Nel primo semestre 2025 le vendite all’estero del nostro Paese crescono del 2,1% (a fronte del -1,0%, riferito all’analogo periodo del 2024), per un ammontare complessivo delle esportazioni nazionali che supera i 322 miliardi di euro. Tale risultato è stato fortemente condizionato delle tensioni legate alle incertezze sui dazi, in quanto si è realizzato grazie al contributo determinante del settore farmaceutico, le cui vendite oltre confine hanno registrato una progressione esponenziale, che si sostanzia in quasi 10 miliardi in più di merce collocata all’estero (+38,9%). In particolare, le destinazioni USA arrivano a rappresentare ¼ dell’export nazionale di prodotti di tale segmento (a fronte del 18% precedente), il che si traduce in valori delle merci ivi destinate lievitati dell’80%.
D’altronde, i rischi percepiti in relazione alla crescente incertezza sulle tempistiche di determinazione dei valori degli scambi hanno generato la corsa allo stoccaggio prudenziale; un gioco d’anticipo che, con una elevata probabilità, fa supporre dinamiche non altrettanto robuste nei prossimi mesi.
Al riguardo, occorre sottolineare che, al netto del settore farmaceutico, la performance complessiva nazionale sarebbe stata in rosso, il che è dovuto, oltre alle politiche commerciali restrittive in atto, alla sovrapposizione delle complessità connesse ai costi dell’energia e delle materie prime e alle incertezze tecnologiche e normative della transizione green, che stanno rallentando investimenti e processi di conversione nei settori più esposti, come sta avvenendo per l’Automotive e la metalmeccanica.
Le vendite laziali sui mercati internazionali riferite ai primi sei mesi di quest’anno superano i 18,4 miliardi e mostrano una decisa accelerazione (2,7 miliardi in più, +17,4%, che si aggiunge al +6,9% precedente), a fronte della più contenuta vivacità complessiva su scala nazionale suesposta (+2,1%). Sulla maggiore accentuazione della crescita laziale pesa l’incidenza più elevata del segmento farmaceutico che, come già evidenziato, è stato l’ago della bilancia degli scambi internazionali; tale maggiore specializzazione dell’export laziale ha ampliato in termini relativi l’effetto traino dei dazi, atteso che nel Lazio il settore spiega quasi la metà delle vendite all’estero, a fronte dell’11% su scala nazionale.
Considerando le province di Latina e Frosinone, che assorbono oltre la metà dell’export laziale e il 40% dei flussi in entrata, il valore delle esportazioni supera i 9,4 miliardi di euro, per una crescita del 13,4% in accelerazione rispetto alla performance già molto positiva targata I semestre 2024 (+16,1%), complice il significativo traino del settore farmaceutico già evidenziato a livello regionale(+31,4%).
Tab.1 – Import – Export del Lazio per provincia
Per quanto attiene la provincia di Frosinone, le vendite all’estero si attestano sui 4,3 miliardi di euro e mostrano un deciso rimbalzo, che si realizza con continuità nell’intero periodo (+23,7%, a fronte del precedente +2,4%). Come già evidenziato, determinanti su tale performance sono i flussi del segmento farmaceutico, che arriva a spiegare i ¾ dell’export dell’industria del Frusinate (circa 10 punti percentuali in più rispetto all’analogo periodo dello scorso anno); al riguardo gli acquisti dagli USA riferiti a tale segmento passano dal precedente 4%, all’attuale 42%.
Diversamente, proseguono le “pressioni” sulla filiera dell’Automotive del Frusinate (-10%, che si aggiunge al precedente -26,1%); da segnalare la brusca contrazione della vendita di autoveicoli, solo parzialmente compensata dal raddoppio delle vendite del segmento “Parti e accessori per autoveicoli e loro motori” (che raggiungono quasi 86 milioni di euro, rispetto ai 9 milioni targati primo semestre 2022).
In terra pontina, dopo l’ampio recupero dell’export messo a segno nel primo semestre dello scorso anno (+28,4%, a fronte del -20,5% targato primo semestre 2023), le vendite all’estero si confermano in ulteriore espansione (+6,0% da inizio anno), realizzatasi con la maggiore accentuazione nel corso del primo quarto, per un valore cumulato a fine periodo che supera i 5,1 miliardi di euro.
Al riguardo, l’80% dei maggiori flussi verso l’estero è appannaggio del settore farmaceutico (+5,8% la variazione tendenziale, che si aggiunge all’eccezionale rimbalzo della prima semestrale 2024, +36,6%) che, in controtendenza rispetto alle dinamiche laziali e del Frusinate, conferma e consolida il primato delle destinazioni europee.
Tra i punti di forza dell’export pontino, si segnala la buona performance delle colture agricole non permanenti (orticole) che superano i 140 milioni di euro di vendite oltre frontiera (pari al 80% dell’export laziale), confermando il trend positivo dell’ultimo quadriennio. In particolare, tali produzioni rappresentano il segmento più significativo in termini di flussi pontini verso l’estero del comparto agricolo e posizionano Latina al 3° posto nella graduatoria nazionale delle province per valore delle merci esportate.
Il commento del Presidente Giovanni Acampora. “L’incertezza è il rischio più alto per gli imprenditori e il primo semestre di quest’anno ha visto un crescendo di incognite, che ancora oggi gli accordi sui dazi UE-Usa non hanno risolto, atteso che l’impatto delle tariffe doganali non è sul singolo prodotto ma sull’intera catena del valore.
È chiaro che occorre trovare nuovi spunti in mercati di sbocco alternativi, come è altrettanto evidente che questo impone alle imprese uno sforzo significativo nel riorganizzare la filiera commerciale e produttiva e questo non si realizza né in modo semplice, né in tempi brevi.
Su questi temi la Camera di Commercio, anche attraverso l’Azienda Speciale Informare, è in prima linea per supportare le nostre imprese nel percorso di internazionalizzazione e di diversificazione su nuove rotte commerciali.
Negli ultimi quattro anni abbiamo messo a disposizione attraverso bandi per l’internazionalizzazione oltre 1 milione e mezzo di euro, con misure che hanno avuto un riscontro molto positivo, e stiamo portando avanti un grande lavoro per favorire l’apertura ai mercati esteri dei nostri imprenditori, anche attraverso l’organizzazione di incoming con buyer stranieri e la partecipazione alle fiere internazionali.
Altrettanto importante l’impegno sulla formazione, che rappresenta un asset assolutamente prioritario e che portiamo avanti puntando alla qualificazione delle imprese del nostro territorio, con la consapevolezza che per le piccole e medie realtà, per raggiungere i mercati internazionali e, soprattutto, posizionarsi con continuità all’estero, occorre sviluppare capacità manageriali organizzative e strategiche distintive, che in questo momento sono ancora più pressanti.
Attività che portiamo avanti con importanti partnership, come quella con il Sole24ore che ci ha permesso di realizzare un percorso formativo intensivo che si chiuderà il prossimo 10 ottobre focalizzato il management del Made in Italy e sulle strategie per l’internazionalizzazione a supporto degli imprenditori negli attuali scenari.
Insomma, un’ampia azione che mira a rafforzare il nostro tessuto produttivo, nella consapevolezza che investire sulle imprese moltiplica gli effetti a beneficio dell’intera comunità”.