“LATINA SPORCA E NEL DEGRADO”, TUTTI I DUBBI DI LATINA BENE COMUNE SUL PIANO INDUSTRIALE

Latina Bene Comune mette ai raggi X l’azienda speciale Abc che si occupa del servizio d’igiene urbana nel capoluogo: tutti i dubbi sul nuovo piano industriale

Hanno passato in rassegna tutta la storia recente dell’Azienda Beni Comuni di Latina i consiglieri comunali di Latina Bene Comune nella conferenza stampa che si è tenuta oggi, 3 giugno, presso la sede del movimento di Damiano Coletta. L’ex sindaco ha ripercorso in breve la genesi dell’azienda speciale, esprimendo la convinzione che al momento “qualcosa non torna, anche perché siamo al 54% di raccolta differenziata…ma siamo fermi”.

Diversi i passaggi su una città definita “nel degrado e sporca”, senza contare che nel piano industriale risultano molti più operatori di quelli stabiliti in origine, mentre i due sistemi, cassonetti e porta a porta, non sono equi per i cittadini. “Chi getta nel cassonetto non fa il lavoro che deve fare invece chi differenzia in maniera rigorosa”. A intervenire anche la consigliera comunale Floriana Coletta che ha ricordato, tra l’altro, di come il bando delle guardie ambientali sia fermo, la disponibilità di soldi: “È ora di agire, perché la situazione è veramente invivibile”.

Al centro dell’attenzione di Latina Bene Comune c’è, però, il piano industriale. Secondo gli esponenti politici, in particolare il consigliere comunale Dario Bellini, “esistono ormai diverse versioni del piano industriale di ABC. Ne siamo a conoscenza grazie ad un accesso agli atti fatto all’Azienda Speciale ABC. C’è una prima versione del gennaio 2024 che prevedeva che un’area del centro storico, circoscritta alla circonvallazione, 5.000 utenze (10.000 abitanti), rimanesse con la raccolta dei secchioni stradali. Con un’aggiunta quindi di altre 10.000 utenze da condurre dallo stradale al porta a porta.

Poi c’è una versione, sempre licenziata dal CDA ed inviata al Comune, del febbraio scorso ma anche questa non andava bene. Poi, a marzo scorso ne viene licenziata dal CDA ed inviata al Comune un’altra ancora che prevede una quota di cittadinanza da lasciare alla raccolta stradale ancora più ampia 15.000 utenze, ben 30.000 abitanti ed un investimento, sul quale i fondi ancora debbono essere trovati, di ben 7 milioni di euro”.

Ci sono tante cose non vere, secondo Latina Bene Comune. “C’è anche una delibera di PEF di ABC che viene annunciata in discussione e conseguente approvazione ormai da un oltre due mesi, con risparmi per oltre due milioni e mezzo di euro in prima battuta, salvo poi leggere dopo un mese sui giornali l’assessore al ramo rifiuti, sperticarsi nel dichiarare che non ci sarà alcun risparmio e che per il PEF bisogna ancora aspettare. Oggi un nuovo dietrofront: l’assessore all’Ambiente Franco Addonizio dice che ci saranno risparmi per solo un milione perché non si è riusciti a recuperare quanto si voleva dal FCDE. Racconta anche che nel vecchio piano non era progettato come si sarebbe chiuso il centro storico e che addirittura non era stato calcolato quanti km erano necessari di spazzamento e che non fosse stato indicata la frequenza di ritiri PAP per il centro”.

“Insomma tante cose non vere, tante inesattezze, troppa confusione ed un servizio in città che langue e che vediamo tutti per quello che è, scarso nello spazzamento e nel diserbo, pessimo nella raccolta stradale e che tiene solo nel porta a porta nonostante il fenomeno degli abbandoni indiscriminati sia sempre più diffuso anche a causa dei mancati controlli di guardie ambientali di cui ancora non ci forniamo ed in ultimo, ma non ultimo per importanza, a causa dei messaggi contraddittori forniti dall’attuale amministrazione comunale. Una situazione che stante i piani industriali che abbiamo letto, da cronoprogramma, si protrarrà fino almeno a dicembre 2025”.

“È importante questo raffronto tra piani industriali perché a nostro avviso l’ampiezza dell’area lasciata a raccolta stradale impostata nell’ultimo piano industriale è e sarà il più grande problema che condannerà la nostra città (sempre che non arrivi un’ulteriore versione di piano industriale di nuovo a rivoluzionare il tutto), ad avere un sistema di raccolta con troppe fragilità e con un delta tra ricavi, risparmi -VS- costi non sufficiente a tenere in efficienza tutto l’apparato e la sua conseguente sostenibilità economica.

Solo per fare un esempio, lasciare la città con così tanti punti di riferimento sparsi, i secchioni stradali, accanto ai quali poter abbandonare rifiuti di ogni genere, da quelli domestici di chi non vuole pagare la TARI a quelli non domestici comprensivi di rifiuti speciali di piccole ditte ed aziende che non vogliono rispettare la legge, continuerà a condannare i contribuenti onesti a pagare il servizio anche per quell’enorme platea che il servizio non la paga. E la Tari continuerà a non scendere, se non a salire. Troppi secchioni sparsi su un territorio del resto non controllato!”

Spending review. “Nei verbali del CDA di ABC esce fuori di riflesso una questione che testimonia in modo chiaro la mancanza di una chiara ed univoca direzione nella conduzione dell’azienda non da parte del suo management interno, quanto da parte degli indirizzi politici, evidentemente contrastanti, che arrivano da Piazza del Popolo. All’azienda, da contratto vigente, spetta un riconoscimento per i servizi resi di circa 18 milioni di euro.

Questa cifra, prevista da contratto, le è stata riconosciuta di recente dal Commissario dopo un lungo lavoro, cominciato nel 2021, anno in cui partì il nuovo metodo di raccolta Porta a Porta, che ha portato gli uffici a certificare tutte le utenze passate al metodo Porta a Porta e riconoscendo di conseguenza un costo unitario maggiore da pagare all’azienda e riconoscendo inoltre adeguamenti ISTAT dovuti per legge. Questo macchinoso lavoro burocratico ha portato l’Azienda nel passato a dover operare un regime di spending review che terminò con le ultime certificazioni delle utenze ottenute a maggio 2023.

Da giugno 2023 infatti, grazie ai fondi ottenuti, l’azienda cominciò a proporre servizi straordinari di diserbo e spazzamento che hanno permesso di innalzare la qualità del servizio, hanno permesso di innalzare il numero di addetti al servizio anche in autunno inoltrato con positive ricadute anche per i lavoratori stessi.

Tutto questo fino al mese di marzo scorso, durante il quale, nonostante per stessa ammissione del CDA dell’Azienda Speciale, non ci fosse alcuna problematica economica che coinvolgesse l’Azienda, dal Comune arriva l’ordine specifico di: mantenere i costi della produzione il più possibile contenuti nelle more dell’approvazione del nuovo Piano Industriale. Questo ha creato l’evidente situazione di degrado dalla quale ancora oggi l’intera città stenta ad uscire”.

“Crediamo – ha spiegato Bellini – che quanto accaduto evidenzi lo stato di confusione politica che vige oggi in Comune intorno la sua Azienda Speciale. Prima le dichiarazioni di aprile dell’Assessore Addonizio che annunciava un calo del Piano Economico Finanziario del servizio rifiuti di almeno 2.5 milioni di euro che avrebbe fatto risparmiare i cittadini, poi il clamoroso dietrofront registrato pochi giorni fa con il quale dichiara che tutto rimane come prima, il pef non calerà.

In mezzo a tutto questo bailamme, la città che si ritrova un servizio pessimo solo perché qualcuno ha deciso, a mio avviso illegittimamente visto che c’è un contratto vigente e degli obblighi di servizio da rispettare, che l’azienda dovesse viaggiare a regime minimo. Ma i costi dei servizi sono quelli! L’azienda è pubblica e per sua natura giuridica deve tendere al pareggio di bilancio, non può far ricavi. Quindi che la si lasci lavorare in santa pace perché non è da lì che potranno giungere i grandi risparmi che deve fare il Comune. La politica dovrà ora decidere se continuare a caricare il monte enorme dei crediti di dubbia esigibilità su chi la Tari la paga o decidere molto più equamente di ridistribuire sulla fiscalità generale una parte più cospicua di quel monte. Sembra però che l’amministrazione Celentano si stia di nuovo orientando a caricare tutto sui contribuenti onesti.

Per il resto, l’amministrazione pensi piuttosto a scovare gli evasori adottando l’unico metodo che permette rapidamente di farlo, l’adozione del Porta a Porta su vasta scala che, grazie al censimento operato con la distribuzione dei mastelli e grazie alla sparizione dei comodi punti di riferimento rappresentati dai secchioni stradali, costringe la gran parte dei riottosi ad adeguarsi cominciando a mettersi in regola. Evitiamo di continuare a regalar soldi a chi gestisce la raccolta indifferenziata che non diminuisce quanto dovrebbe. Altre strade non ci sono”.

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