Le ultime risultanze cambiano notevolmente il quadro degli spari al Gionchetto nei pressi della casa dei Di Silvio: arrestato il 18enne “Pescio”
A sparare non sarebbe stato un misterioso uomo sceso da un’auto arrivata a folle velocità in Via Moncenisio, bensì gli stessi Di Silvio probabilmente contro il misterioso uomo o, comunque, contro l’auto.
Pare sia iniziata una discussione tra chi era arrivato nei pressi dell’abitazione e qualcuno dei Di Silvio, gli animi si sarebbero surriscaldati e, alla fine, da una delle abitazioni sarebbe partita una scarica di colpi che hanno colpito, però, la casa di un privato che si trova di fronte ed estraneo completamente ai fatti per cui la Polizia sta indagando da ieri.
Quello che sembra accertato da parte della Polizia è che i colpi sono partiti dall’abitazione dei famigliari di Costantino “Patatone” Di Silvio, in carcere da anni per l’omicidio “Buonamano”.
In ragione delle perquisizioni e degli interrogatori effettuati, è stato quindi arrestato Ferdinando “Pescio” Di Silvio, figlio di Patatone, e nipote dell’omonimo nonno, detto Il Bello, che fu fatto saltare da una bomba a Capo Portiere.
Resta da capire chi sia l’uomo o gli uomini, per ora misteriosi, verso i quali sono stati sparati i colpi. Gli indagati, per ora, sarebbero più persone. Ma, sopratutto, perché sono stati sparati i colpi?
AGGIORNAMENTO – Comunicato della Questura di Latina
Questa notte, personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto DI SILVIO Ferdinando detto Pescio (nato a settembre del 2001), poiché resosi responsabile di detenzione d’arma da fuoco, ricettazione e spari in luogo pubblico.
Come noto, verso le ore 20,00 di ieri sera sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco in via Moncenisio, nei pressi di alcune abitazioni in cui vivono appartenenti alla famiglia DI SILVIO.
Sul posto sono intervenute nell’immediatezza le volanti dell’UPGSP e personale della Squadra Mobile: da un primo sopralluogo, si notava che alcuni fori di proiettile avevano infranto la finestra del piano terra di una palazzina ed il lunotto posteriore di un’autovettura ivi parcheggiata.
Le prime risultanze investigative hanno consentito di individuare il luogo da dove i colpi d’arma da fuoco erano stati, poco prima, esplosi, vale a dire il cortile dell’abitazione in cui vive la famiglia di DI SILVIO Costantino detto “Patatone” – detenuto a Rebibbia per il reato di Omicidio volontario – nonché di acquisire elementi utili per trarre in arresto il DI SILVIO Ferdinando, che è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Latina a disposizione dell’A.G..
Sono tuttora in corso serrate indagini per ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto.