LATINA, TRA LAVORO E PRECARIETÀ. GLI INFERMIERI: “L’ASL HA CREATO UNA GUERRA TRA POVERI”

infermieri

La lettera della delegazione di infermieri inviata a Latina Tu che mette in risalto la situazione drammatica tra precari e infermieri vincitori di concorso: sul banco degli imputati l’Asl di Latina

Chi vi scrive è una delegazione di infermieri che hanno superato, risultando idonei il concorso pubblico indetto dall’ospedale Sant’Andrea di Roma e che oggi, a fronte dell’emergenza scaturita dalla pandemia di covid 19, vede oggi messe a rischio le posizioni faticosamente guadagnate nella relativa graduatoria e vanificate le legittime aspettative di una assunzione che di tale graduatoria tenga conto.

In contrapposizione al continuo utilizzo del precariato per fronteggiare la carenza di personale infermieristico, l’Asl di Latina ha creato, infatti, una guerra tra “poveri”.

Da una parte troviamo personale infermieristico che rivendica la stabilizzazione a distanza di quasi tre anni dall’assunzione a tempo determinato tramite un avviso pubblico introdotto dall’Asl Latina solo per “titoli”, mentre dall’altra ci sono infermieri che invocano a gran voce la chiamata per l’assunzione a tempo indeterminato dopo che hanno superato il concorso bandito dal Sant’Andrea di Roma e dove era possibile mettere la preferenza per l’Asl Latina. 

La protesta di questi infermieri risultati idonei è contro la politica che sta dimenticando di smaltire una graduatoria composta da circa 7.400 professionisti della sanità, risultati vincenti e idonei.

Ricordiamo, inoltre, che la situazione delle assunzioni all’ospedale di Latina è quantomeno “confusa”, con due bandi di mobilità quasi completamente inutilizzati e due i concorsi fatti nella Regione Lazio. Dopo almeno dieci anni di blocco del turnover, le assunzioni fatte rappresentano una goccia nel mare, rispetto alle reali necessità di personale infermieristico.

Nonostante le graduatorie di mobilità e i concorsi pubblici, la ASL di Latina persisteva nelle assunzioni a tempo determinato. Ora l’emergenza Covid ha generato un “miracolo” anche nella Asl Latina, che ha iniziato ad assumere infermieri a tempo indeterminato dalla graduatoria del Sant’Andrea. Una sorpresa sospirata da molti e per molto tempo. Ci sono le graduatorie di mobilità di personale esperto e in ruolo che giacciono dimenticate. 

Ora è senz’altro lecita e condivisibile la preoccupazione di quanti lavorano da tempo presso la struttura in attesa di stabilizzazione interna, anche se, per essere assunti nella pubblica amministrazione, è necessario vincere un concorso pubblico. 

Ma è davvero triste ascoltare colleghi che, per sostenere la loro causa ai tempi del Coronavirus, screditano i vincitori del concorso e talvolta gli idonei della stessa graduatoria, descrivendoli come infermieri poco preparati, appena laureati e inesperti, quando la maggior parte di essi sta lavorando in maniera precaria, sotto pagati e con una modalità di lavoro discutibile da anni, parliamo di professionisti sanitari che prestano servizio in altre aziende d’Italia, nelle varie cliniche del Lazio, sul territorio con il 118, altri nelle società esternalizzate, tutti  in prima linea contro il Covid-19 e che nel tempo hanno continuato ad aggiornarsi.

Gli infermieri della graduatoria del Sant’Andrea si stanno mobilitando attraverso i social network, molti di loro ci stanno mettendo la faccia, coperta dalle mascherine chirurgiche utilizzate in questo periodo praticamente in ogni ambito sanitario mettendo in risalto un foglio con scritto #scorrimentograduatoria, il motto utilizzato per sintetizzare la loro battaglia allo slogan “no a professionisti usa e getta”.

La protesta è avanzata in questi giorni, con la convinzione che alcuni precari di cui parlavano inizialmente, stanno approfittando dell’emergenza per ottenere ciò che, altrimenti difficilmente avrebbero potuto invocare in condizioni normali, mentre altri sperano di aggirare il concorso per trovare una occupazione. 

Gli idonei del concorso, in sostanza, accusano i precari di pretendere un diritto che spetta prima a loro, entrati a pieno diritto in una graduatoria per l’assunzione a tempo indeterminato. Ma soprattutto gli idonei bocciano la linea varata dal servizio sanitario per rimediare alla carenza di personale durante l’emergenza Covid-19, facendo nuovamente ricorso al precariato, attraverso la possibilità di esprimere una manifestazione di interesse per l’impiego delle proprie prestazioni sul territorio regionale, un iniziativa della regione Lazio, rivolta ai colleghi già impegnati, con contratti a tempo determinato o meno, nelle diverse aziende sanitarie.

Gli idonei, come si legge sui social network, vogliono invitare i colleghi a non accogliere la proposta in quanto decisamente impropria dal punto di vista di un impiego adeguato delle risorse disponibili, decisamente sfavorevole allo scorrimento della graduatoria sopra citata, non strategica dal punto di di vista della lotta al precariato. 

Invitiamo pertanto tutti quanti a non rinunciare alla propria posizione attuale poiché il personale in attesa di assunzione c’è, cosi come ci sono le risorse economiche per eventuali assunzioni.

Gli interessi dell’intera categoria professionale sono gli interessi di ognuno di noi, diciamo no al precariato, si legge nella nota degli idonei. Diciamo no al precariato e non solo con le parole, ma con le nostre stesse decisioni, favoriamo lo scorrimento di una graduatoria a tempo indeterminato. I punti sui quali si batte il movimento spontaneo sono piuttosto chiari: basta al precariato in sanità, non aderire alla manifestazione d’interesse, avanzare con lo scorrimento della graduatoria a tempo indeterminato, no a professionisti usa e getta.

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