Centro diurno per disabili ex Tamerici, Andrea Chiarato (Fdi): “Nessuno sa quando e se partiranno i lavori di ristrutturazione della storica sede”
LA NOTA – “Latina, città dei diritti è una delle sigle scelta dal sindaco Coletta per segnalare le peculiarità del capoluogo di Provincia da quando è amministrato da lui.
E invece – spiega Chiarato – penso in quale stato sono i centri diurni per disabili come quello delle ex Tamerici che dalla sede in via Litoranea si è trasferita in un ristorante dismesso presso Borgo Piave.
Nessuno sa quando e se partiranno i lavori di ristrutturazione della storica sede, tutto è lasciato all’indifferenza dell’amministrazione, dell’assessorato ai Servizi Sociali, da sei anni rinominati Area Welfare.
I servizi sono ridotti, le famiglie si sobbarcano l’intero peso dell’infermità dei loro congiunti. Non si può parlare di diritti, di civiltà, quando le persone con disabilità sono ridotte su un piano diverso, inferiore e non prioritario e vengono lasciate con i loro familiari alla loro capacità consumata di sopportare, sopportare e ancora sopportare.
Una città non può dirsi “dei diritti” se non mette al primo posto chi per ragioni diverse e indipendenti dalla propria volontà è in una condizione di bisogno perdurante e non curabile con terapie riabilitative.
Questa è stata un’ amministrazione che non ha generato altro che slogan vuoti ed inapplicati come il Disability Manager ed il Consigliere Delegato che nessuno ha mai visto e che non vedremo mai se malauguratamente dovesse rimanere in carica .
La città dei diritti che vedo io è quella che non privilegia i diritti di chi già li ha o di chi fa clamore ottenerli. Ma quella di un sindaco che con atti concreti, nei regolamenti dell’edilizia, dei lavori pubblici, della mobilità, dello sport, del lavoro, dei servizi, della scuola, fa ed applica cose concrete ed utili alla causa dell’equiparazione dei diritti delle persone disabili a quelle delle persone normodotate.
Insieme al centrodestra unito con il candidato Sindaco Vincenzo Zaccheo riporterò al centro delle politiche sociali cittadine i bisogni dei diversamente abili”.