il contrasto allo sfruttamento del lavoro, non si possono fare sulle pelle degli operatori impiegati. Non accettiamo come dichiarato spesso dalle affidatarie che il ritardo dei pagamenti delle retribuzioni è causa dei ritardi degli enti che forniscono ed aggiudicano i servizi. Gli Enti, compreso l’Ufficio Territoriale del Governo, non ha ritardi sul pagamento dei servizi. Anzi, a questa modalità “quando arrivano i soldi pago i dipendenti”, rispondiamo che “che senza rischio d’impresa, gettata tutta sugli operatori, tutti avrebbero capacità di fare accoglienza ed integrazione, in sintesi pagando quando e se arrivano le risorse economiche”.
“Dignità, rispetto e pagamento immediato delle spettanze economiche, sono questi i punti che pretendiamo in questa vertenza – conclude Cartisano – Abbiamo sollecitato la Prefettura affinché apra un tavolo specifico per rispondere e chiarire la vicenda dei 25 lavoratori“.