LATINA, LA SCUOLA PARITARIA SENZA ORARIO POMERIDIANO. I GENITORI SCRIVONO AL COMMISSARIO: “DISAGIO E DELUSIONE”

Scuola "Madonna di Fatima" a Borgo San Michele, in via Migliara 43

Senza più orario pomeridiano, i genitori degli alunni della scuola paritaria “Madonna di Fatima” a Borgo San Michele si appellano al Commissario del Comune di Latina Carmine Valente

“Indaffarati, delusi, arrabbiati, stanchi”, così esordiscono in una lettera aperta che si rivolge al Commissario di Latina, 58 genitori di alunni della scuola paritaria a Borgo San Michele. Oggetto della lettera, l’ennesimo episodio di mancanza di orario pomeridiano nelle scuole che, da qualche tempo, viene denunciato a Latina. 

“Siamo stanchi – spiegano – questo si può dire dei genitori della scuola paritaria comunale Madonna di Fatima di borgo San Michele. Rassegnati non ancora perché gli occhi dei nostri cuccioli, la loro energia, i loro sorrisi non fanno spegnere la speranza che qualcuno possa essere interessato alla loro crescita educativa! Per oltre 20 bambini questo è il terzo anno di scuola dell’infanzia e finalmente si poteva pensare ad una vita “normale” dopo il vissuto legato alle restrizioni della pandemia, invece no. La scuola paritaria comunale taglia i fondi e invece di essere paritaria diventa zoppa offrendo un servizio che regala disagi alle famiglie che ogni giorno si impegnano per donare un futuro ai propri cuccioli. Sono circa 60 in tutto i bambini che frequentano la scuola paritaria comunale del borgo che è sempre stata un fiore all’occhiello, una perla da custodire…peccato che al comune non interessi granché la questione educativa dei piccoli cittadini. Soldi, questo il punto focale. E la prima spesa che si taglia è la questione educativa (vedi anche la soppressione del servizio scuolabus Faiti-San Michele)”.

“Nel gennaio 2022 esce il bando per la conferma e l’iscrizione dei bimbi alla scuola dell’infanzia comunale paritaria con la novità dell’orario ridotto: subito il fermento e la destabilizzazione. Ma alcuni consiglieri comunali si adoperano perché si possa offrire ai bimbi della paritaria la stessa opportunità dei bimbi che frequentano la scuola statale: un orario scolastico fino alle 16. Tommaso Malandruccolo (nda: ex consigliere comunale del Partito Democratico) tempestivamente organizza un incontro con la dottoressa Pazienti (assessore alla pubblica istruzione) che subito rassicura le famiglie garantendo che verranno proposti progetti affinché l’offerta formativa pomeridiana possa essere garantita. L’opposizione, con Alessio Pagliari (nda: ex consigliere comunale della Lega), presenta una mozione, che viene approvata, chiedendo il prolungamento dell’orario”. 

“Nel mese di giugno viene approvato il bilancio comunale dove l’orario completo fino alle 16 per le scuole infanzia paritarie comunali non è più un punto interrogativo. Tutto sembra procedere a favore dei bambini e delle loro famiglie.  Poi il sindaco non è più sindaco, decade, e insieme a lui la giunta. Paralisi, attesa
Votazioni, nuove proposte, nuove richieste. Il sindaco torna, nuove promesse, ma non si fa in tempo a far approvare la pratica perché il sindaco non può nemmeno presiedere al primo consiglio. 
Intanto la scuola è iniziata e le famiglie sono nel nuovo vortice organizzativo che quest’anno richiede sforzi e sacrifici più importanti che possano sopperire alla mancanza di un servizio alla comunità: nonni, zii, amici, babysitter e chi più ne ha più ne metta, per poter concedere ai genitori di terminare l’orario lavorativo senza dover carambolare da una parte all’altra della città”. 

“Ovviamente per chi ha più figli questo diventa ancora più difficile…Poi non chiedete alle famiglie di fare sacrifici, non chiedete alle donne di fare più figli per un’Italia a natalità 0. Prima di tutto agevolatele le famiglie e accogliete i bisogni educativi dei bambini che già la pandemia ha fatto la sua parte e ora non possiamo dire che il contesto generale sia sereno! Ci appelliamo – conclude la lettera aperte dei genitori – al commissario Valente perché tenga conto del grave disagio che stanno vivendo le famiglie e che se non si fanno sentire in modo prepotente è solo perché siamo stanchi e indaffarati, ma non rassegnati, questo per i nostri figli non possiamo permettercelo!”.

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