Una particella ricadente in un piano particolareggiato a Latina costa al Comune oltre 300mila euro: la Giunta vota il debito fuori bilancio
La storia inizia con la deliberazione della Giunta Municipale guidata da Delio Redi, la n°3808 del 21 dicembre 1989 con cui venne approvato il progetto per la costruzione e completamento della viabilità di Piano Particolareggiato Esecutivo del quartiere R3 Vie Teano ed Amaseno, dichiarando la pubblica utilità delle opere.
Il 31 dicembre dell’anno successivo, un’ulteriore deliberazione della Giunta Municipale dispose l’urgenza nella
realizzazione delle opere promuovendo d’urgenza l’occupazione di tutte le aree occorrenti alla costruzione e completamento della viabilità di quartiere R3, tra le quali anche la particella n. 321 del Foglio 168 di proprietà della Società Immobiliare Banditella a r.l.
Le opere – così come si legge nella delibera votata oggi 16 maggio che dispone la variazione di bilancio – vennero eseguite occupando parzialmente anche la particella n. 321 del Foglio 168 di proprietà della suddetta Società Immobiliare Banditella a r.l.; al contempo il procedimento ablatorio divenne illegittimo per la decorrenza dei termini di legge entro i quali si sarebbe dovuto emettere il decreto definitivo di espropriazione.
Forte di questa mancata espropriazione, tramite atto di citazione al Tribunale civile di Latina, la società immobiliare, il 10 marzo 2017, chiese la condanna del Comune di Latina alla reintegrazione della proprietà delle aree illegittimamente occupate, e in subordine, qualora il terreno “de quo” non potesse essere restituito, la condanna alla corresponsione di un risarcimento del danno.
Nel 2019, il Consiglio Comunale non ha potuto far altro che ravvisare la pubblica utilità di quei terreni non espropriati. Erano passati “appena” 30 anni e la restituzione dell’area era fuori discussione. Ecco perché il 24 marzo l’ufficio tecnico del Comune ha trasmesso la relazione di calcolo delle indennità ai ricorrenti ed è stata proposta la cessione delle aree in oggetto, di complessivi 982 metri quadri (in parte occupati nel 1983 ed in parte nel 1991) per la somma onnicomprensiva di € 300.944,05 euro di cui 107.832,92 euro quale importo relativo al valore venale del bene, 10.783,29 euro quale importo relativo al risarcimento del danno recato per il “pregiudizio non patrimoniale” (art.42 bis comma 1) e 182.327,84 euro quali interessi compensativi per il danno patrimoniale derivante dall’occupazione senza titolo delle aree.
In tutto, compresa l’Iva da oltre 22mila euro, il Comune di Latina pagherà ai ricorrenti della società privata la cifra di 324.667,29 euro per un terreno occupato senza titolo da circa 30 anni.