Le proteste degli studenti del Liceo Classico Dante Alighieri di Latina sono arrivate al culmine: scatta l’occupazione
“Oggi sei dicembre, dichiariamo il liceo Classico dante Alighieri in stato di occupazione”. Così, hanno annunciato gli studenti che, da giorni, stanno protestando per diversi criticità del Liceo.
Gli studenti lamentano mancanza di spazi come la palestra non in funzione, la chiusura dell’Auditorium, i termosifoni spenti e altro. Ad essere messa sotto accusa, soprattutto, anche la direzione del Liceo definita dittatoriale.
La Dirigente scolastica ha convocato i consigli di classe per trovare una soluzione. Fatto sta che l’occupazione del Liceo è iniziata da oggi al momento della fine della giornata scolastica quando i ragazzi si sono radunati per dare il via all’azione.
IL MANIFESTO DEGLI STUDENTI DEL LICEO CLASSICO “LICEO DANTE ALIGHIERI” DI LATINA
Esattamente da quasi due anni a questa parte il corpo studentesco nazionale è sottoposto a diverse situazioni di disagio comune, causato principalmente dalla pandemia partita nel 2020 che ha particolarmente stravolto la quotidianità di tutti. Alcuni dei bacini maggiormente colpiti sono stati quelli studenteschi, dai medi agli universitari. Stiamo trattando un sistema scolastico già reduce da decenni di tagli da parte del governo, il quale ha causato parallelamente alla pandemia una limitazione dell’accesso al diritto allo studio, soprattutto per quella fascia studentesca con condizioni economiche o psicologiche precarie. Il rientro di quest’anno è stato l’ulteriore dimostrazione della mancanza di azione governativa all’interno dei processi, con gli investimenti nell’istruzione in percentuale minima: 30 miliardi su 218 dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza investiti nella scuola italiana. Fondi non sufficienti a risanare l’ormai marcia istituzione. Non investire nell’istruzione significa non investire nel futuro, e un paese come l’Italia non può assolutamente permetterselo.
A livello regionale diverse scuole si trovano sotto occupazione a causa di diversi disagi, che vanno dagli autobus sovraccarichi di persone, lo scaglionamento non adatto, le classi pollaio, gli spazi fatiscenti o non utilizzabili, ad una presidenza ed un sistema dirigenziale completamente chiuso nel dialogo insieme agli studenti. La formazione ha preso una strada completamente differente, lontani dal concetto di crescita morale e intellettuale del singolo studente che dovrebbe essere posto al centro, per intraprendere “un’aziendalizzazione” del sistema scolastico, che ha preso una forma piramidale all’interno delle singole strutture, al vertice della quale ci sono i dirigenti, costretti a seguire le normative del Governo.
Il problema è evidentemente esteso a livello provinciale, ulteriori forme di protesta attuate dalle altre scuole del pontino sono diffuse sul territorio, tutte accumunate da stesse problematiche. La provincia ha smesso di essere un punto di riferimento per l’intero studentato, spesso gli spazi d’interlocuzione sono quasi inesistenti o non proficui, di conseguenza le loro responsabilità nel confronto delle strutture vengono trascurate, dando vita così a situazioni spiacevoli in tutte le scuole della provincia: termosifoni non funzionanti, strutture con necessità immediata di intervento, non agibilità di spazi a causa di semplice mancanza di certificati, e intere porzioni della popolazione studentesca latinense completamente trascurate.
Tutto ciò ha posto le basi per la nascita della nostra protesta. Stanchi di stare in silenzio, abbiamo bisogno di far sentire la nostra voce e far valere i nostri diritti.
Il Liceo Classico Dante Alighieri di Latina, dopo giorni di rivolta nei quali abbiamo manifestato, istituito scioperi bianchi all’interno della scuola, cercando continuamente un contatto con la presidenza, abbiamo deciso di dichiarare occupazione, in data 06/12/2021.
Quest’anno ci siamo ritrovati catapultati in una nuova realtà immutata anche a livello individuale scolastico, la nostra dirigenza non è stata sempre aperta al dialogo per trovare un punto comune sulle nostre esigenze, e dall’inizio del quadrimestre si sono evidenziate situazioni spiacevoli in successione, che in data 1/12/2021 ha causato l’inizio di manifestazioni e scioperi per evidenziare i nostri disagi.
Mancanza di spazi & di strumenti
Dentro la nostra scuola abbiamo constatato l’impossibilità di utilizzare, in maniera autogestita, gli spazi agibili (Palestra, Auditorium, Laboratori di Scienze & di Lingua, Cineforum) nonostante la garanzia dell’attuazione delle norme anti-Covid, che riteniamo assolutamente necessarie per la salvaguardia e la tutela di ognuno di noi. Se da un lato sentiamo profondamente la necessità di tutelare noi stessi e chi ci circonda, dall’altro siamo stanchi di non sentirci più parte del nostro istituto.
È svilente vedere come fuori dal mondo scolastico molte cose stiano tornando alla normalità: teatri e cinema aperti, spazi di aggregazione e di confronto, mentre negli istituti pontini, e italiani più in generale, si debba continuare a vivere di ricordi.
La scuola va oltre l’apprendimento: la scuola è socialità, è contatto. È ginnàṡio, [dal lat. gymnasium, gr. γυμνάσιον] luogo che nell’antica Grecia fu centro di educazione spirituale e di ritrovo. La scuola è σχολή, libero e piacevole uso delle proprie forze, divertimento.
Proponiamo:
- Turnazioni delle classi per l’uso degli spazi, al fine di evitare situazioni di assembramento, con la necessità di igienizzazione dei locali tra i vari turni
- Instaurare un tavolo di confronto periodico insieme alla provincia, che tratti principalmente la schedatura dei problemi di edilizia presenti all’interno delle istituzioni scolastiche provinciali, al fine della loro risoluzione. (potenzialmente tramite la Consulta Studentesca)
- Rendere accessibile la nostra biblioteca, chiusa ormai da anni, sollecitando un investimento da parte della provincia per la sua agibilità.
- Data la non agibilità della struttura del bar, reintrodurre le macchinette per dare la possibilità agli studenti di comprare almeno una bottiglietta d’acqua. Qualora non fosse possibile data la discrepanza con il progetto EcoSchools, l’introduzione di erogatori d’acqua o fontanelle, anche per incentivare l’uso della borraccia.
Mancanza di comunicazione burocratica e mancato confronto con le istituzioni scolastiche
Nel corso di questi giorni e negli scorsi mesi ed anni, si è manifestata una grave mancanza di comunicazione tra organi decisionali e studentato, dalla presidenza a quanto più la provincia, disinteressata a doveri a loro assegnati, dai termosifoni all’agibilità dei locali sottratti alla comunità studentesca.
Per quanto concerne la presidenza è venuta alla luce un’indisponibilità al dialogo e, qualora questo avvenga, le modalità sono sempre state di sufficienza e sottovalutazione delle problematiche portate avanti dai rappresentanti d’istituto.
Nel corso dell’anno si sono dimostrate numerose problematiche anche riguardo la gestione delle attività scolastiche ed inerente ai corsi intrapresi per indirizzi (quale Cambridge conseguenti esami IGCSE) e PCTO, entrambi aventi una lampante disorganizzazione, limitando così la preparazione degli alunni.
Vogliamo essere ascoltati e notare un reale cambiamento, che in questo momento non sta avvenendo. Stiamo assistendo ad un sistema scuola che non guarda più lo studente come centro dell’attività, portando in tutte le decisioni, governative e non, a non interpellare i diretti interessati, avendo come risultato un ambiente che non ci dà libertà di espressione e crescita.
Proponiamo
-Prendendo esempio dalle altre scuole della provincia è doverosa l’attivazione di una mail d’istituto, finalizzata all’ottimizzazione delle vie di comunicazione ufficiali
-Al fine di garantire una comunicazione reale, trasparente e concreta proponiamo incontri periodici e verbalizzati tra rappresentanti e dirigenza scolastica
-Dall’inizio dell’anno per quanto concerne i PCTO si è manifestata una completa disorganizzazione: numerosi corsi non sono partiti o, qualora iniziati, ha avuto luogo una comunicazione insufficiente e confusionale. Di conseguenza troviamo necessaria una maggiore trasparenza e soprattutto l’abilitazione ed avviamento di maggiori percorsi PCTO, anche collaborando con realtà diverse per offrire una maggiore varietà di attività.
-È necessaria una migliore comunicazione tra docenti e studenti, ottimizzata tramite un comitato di discussione costantemente aggiornato, in cui disquisire delle problematiche singole e condivise da entrambi le parti. Le dinamiche del comitato sarebbero regolate da dei rappresentanti, esterni a quelli già designati per l’istituto, eletti democraticamente per parte.
Disagio del pendolarismo, e le entrate scaglionate
A causa della pandemia, uno degli strumenti principali accolti nazionalmente sono stati gli orari di entrata scaglionata, per evitare gli assembramenti all’interno dei plessi scolastici. Ma questo strumento a causa della sua organizzazione fallimentare ha creato discrepanze nella gestione del tempo degli alunni, e maggiori problematiche per gli studenti pendolari che spesso a causa della non congruenza con gli orari dei mezzi o direttamente mancanza di corse, si ritrovano a rientrare nelle proprie case ad orari esageratamente inoltrati o addirittura a doversi presentare la mattina con largo anticipo.
Questa situazione impedisce soprattutto agli studenti del triennio di intraprendere un percorso lavorativo, corsi universitari, o qualsiasi attività esterna alla scuola della singola persona, provocando un’enorme situazione di disagio.
Proponiamo:
- Sollecitare alle istituzioni governative, la risposta alla deroga di entrata dell’intero istituto alle ore 8:00, data la non affluenza enorme di studenti, ergo rendendo lo scaglionamento prettamente inutile. Siamo coscienti della non risposta iniziale alla deroga richiesta ad inizio anno, di conseguenza auspichiamo che la nostra protesta sia necessaria per ricevere la giusta risposta ed attenzione privata.
- Realizzare all’interno della scuola un manifesto di raccolta problematiche inerenti agli orari e modalità dei pullman, per poi tradurlo all’interno di un incontro con le giuste ditte di trasporto. (CSC a livello comunale, Cotral a livello regionale )
- Chiedere un aiuto anche alla scuola, con l’instaurazione di Aule Studio interne all’istituto, disponibili ad accogliere gli studenti negli orari di attesa. (Ma non solo, anche studenti non pendolari, con uso giustamente di Green Pass)
“Mancanza di comunità e formazione individuale”
Successivamente alle misure adottate conseguentemente all’emergenza covid, la scuola ha perso dell’accezione di comunità e condivisione, che ha reso lo studente finalizzato unicamente all’apprendimento empirico ed ha cancellato il dovere della scuola di far la nostra coscienza in funzione di chi siamo e saremo. Dobbiamo tornare ad essere una realtà in primis sociale e poi scolastica.
Abbiamo la necessità di un ampliamento dei percorsi, che vada dall’introduzione di temi visualizzati come “tabù” nel nostro processo di apprendimento, alla creazione di momenti e spazi che vadano a salvaguardare ogni studente.
Non è ammissibile che sia assente un‘educazione sessuale, che l’educazione civica non sia organizzata in modo proficuo, che sia assente uno sportello psicologico per gli studenti dopo due anni di chiusura, che hanno aumentato i casi di depressione e di suicidio.
Proponiamo:
-Rendere accessibili iniziative “extra” con uso del Greenpass (reintroduzione di momenti come la Notte Bianca, le cogestite, l’uso degli spazi scolastici in orario pomeridiano per iniziative proposte dagli studenti, ecc.)
-In una situazione come quella in cui stiamo vivendo, in cui molti ragazzi sono mentalmente succubi e spesso non riescono ad esprimere quello che realmente sta accadendo, la scuola, in quanto realtà che maggiormente viviamo, deve offrire un servizio, aperto e gratuito, di ascolto e consulto, al fine di garantire la salute, mentale e sociale, dei ragazzi.
-Come alcune scuole stanno facendo in Italia, vogliamo l’integrazione di un percorso di educazione sessuale nel corso dell’orario scolastico. Non possiamo continuare a definire “tabù” un aspetto fondamentale per noi giovani ed è inconcepibile che argomenti del genere possano essere “inadatti” ad un contesto scolastico che dovrebbe indirizzarci verso la conoscenza di noi stessi e chi o cosa ci circonda.
– Reintrodurre assemblee tematiche con esterni in orario scolastico
-Possibilità di accesso a corsi di certificazione pomeridiani
In conclusione
Siamo stanchi.
Stanchi di dover costantemente vivere la scuola come uno spazio indirizzato solamente allo studio di un libro poggiato su un banco.
Stanchi di non avere la possibilità di conoscere le persone che vivono la nostra stessa scuola, che si trovano da noi divisi attraverso mura mentali e di distanziamento fisico.
Stanchi di non sentire più la possibilità di appoggiarsi alle istituzioni come risposta alle nostre problematiche, riscontrando così un clima di abbandono.
Stanchi di non avere la possibilità di trovare un tipo di formazione che vada anche oltre a programmi prestabiliti.
Stanchi di non vivere la scuola, ma di sopravviverla.
Ci dispiace se la nostra protesta sia stata visualizzata come un capriccio, oppure come un’esplosione di euforia, ma va molto oltre. Il senso sta proprio in questo, un’intera comunità studentesca che sta attraversando un disagio frammentato costante, che si riunisce all’interno di un grande dolore. Non vogliamo scissioni, vogliamo collaborazione ed essere presi in considerazione nell’avanzamento, non solo della nostra scuola, ma anche delle modalità di gestire il futuro dell’istruzione.
Siamo uniti ai licei di Latina, che stanno protestando contro un sistema provinciale non interessato.
Siamo insieme agli studenti della nazione, che da novembre occupano a causa di un sistema governativo non idoneo alle nostre necessità.
Perché il futuro deve ripartire da noi.