L’affidamento del Comune per gli interventi di ripascimento sul litorale di Latina si avvicina ma gli interventi saranno sostanzialmente inutili
A parlare di scarso rendimento degli interventi sulla spiaggia del capoluogo non è una velina di un politico in cerca di gloria locale o la polemica di un partito d’opposizione, ma è proprio il dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Latina, l’architetto Giuseppe Bondì. Lo scrive nella relazione tecnica allegata che, a chiare lettere, ribadisce per quando concerne la durabilità dell’opera una volta conclusi i lavori: “Per i ripascimenti previsti nel presente progetto non è invece possibile fornire previsione alcuna, trattandosi di un’opera emergenziale che non potrà dare definitiva stabilità all’arenile in questione“. Se non una pietra tombale, poco ci manca.
Il progetto al quale si riferisce il Dirigente del Servizio Ambiente, che parla esplicitamente, e con buonsenso, di opera emergenziale (ma non dovremmo aver capito tutti che con l’emergenza non si va nessuna parte?), è per una mareggiata, peraltro, che di emergenziale non ha nulla. Infatti, la mareggiata degli “interventi urgenti di ripascimento ricostruttivo” è quella del 2018, quasi 2 anni fa.
Come noto, Regione Lazio ha assegnato al Comune di Latina, ormai mesi fa, 191.663,00 euro per un progetto presentato dall’amministrazione finalizzato alla ricostruzione di due tratti di spiaggia antistanti, rispettivamente, lo stabilimento balneare della Polizia di Stato e l’hotel Fogliano, i quali risultano in assoluto – si leggeva nel comunicato ufficiale di Regione Lazio del maggio scorso – “i più compromessi nell’intera falcata del litorale compreso tra i Comuni di Latina e Sabaudia”.
Gli interventi saranno ultimati con l’utilizzo di “sabbie contermini estratte dal fondale marino distante un centinaio di metri dalla linea di costa“. E anche qui ci sarebbe da discutere.
Tuttavia, al di là dell’aspetto tecnico che presenta alcune criticità, ciò che salta più all’occhio, almeno a quello del tradizionale “buon padre di famiglia” (una figura banale e retorica quanto si vuole, ma almeno in questo caso necessaria), è che con buona pace di polemiche per ritardi, urla in Commissione di Assessori all’Ambiente, presunte imboscate dei balneari e “signorsotuttoio”, qui c’è una relazione che tecnicamente certifica, e lo mette nero su bianco, una sostanziale inefficacia di questi interventi. Che verrano effettuati per una mareggiata del 2018, difficilmente risulteranno durevoli nel tempo, e non lo saranno proprio per i peculiari interventi previsti proprio dal progetto messo in piedi dal Comune di Latina. E non che le altre tecniche quali le opere rigide trasversali (pennelli) o longitudinali (frangiflutti, difese aderenti, barriere) alla linea di costa siano migliori. Ma a proclamare una sorta di fallimento è proprio il Comune stesso. E sia ben chiaro: nessuna critica al dirigente che quantomeno ha avuto l’accortezza e l’onestà intellettuale di ammetterlo.
Ma, allora, per un problema così complesso, quale l’erosione della costa, non sarebbe opportuno mettere da parte gli appelli, le propagande, le markettate a mezzo stampa, e farsi, tutti, ma proprio tutti, un po’ più seri?