I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina hanno tratto in arresto tre uomini ritenuti responsabili dell’aggressione a mano armata di un minorenne in zona pub nell’agosto scorso
Si tratta di tre uomini residenti a Latina, di 29, 20 e 45 anni, imparentati fra loro (il più anziano è il suocero di uno dei due giovani), di cui uno già sottoposto agli arresti domiciliari, il quale aveva commesso il reato evadendo dalla propria abitazione. A finire sono Michele Petillo (29 anni), con precedenti per spaccio di droga e attualmente a giudizio nel processo “Scarface” che vede alla sbarra tutto il clan capeggiato da Giuseppe “Romolo” Di Silvio, il fratello Enzo Succi (20 anni) e il suocero Vincenzo Scava (49 anni). Il nome Scava non è nuovo alle cronache.
Nel 2019, nell’ambito di un’operazione anti-droga dei Carabinieri, denominata “Broken Sword”, fu posto agli arresti domiciliari Salvatore Scava, in collegamento con la consorteria degli Spada e residente nel capoluogo pontino, che si sarebbe rifornito di stupefacenti in Ciociaria per poi rivenderli su Latina. Scava è figlio di Gerardo Scava, deceduto, e negli anni passati (ottobre 2010) coinvolto (poi assolto) insieme al clan Di Silvio nell’operazione Andromeda, poiché accusato di nascondere armi e dare appoggio logistico ai membri dell’organizzazione criminale. Il fratello di Salvatore, per l’appunto, è Vincenzo Scava, invece protagonista, secondo gli inquirenti, in un racket di abiti usati insieme ai fratelli Cozzolino. Tutti, sia gli Scava che i Cozzolino, sono di origine campana.
Tornando al pestaggio consumatosi nella tarda serata del 1° agosto, un diciassettenne era seduto ad un tavolino di un bar della zona pub, il Caffè Nanà, con i suoi amici per trascorrere una normale serata estiva, quando all’improvviso è stato accerchiato dai tre uomini che lo hanno bloccato, per impedirgli la difesa e lo hanno dapprima picchiato con violenza e poi accoltellato.
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Gli aggressori – secondo al ricostruzione dei militari dell’Arma – si davano a precipitosa fuga prima dell’arrivo dei Carabinieri allertati dai presenti tramite il numero del 112. Il minorenne veniva immediatamente trasportato al locale pronto soccorso per le cure del caso.
Sin da subito i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina hanno avviato le indagini necessarie sia alla ricostruzione della vicenda che all’identificazione degli autori dell’aggressione, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Latina.
Gli elementi investigativi raccolti hanno consentito di delineare il contesto in cui si verificava l’aggressione. In particolare, i tre uomini erano arrivati nei pressi del bar per cercare un altro giovane che aveva avuto, poco prima, con uno di loro un diverbio e non avendolo trovato più sul posto, si erano accaniti sul diciasettenne pensando che lui sapesse dove si trovasse. Si trattava di Matteo Baldascini, noto anche lui alle cronache giudiziarie per episodi di natura violenta e figlio e nipote dei Baldascini coinvolti nell’omicidio Soldi e nell’indagine anti-camorra “Anni 90”. Baldascini era ricercato da Scava, Succi e Petillo perché aveva avuto un discussione con il ventenne Succi.
L’aggressione dei tre, che si sono accaniti con chi non aveva nulla a che fare con il diverbio, è stata interrotta grazie all’intervento di uno dei presenti che cercava di allontanare i tre autori per salvare la vita al minorenne, ormai in preda al loro violento accanimento.
L’attività di indagine ha condotto all’identificazione dei tre aggressori che sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per tentata violenza privata e lesioni aggravate in concorso, nonché per detenzione illegale di armi, nello specifico di un bastone in legno e di un’arma da taglio, utilizzate per offendere la vittima.
Inoltre, il Giudice per le indagini preliminari, concordando appieno con le tesi investigative, ha emesso una misura cautelare personale per ciascuno dei tre aggressori: per tutti disposti gli arresti domiciliari.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Latina, dopo le formalità di rito, hanno eseguito le ordinanze di sottoposizione agli arresti domiciliari.
“Nelle zone della movida di Latina – spiegano dall’Arma dei Carabinieri – rimarrà alta l’attenzione del Comando Provinciale Carabinieri di Latina al fine di fornire una risposta concreta ed incisiva alle legittime pretese di ordine e sicurezza pubblica avanzate dai cittadini e soprattutto per proteggere e tutelare i giovani dalle pretese illecite e illegittime di coloro che manifestano un’aggressività in una totale mancanza di rispetto per le regole ed una evidente spregiudicatezza. Pertanto continueranno con assiduità i servizi di prevenzione e contrasto svolti dall’Arma dei Carabinieri, svolte dalle numerose pattuglie impiegate giorno e notte per prevenire la commissione di reati e assicurare alla giustizia gli autori di quelli già perpetrati”.
“Si ricorda – concludono i Carabinieri – quanto sia fondamentale la collaborazione di tutti, non solo degli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto della cittadinanza la quale è invitata a segnalare al numero di emergenza 112 qualsiasi situazione dubbia di cui venga a conoscenza”.