Destini diversi per Raffaele Biancolino e Salvatore Lama accusati di aver messo a segno una truffa nei confronti dei due ottuagenari di Latina
Nella giornata di ieri, il giudice delle indagini preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, ha deciso di rimettere in libertà Salvatore Lama, confermando la detenzione cautelare in carcere per Raffaele Biancolino.
Il 28 gennaio, i due furono tratti in arresto, nella flagranza di reato di “circonvenzione di persone incapaci cagionando alla persona offesa dal reato un danno patrimoniale di rilevante entità”. Secondo i Carabinieri, i due quarantenni hanno circuito, prima telefonandogli e spacciandosi per famigliari a cui serviva urgentemente denaro, una coppia di anziani del capoluogo, rispettivamente 81 e 84 anni, per farsi consegnare una somma del valore di 4.950 euro.
La dinamica è sempre la stessa: i truffatori chiamano persone di una certa età e richiedono denaro perché occorrerebbe a qualche famigliare dei truffati. Poi, spiegano ai malcapitati che passerà a breve una persona a ritirare i soldi che dovrebbero servire a un figlio, a una figlia o una nipote. Ovviamente non è vero niente, ma spesso gli anziani, spinti dai metodi molto pratici e persuasivi dei truffatori, si inquietano e accettano di dare i soldi anche a uno sconosciuto credendo che questo se ne serva per tirare fuori dai guai un famigliare.
Ad ogni modo, ieri, Salvatore Lama ha spiegato di non essere stato partecipe della truffa, bensì di aver solo accompagnato a Latina Raffaele Biancolino e di non sapere delle sue intenzioni.
Biancolino ha confermato la versione, assumendosi la responsabilità del raggiro nei confronti dei due anziani, spiegando di non avere la patente e di aver chiesto all’amico di dargli un passaggio nel capoluogo dove, ha sostenuto, non era mai stato prima del 28 gennaio, il giorno del suo arresto.