LATINA, IL COMUNE REITERA L’ORDINANZA: CHIUSI TUTTI MERCATI. LA “VITA DI PRIMA” È ANCORA UN MIRAGGIO

mercato

Il sindaco di Latina dispone l’ordinanza di chiusura di tutti i mercati su area comunale: la prima ordinanza era scattata il 13 marzo ed è “scaduta” ieri

Che tutto non dovesse essere superato il 25 marzo questo lo sapevano pure i sassi. Ecco perché questa di oggi è solo una delle prime ordinanze fotocopia che allunga i tempi delle chiusure di tutte quelle attività – dai mercati ai parchi per passare dalla pista ciclabile – che ogni cittadino a ogni latitudine d’Italia e della provincia di Latina dovrà abituarsi a leggere da qui fino a quando l’incubo del Coronavirus-Covid-19 non sarà solo materia per gli storici.

Oggi, Coletta non ha potuto far altro che firmare l’ordinanza di chiusura dei mercati su area pubblica: Mercato settimanale R6 (il cosiddetto mercato del martedì), Mercato Q4, Mercato di Latina Scalo e Mercato a Km 0 di Piazza del Popolo. Tutto sigillato con la chiosa funerea che, oramai, dai giorni della pandemia, siamo abituati a leggere su ordinanze, decreti, circolari ecc.: “il presente provvedimento, espresso sine die, è suscettibile di modifica, nel caso in cui la situazione sul territorio richieda ulteriori misure operative per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e necessita di atto espresso per determinarne la scadenza, una volta superata la criticità”. Sine die: ecco il timbro mutuato dal latinorum che non avremmo mai voluto leggere. Duro, necessario e avvilente.

Per il ritorno alla vita c’è ancora da aspettare, purtroppo. Lo comprendono tutti, dai cittadini alle Istituzioni: ecco perché, nella giornata odierna, Ranieri Guerra, vice direttore vicario dell’Oms, nella conferenza stampa consueta che ha sostituito come nemesi il Carosello del Boom economico anni Sessanta, alla presenza della Protezione Civile, ha iniziato il suo discorso lasciando aperto qualche spiraglio alla “vita di prima”: “Le misure sembrano avere effetto, misuriamo quanto avvenuto 15-20 giorni fa. Importante non abbassare la guardia, rallenta la curva, nei prossimi giorni speriamo in una diminuzione sostenuta della casistica“. Per poi aggiungere: “I cittadini necessitano di qualcosa di più, servizi domiciliari che bisogna garantire, anche da parte degli psicologi…In Cina la rapidità di decremento della curva è frutto dell’isolamento sociale. Lì c’è una capacità di coesione sociale di un certo tipo, da noi è diversa leggermente, ma rimango stupito dell’accettazione delle misure da parte della popolazione – concludendo – Gli italiani sono in sofferenza, serve una mitigazione (ndr: tramite servizi sul territorio) per evitare diserzioni nel lungo periodo“.

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