LATINA, SORVEGLIANZA SPECIALE PER IL “ROSCETTO”: SIN DAI 18 ANNI TRA RAPINE, ARMI E DROGA

Da anni nel crimine pontino, scatta la sorveglianza speciale per il 43enne di Latina, Pietro Finocchiaro. La misura eseguita dai Carabinieri

Oggi, 17 febbraio, i Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, hanno notificato un decreto di applicazione della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza emesso dalla Sezione III Penale, Sezione specializzata – misure di prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, al 43 enne di Latina, Pietro Finocchiaro.

Il pontino è ritenuto pericoloso in quanto soggetto che vive abitualmente con i proventi di attività delittuosa e dedito alla commissione di reati che pongono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica. 

L’attività di indagine, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo sotto la direzione della Procura pontina, ha consentito di dimostrare come l’uomo, sin da quando era appena maggiorenne, quasi senza soluzione di continuità, è stato una persona dedita ad attività delittuosa quali reati contro il patrimonio, in materia di armi e di stupefacenti.

Il provvedimento obbligherà il 43enne, per i prossimi 3 anni, a non allontanarsi dal comune di residenza o abituale dimora, a non uscire dalla propria abitazione nell’arco orario compreso dalle 21.30 alle 06.30, a darsi immediatamente alla ricerca di un lavoro e a non associarsi a persone che hanno subìto condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione. 

Finocchiaro, la cui prima condanna risale al 1998 per una rapina, è stato condannato, patteggiando la pena nel 2021, per essere stato sorpreso, a giugno, con un carico di armi a Latina, insieme ad altre due persone.

I Carabinieri trovarono tre pistole cariche, di cui due munite di silenziatore e una di esse con il colpo in cannaun pistola marca Glock calibro 45, con matricola abrasa e il colpo in canna, oltreché al caricatore inserito contenente 10 cartucce e silenziatore; una pistola marca Sig Sauer Sp 2022 calibro 9×21, matricola abrasa, caricatore inserito con 15 cartucce e sempre col silenziatore; una pistola marca Glock calibro 9×21, matricola abrasa, caricatore inserito, 15 cartucce e silenziatore, provento di furto denunciato ad Aprilia nell’ottobre 2019. Inoltre, all’interno di una custodia di plastica, furono rinvenute inoltre 3 caricatori, rispettivamente con 10, 10 e 15 cartucce, due di calibro 9×21 e il terzo di calibro 45.

In quel frangente, con lui si trovava, Stefano Carocci, quarantenne di Latina raggiunto dalla sorveglianza speciale a ottobre 2022. Carocci, insieme ad altri due pontini, tra cui il broker della droga di Priverno, Pietro Canori, è stato coinvolto anche in una maxi indagine della DDA di Palermo (da cui scaturirono due operazioni denominate rispettivamente “Gordio” e “Pars Iniqua”) che ha contestato a lui e agli altri due pontini di aver rifornito di stupefacente due delle cinque organizzazioni criminali smantellate dall’Antimafia.

Ed è proprio la droga che non risparmia la “carriera” criminale di Pietro Finocchiaro, citato anche nei verbali dei due collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese.

I due ex affiliati ai clan Travali Di Silvio hanno raccontato di essersi recati nel quartiere romano di Tor Bella Monaca alla ricerca di Franco Moccia, dell’omonimo clan napoletano trapiantato nella Capitale da decenni. I due si sarebbero sentiti dire da Yuri Luparelli, il pugile romano ritenuto il capo piazza di Torbella: “Scusa – rivolto ai due pontini – mi ci avete infinocchiato su Latina per venire a servire a Roma”. Pugliese disse: “No, ma ci stanno dei problemi…”. E ancora, dal verbale reso agli investigatori da Riccardo: “Yuri aggiunse che c’erano altre persone per rifornirci tra cui Finocchiaro Piero detto “Il Roscetto“.

Titolare di attività commerciali, Finocchiaro, inoltre, fu fermato sempre in auto e trovato in possesso di circa 130mila euro in contanti che non seppe giustificare. Era il febbraio 2019.

Da ultimo, Finocchiaro è stato condannato in primo grado nell’ambito del processo scaturito dall’operazione denominata “I Pubblicani”, portata avanti dallo stesso Nucleo Investigativo di Latina e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che ha fatto emergere uno spaccato di violenza, tra droga e pestaggi, nella città di Latina con il coinvolgimento del giovane rampollo del clan Ciarelli, Roberto Ciarelli, e vecchie conoscenze del crimine pontino quali Giuseppino Pes e Alessandro Artusa.

La condanna di Finocchiaro pende in Corte d’Appello dove la procura generale ha chiesto per lui e gli altri imputati la conferma: per lui 3 anni e 8 mesi di reclusione più 6mila euro di multa.

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