Una nuova stagione teatrale in abbonamento: il teatro D’Annunzio di Latina apre con un programma ricco di appuntamenti
Otto spettacoli in abbonamento suggellano la riapertura del Teatro alla cittadinanza: dal 5 dicembre si alterneranno sul palco grandi protagonisti della scena tra nuova drammaturgia, riscrittura di classici, spettacoli-concerto, trasposizioni da celebri film, divertentissime commedie. Un cartellone che saprà appassionare e coinvolgere il pubblico in serate sempre sorprendenti a cui si aggiungono i due eventi di apertura con Quel che provo dir non so con Pierpaolo Spollon l’11 novembre ore 21 e il concerto di Nino D’Angelo il 7 dicembre ore 21, grazie alla collaborazione tra il Comune di Latina e ATCL, circuito multidisciplinare del Lazio sostenuto da MIC-Ministero della Cultura e Regione Lazio.
“Siamo molto orgogliosi della programmazione messa a punto insieme all’Atcl, circuito multidisciplinare del Lazio, per la stagione teatrale. Per l’amministrazione è stato molto faticoso trovare le risorse necessarie, ma finalmente possiamo dire che il cartellone 2023-2024 sarà all’altezza delle aspettative della città, oggi candidata a Capitale italiana della cultura 2026. La stagione teatrale è la prima in abbonamento dopo gli anni di chiusura del D’Annunzio per i lavori di adeguamento. Il cartellone prevede una serie di spettacoli che possono soddisfare target diversi. E questo è stato un mio preciso indirizzo: la varietà dell’offerta è inclusiva e consente la condivisione del teatro, Teatro con la T maiuscola, quale bene comune. Perché il teatro deve essere di tutti. In calendario la prosa impegnativa, la commedia brillante e popolare e il teatro per i bambini. Ringrazio l’Atcl che in breve tempo è riuscita a soddisfare le nostre richieste con un programma di livello”, afferma il sindaco di Latina Matilde Celentano.
“ATCL, Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio è il Circuito Multidisciplinare dello spettacolo dal vivo, che svolge da quarant’anni un’attività di sostegno e coordinamento delle attività di spettacolo e culturali a favore e di concerto con i Comuni soci e la città di Latina ne è un socio storico. Siamo molto felici di aprire di nuovo una stagione in abbonamento al Teatro D’Annunzio, prima azione di un percorso di fidelizzazione e coinvolgimento del pubblico. Il teatro non è solo un rito o un’abitudine che si rinnova di sera in sera da millenni. Il teatro è soprattutto occasione di crescita culturale di una collettività, un momento di incontro, di condivisione, di riflessione, di suggestione, strumento per interpretare il vivere contemporaneo”, afferma Luca Fornari Amministratore delegato ATCL.
Si inizia il 5 dicembre ore 21 con Silvio Orlando, che cura ancheriduzione e regia, inLA VITA DAVANTI A SÉ di Romain Gary (Emile Ajar), traduzione di Giovanni Bagliolo (edizione Biblioteca Neri Pozza), con in scena Daniele Mutino fisarmonica; Roberto Napoletano percussioni; Luca Sbardella clarinetto/sax; Kaw Sissoko kora/djembe. Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio Goncourt, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani.
Interpretato da due grandi attori del nostro panorama teatrale, Giorgio Colangeli e Mariano Rigillo, I DUE PAPI è stato accolto come ‘un lavoro strepitoso’ al suo debutto al Festival di Borgio Verezzi. Il testo teatrale di Anthony McCarten – incalzante e profondo, avvincente e ironico – è stato adattato per il cinema e nominato come miglior sceneggiatura agli Oscar, e ai Golden Globe; la produzione italiana è firmata dal regista Giancarlo Nicoletti, vincitore del Premio Nazionale “Franco Enriquez” per la Miglior Regia, in scena il 21 gennaio ore 18.30. Dieci anni fa, Benedetto XVI sbalordiva il mondo con le sue dimissioni, le prime dopo più di sette secoli. Cosa ha spinto il più tradizionalista dei Papi alla rinuncia e a consegnare la cattedra di Pietro al radicale ed empatico cardinale argentino?
Tratto dal film campione d’incassi di Eric Toledano e Olivier Nakache, QUASI AMICI con l’adattamento e regia di Alberto Ferrari, è la storia di un rapporto d’amicizia che supera le differenze sociali e culturali, in maniera giocosa e inaspettata, tra due uomini interpretati magistralmente da Massimo Ghini e Paolo Ruffini. «Questi due uomini si incontrano per un caso e questo caso farà sì che diventino l’uno indispensabile alla vita dell’altro. Non lo sanno ma loro possiedono un dono che ognuno può donare all’altro: la leggerezza» racconta il regista. (2 febbraio ore 21)
Con OTELLO, Shakespeare ha consegnato alla letteratura occidentale uno dei suoi personaggi più archetipici: Iago. E, attraverso di lui, una riflessione spietata, eppure carica di pietas, sulle debolezze umane e sull’imprevedibile capacità che abbiamo di generare il male e di accoglierlo come insospettabile parte di noi stessi. Lo spettacolo, con la regia di Andrea Baracco, è portato in scena il 15 febbraio ore 21 da uno straordinario cast tutto al femminile composto da: Valentina Acca, Flaminia Cuzzoli, Francesca Farcomeni, Federica Fresco, Viola Marietti, Federica Fracassi nel ruolo di Iago, Ilaria Genatiempo nel ruolo di Otello e Cristiana Tramparulo nel ruolo di Desdemona.
Segue il 9 marzo ore 21 VASAME, uno spettacolo che parla “d’ammore” e che ha come filo conduttore la musica del cantautore Enzo Gragnaniello e la spumeggiante presenza di Marisa Laurito che canta e recita” l’ammore” nelle sue tenere struggenti e divertenti sfaccettature, regia di Massimo Venturiello. Una musica originaria, atavica e istintiva che si rivela al pubblico attraverso sonorità e ritmiche sincere.
Il pubblico di tutta Italia apprezza ed applaude dal 2016 il “tragico” cast di Che disastro di commedia, versione italiana del pluripremiato successo planetario The play that goes wrong. Ora è la volta di CHE DISASTRO DI PETER PAN, il 12 aprile ore 21, che si propone di alzare il tiro aumentando il caos e le risate che scaturiscono dalle disavventure di una compagnia teatrale amatoriale alle prese con tutta una serie di inconvenienti tecnici.
Veronica Pivetti, moderna Mary Shelley ci racconta, grazie a bizzarre teorie della scienza e della medicina, l’unico, vero, orrorifico Frankenstein della storia moderna: la donna. “Come stanno le cose riguardo ai sessi? Un vecchio proverbio ci suggerisce: capelli lunghi, cervello corto”. Lo spettacolo L’INFERIORITÀ MENTALE DELLA DONNA liberamente ispirato al trattato di Paul Julius Moebius, scritto nel 1900, è firmato da Giovanna Gra, con accompagnamento musicale di Alessandro Nidi e regia di Gra&Mramor, al Teatro D’Annunzio il 24 aprile ore 21.
Tratto dal romanzo di Robert Louis Stevenson, IL CASO JEKYLL con Sergio Rubini che firma anche la regia, e Daniele Russo il 5 maggio ore 21, si svincola dal tema filosofico del doppio, del confine tra il bene e il male, dal faustiano “andar contro le leggi divine”, per dirigersi in un percorso investigativo, che accompagna per mano lo spettatore negli inferi, per farlo sbirciare nel mistero e nel terrore di una true crime story.