È l’esponente di Fratelli d’Italia Andrea Chiarato a sollevare la questione della via che unisce Latina a Borgo Piave
LA NOTA – Una strada nel degrado è questo il biglietto da visita che il Sindaco Coletta consegna a chi fa ingresso nella nostra città dalla Pontina.
Ma è soprattutto per chi quella zona la vive, da abitante o lavoratore, che i disagi si fanno sentire.
A segnalarmi le loro problematiche sono stati soprattutto i commercianti, costretti a fare i conti con l’inefficienza urbanistica di tutta la zona, dall’inizio di Via Piave sino all’imbocco della Pontina.
Sì perché in quello che sta diventando sempre più un polo commerciale nevralgico della città, peraltro in continua espansione, neanche esiste un marciapiede. L’utente che necessita di effettuare più acquisti presso i numerosi punti vendita di Via Piave è infatti costretto a muoversi da un’attività all’altra in macchina, perdendo più tempo e ingorgando un traffico già saturo.
Riporto uno stralcio della lettera che ho ricevuto da una delegazione di decine di esercenti e residenti della via : “Tutto il traffico diretto a Latina o a Roma è inevitabilmente convogliato sulla rotonda di B.go Piave. Segnaliamo anche il pericolosissimo incrocio della laterale che sbuca di fronte al Miami Beach, per la forte velocità delle auto che vanno verso B.go Santa Maria o che girano verso B.go Sabotino. Per una questione di sicurezza chiediamo il ripristino del doppio senso di marcia in Via Mario Siciliano e la realizzazione di un marciapiede lungo tutto il tratto di via Piave.”
A fare da sfondo l’annoso tema della sicurezza.
Venendo infatti da Roma il manto stradale è dissestato per via delle radici dei Pini nonché delle numerose buche, un problema costante di cui il Comune sembra essersi dimenticato, senza contare l’insufficienza della segnaletica e dell’illuminazione.
A ciò si aggiunga il problema dei fabbricati dismessi, che non aiutano neanche sul fronte del decoro urbanistico! Per fare un esempio tra i diversi fabbricati abbandonati c’è l’ex Pozzi Ginori, fabbrica chiusa dal 1987 e lasciata alla mercé dei senza fissa dimora.
Mi chiedo come mai il Sindaco Coletta ed LBC con 5 anni di amministrazione alle spalle non siano intervenuti per trovare soluzioni a queste problematiche, forse sono stati troppo impegnati nel tentativo di arginare la diaspora dal proprio movimento, rincorrendo Sardine e formando pseudo-comitati territoriali che a nulla servono se non a ripresentarsi in forma diversa ma con la stessa sostanza alle prossime elezioni. Appare necessario un intervento di riqualificazione di tutta la zona, per chi arriva da fuori ma soprattutto per chi, come i nostri concittadini, la vive ogni giorno.