L’Istituto di credito “smarrisce “ l’originale del contratto di finanziamento ed il Tribunale di Latina da ragione ai clienti che avevano disconosciuto la firma.
Una vicenda di opposizione a decreto ingiuntivo si chiude con la piena vittoria del consumatore
Nel 2012 veniva notificato un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Latina a due consumatori, fondato su una presunta sottoscrizione personale di obbligazioni per la restituzione di un finanziamento. L’avvocato Simone Andrea Bonomo avvia un giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo dinanzi al Tribunale di Latina, conclusosi con una pronuncia favorevole.
Si chiude con una vittoria piena per i consumatori, il braccio di ferro con un istituto bancario, originato da un contratto di finanziamento per cui i consumatori , tra le altre eccezioni, disconoscevano la firma apposta sullo stesso.
Fin dall’inizio l’avvocato Bonomo incentra la linea difensiva su un punto preciso: il disconoscimento delle sottoscrizioni in calce al contratto medesimo.
Nel giudizio di opposizione all’esecuzione il Tribunale di Latina dà ragione ai consumatori, evidenziando che il “disconoscimento operato appare sufficientemente specifico e determinato con esatta individuazione del motivo di contestazione, avverso il quale parte opposta ha formulato istanza di verificazione, da effettuarsi sulla copia fotostatica.”
La svolta processuale è stata la seguente: l’istituto di credito non ha prodotto (poichè smarrito nelle varie cessioni del credito ) l’originale del contratto di finanziamento cosicchè il Giudice non ha potuto disporre una perizia grafologica su un documento fotocopiato e dunque non si è potuto accertare l’esistenza del contratto di finanziamento.
Il tribunale di Latina con la sentenza del 11 dicembre 2025 sottolinea in particolare che il documento fotocopiato che è stato utilizzato per ottenere il decreto ingiuntivo da 46.000 euro circa , stante il formale disconoscimento della firma , non è idoneo a costituire prova del credito in virtù di esso vantato e di conseguenza non può essere dovuta la somma richiesta
Pertanto ritiene fondata l’opposizione e revoca il decreto ingiuntivo opposto condannando la banca a pagare circa 9.000,00 di spese legali .
